Chiamata diretta, ma anche no
Il dirigente può non attivarla, senza nessun rischio
Marco Nobilio
La chiamate diretta non è obbligatoria: se il dirigente deciderà di non avvalersi del potere di scegliere i docenti da assegnare alla scuola, se ne occuperà direttamente l'ufficio. È uno dei chiarimenti forniti con alcune risposte alle domande più frequenti che sono state poste all'amministrazione centrale dai dirigenti scolastici (si veda ItaliaOggi di sabato). Le risposte del ministero dell'istruzione sono state rese note il 28 luglio scorso. E per quanto non vincolanti, costituiscono comunque un ausilio per i dirigenti scolastici e i docenti coinvolti. Il dicastero di viale Trastevere, peraltro, ha fatto sapere che i dirigenti possono anche scegliere di non pubblicare l'avviso di disponibilità dei posti, evitando di conferire alcun incarico.
La nota va incontro alle richieste di alcuni dirigenti scolastici che sarebbero inclini a non avvalersi del potere di esercitare la chiamata diretta. Anche perché, l'esercizio di tale potere potrebbe esporre il dirigente scolastico al rischio della responsabilità penale (si veda Italia Oggi del 26 luglio scorso). Stando all'orientamento esplicitato dal ministero, dunque, la facoltà di conferire gli incarichi non costituisce alcun obbligo. E siccome l'obbligo non sussiste, non può insorgere nemmeno la responsabilità disciplinare in caso di comportamenti omissivi. Va detto subito, peraltro, che la mancata pubblicazione degli avvisi di disponibilità dei posti non comporterà la cessazione di tali disponibilità. Che saranno utilizzate dall'ufficio scolastico per il trattamento d'ufficio dei docenti che non riceveranno chiamate. Trattamento che avverrà secondo i punteggi della mobilità ordinaria.
In pratica, dunque, convivranno due modalità di assegnazione dei docenti dall'ambito alle scuole. La prima sarà caratterizzata da un ampio margine di discrezionalità da parte del dirigente, che potrà agire secondo gradimento e senza essere vincolato da alcuna graduatoria. Secondo il ministero, infatti: «Non è necessario predisporre una graduatoria. Ogni dirigente scolastico stabilisce, nell'ambito della propria discrezionalità, le modalità di predisposizione dell'avviso, della selezione e della chiusura della stessa».
Tanto più che le linee guida sulla chiamata diretta emanate dal ministero non sono vincolanti. Pertanto, sempre secondo il ministero, il dirigente scolastico potrà indicare i criteri e le competenze che ritiene più opportuni, adeguati e coerenti con le finalità individuate e formalizzate nel rapporto di autovalutazione, nel piano di miglioramento e nel piano triennale dell'offerta formativa. Sempre nel rispetto della trasparenza e pubblicità dei criteri adottati nella procedura di scelta. La seconda modalità, invece, sarà rigidamente informata ai criteri tassativi previsti dal contratto sulla mobilità, strettamente collegati al possesso di titoli che danno diritto all'attribuzione di punteggi.
L'amministrazione ha spiegato, inoltre, che in sede di chiamata diretta il colloquio con il dirigente avrà semplicemente la funzione di illustrare i titoli in possesso del docente, non costituendo prova d'esame. Sempre secondo l'amministrazione scolastica, è facoltà del docente non rispondere ad alcun avviso e, dunque, di non accettare alcuna proposta. Nel qual caso lo stesso docente sarà assoggettato al trattamento d'ufficio da parte dell'ufficio scolastico.
In pratica, dunque, il docente potrà non accettare l'incarico se la sede è sgradita e, se riceverà più proposte potrà scegliere quella più vantaggiosa oppure potrà non accettarne alcuna, se tutte sgradite. In quest'ultimo caso, però, dovrà necessariamente prendere servizio nella sede che gli sarà assegnata d'autorità dall'ufficio scolastico. Il ministero ha chiarito, inoltre, che la chiamata diretta dovrà necessariamente riguardare docenti dello stesso ordine o grado di scuola. E sui posti di sostegno non sarà consentito assumere docenti senza titolo di specializzazione.