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Cgil: la scure del governo su 300mila statali

Oggi la manifestazione contro precariato e blocco del turn over

08/10/2011
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ROMA. «Oltre trecentomila dipendenti in meno nel pubblico impiego tra il 2008 e il 2013: questo l’obiettivo annunciato dal governo e dal ministro della Funzione Pubblica».
È quanto denunciano la segretaria generale della Fp Cgil, Rossana Dettori, e il segretario confederale di corso d’Italia, Fulvio Fammoni, alla vigilia della manifestazione nazionale “Pubblico è futuro” in programma oggi a Roma. L’appuntamento è alle 14 in piazza della Repubblica: lì partirà il corteo in direzione piazza del Popolo dove si terranno gli interventi dei segretari generali delle due categorie della Cgil, Rossana Dettori e Domenico Pantaleo, e le conclusioni alle 18 affidate al numero uno di corso d’Italia, Susanna Camusso.
Arriveranno da tutta Italia oltre 600 pullman e due treni speciali per denunciare, come riporta lo striscione che aprirà il corteo che «un Paese senza memoria è un Paese senza futuro».
E, di fatti, non sono poche le motivazioni che hanno spinto la confederazione e le categorie del pubblico impiego e della scuola, università e ricerca a promuovere la mobilitazione: sette anni per attendere un rinnovo contrattuale, contrattazione e carriere bloccate, slittamento delle liquidazioni, finestre mobili e blocco del turn over insieme all’innalzamento dell’età pensionabile delle donne, un’emorragia di posti di lavoro pari a oltre 300mila dipendenti in meno nel pubblico impiego tra il 2008 e il 2013. Sono questi, infatti, alcuni dei motivi che delineano, denuncia il sindacato, «l’accanimento di questo governo contro il pubblico e, allo stesso tempo, dimostrano come siano sbagliate e da cambiare le scelte del governo». Ma non solo, perché a queste decisioni se ne sommano altre dello stesso «iniquo taglio»: il contributo di solidarietà che graverà solo per i pubblici, una mobilità obbligatoria all’interno della Regione per tutti i dipendenti pubblici senza criteri e regole certe, un potente taglio degli organici ma che non riguarderà i dirigenti di nomina politica mentre infatti si avvia una nuova grande fase di spoil system. Nel frattempo nella Pa ci sono almeno 280 mila contratti non a tempo indeterminato che, con il blocco delle assunzioni, si tradurranno a breve in migliaia di licenziamenti con conseguenze inevitabili e dirette sui servizi spesso tenuti in piedi proprio dai giovani precari. Senza contare che a questi 280 mila vanno sommati i 140 mila precari della scuola che che sta passando sotto silenzio».
Con le nuove misure, infatti, la Cgil denuncia come si stiano cacciando dipendenti pubblici ritenuti scomodi, tra cui migliaia di medici, che hanno in media 59 anni.
Si tratta di persone laureate che con il riscatto del servizio militare (per gli uomini) e con il riscatto delle lauree e corsi universitari (spesso lunghi come quella di Medicina e Chirurgia) ora vengono espulsi dall’amministrazione perché hanno raggiunto i requisiti.
«Siamo in presenza di una politica del governo quantomeno schizofrenica - commenta corso d’Italia stimando in circa 17mila i medici, ancora nel pieno delle loro capacità professionali - che stanno per uscire dagli ospedali pubblici e dalle strutture sanitarie. Ma il pubblico riguarda il futuro e con esso le giovani generazioni. Per questo i giovani precari hanno annunciato una presenza massiccia in piazza che passa anche attraverso l’appello dal titolo “L’etat c’èst moi” lanciato nei giorni scorsi».

 


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