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Cellulari in classe, gran caos

Mancano ancora le Linee guida promesse dalla Fedeli

29/01/2019
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ItaliaOggi

Emanuela Micucci

Stop all'uso di cellulari a scuola? Solo un progetto di legge non ancora depositato. Prova a gettare acqua sul fuoco la Lega circa il divieto degli smartphone tra i banchi, destinato ad animare la discussione in Commissione Cultura della Camera dove, domani, riprenderà l'esame delle 6 proposte di legge sull'insegnamento dell'Educazione civica di Lega, M5S, Forza Italia, Civica Popolare e Lions club international. A margine giovedì della presentazione delle pdl si è acceso il dibattito intorno alla possibile sponda Lega-Forza Italia sul divieto dei cellulari a scuola.

Infatti, la pdl di Forza Italia con prima firmataria Maria Stella Gelmini prevede nell'articolo all'educazione alla cittadinanza digitale una modifica del testo unico sull'istruzione (Dlgs. 249/1994) per introdurre il divieto dell'uso dei «telefoni mobili e degli altri dispositivi di comunicazione elettronica da parte degli alunni all'interno delle scuole primarie, delle scuole secondarie di primo e di secondo grado e negli altri luoghi in cui si svolge l'attività didattica».

Non divieto totale, però. Infatti, oltre alle sanzioni disciplinari per chi viola le norme, i regolamenti delle scuole stabilirebbero anche «le condizioni, i casi e i luoghi in cui la loro utilizzazione è consentita per finalità didattiche o per esigenze indifferibili degli alunni».

Di fatto, la linea ribadita in questi mesi dal ministro dell'istruzione Marco Bussetti. «L'utilizzo dei device per quanto riguarda la didattica è uno strumento fondamentale e quindi sono a favore del loro uso, ma soprattutto ho fiducia nei nostri studenti», spiega. «Credo molto nel loro senso di responsabilità sull'uso consapevole di questi strumenti ai fini di un migliore apprendimento. Condanno invece in maniera decisa l'uso per altri fini», aggiunge Bussetti.

In sintonia con l'ex titolare del Miur Valeria Fedeli, che un anno fa aveva pubblicato un decalogo per l'uso dei dispositivi mobili a scuola, lasciando i docenti e ogni scuola liberi di utilizzarli, adottando una politica di uso accettabile (Pua) delle tecnologie digitali e regolamentando le modalità e i tempi dell'uso e del non uso.

Sarebbero dovute seguire apposite Linee guida per le scuole attraverso una circolare, dopo una consultazione e una riflessione approfondita. Poi, arrivarono le elezioni del 4 marzo e il governo gialloverde. Così, l'ultima regolamentazione che disciplina l'uso dei cellulari resta quella del 2007: la circolare dall'allora ministro dell'istruzione Beppe Fioroni, che bandiva l'uso dei telefonini a scuola per studenti e docenti nelle ore di lezione durante lo svolgimento di attività di insegnamento-apprendimento. Del resto, per accogliere le indicazioni di Fedeli gli organi collegiali, in particolare collegio dei docenti e consiglio d'istituto, devono cambiare i regolamenti d'istituto, in cui vige quasi sempre il divieto.

Intanto, alla Camera nella discussione sull'Educazione civica potrebbe prendere forma un nuovo divieto degli smartphone a scuola. Sebbene se ne parli esplicitamente solo nel testo proposto da Gelmini. Tuttavia, la Lega ha già pronta nel cassetto una pdl specifica sull'utilizzo dei cellulari scuola a firma Giorgia Latini ed Elena Murelli non ancora depositata in Parlamento, che apre a un uso limitato durante le ore di lezioni, a meno di particolari esigenze didattiche, ritenendo possa migliorare attenzione, conoscenze e capacità di scrittura. «Serve un indirizzo chiaro in materia. Anche per gli insegnati», osserva Latini. «Auspichiamo che ci sia un dibattito approfondito» per eliminare ambiguità e caos. Aprendo alla possibilità che la regolamentazione possa avvenire anche all'interno del pacchetto sull'Educazione civica.


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