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Cattedre Natta, ecco le correzioni chieste dal Consiglio di Stato

Il parere - favorevole con molte riserve - dei giudici sul contestatissimo provvedimento del governo per l’attivazione di 500 super cattedre in deroga all’abilitazione scientifica nazionale

06/11/2016
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Corriere della sera

Favorevole ma con molti caveat e raccomandazioni, in particolar modo sul fatto che l’autonomia universitaria vada sempre rispettata. E’ questo l’atteso parere del Consiglio di Stato sulle cattedre Natta per il merito: il contestatissimo provvedimento del governo per l’attivazione di 500 super posti super pagati destinati ad altrettanti super talenti italiani e stranieri: un modo, almeno nelle intenzioni, per favorire il rientro dei cervelli italiani in fuga e tentare anche di attrarre eminenti scienziati stranieri. A scatenare la sollevazione del mondo accademico è stato il meccanismo di reclutamento previsto dal governo per le cattedre Natta: un percorso parallelo all’Abilitazione scientifica nazionale che bypassa le università affidando la chiamata diretta di questi docenti turbo a commissioni presiedute da commissari stranieri nominati direttamente dal governo. Un commissariamento di fatto dell’università, almeno secondo i 5.000 firmatari dell’appello pubblicato su Change.org (fra i quali ricercatori di fama mondiale come il Nobel mancato per la chimica Vincenzo Balzani), che non solo confligge con il principio dell’autonomia universitaria, ma rischia di creare odiose discriminazioni di trattamento fra studiosi egualmente meritevoli. E secondo i più maliziosi, contrariamente alle intenzioni dichiarate di far piazza pulita di baronie e opacità diffuse nel sistema di assegnazione delle cattedre (si veda la recente denuncia di Raffaele Cantone sulla corruzione universitaria e la successiva querelle sul fatto che la fuga dei cervelli andrebbe imputata semmai alla cronica scarsità di fondi per la ricerca), potrebbe tradursi in una scorciatoia per fare entrare in università qualche bocciato eccellente dell’Asn.

Nel suo parere, il Consiglio di Stato ha insistito in particolar modo proprio sull’importanza di preservare il principio dell’autonomia formulando osservazioni e rilievi volti «a rendere il regolamento pienamente coerente con i principi costituzionali» (in particolare con quello dell’autonomia universitaria) e con il sistema vigente, che già prevede il reclutamento per chiamata diretta di studiosi di chiara fama. Ecco allora i quattro rilievi fondamentali che i giudici amministrativi ritengono di dover sottoporre all’attenzione del governo «anche al fine di individuare gli opportuni correttivi da apportare al testo prima della sua approvazione» da parte del Parlamento.

1. Rispetto dell’autonomia universitaria

I giudici del Consiglio di Stato, richiamandosi all’articolo 33 della Costituzione che riconosce a istituzioni di alta cultura, università e accademie «il diritto di darsi ordinamenti autonomi», muovono due rilievi critici sostanziali al Dpcm che disciplina l’istituzione del Fondo per le cattedre del merito Natta (36 milioni nel 2016 e 75 nel 2017). In primo luogo «l’assenza di una disposizione che preveda in qualche misura il coinvolgimento degli atenei nel procedimento di nomina dei membri delle commissioni di valutazione». Proprio come contestavano i firmatari della petizione su Change.org, il Consiglio di Stato esprime forte perplessità sul fatto che il presidente di commissione sia «individuato direttamente dal governo, mentre gli altri due componenti dell’organo collegiale sono individuati dal presidente sulla base di una rosa di nominativi fornita dall’Anvur», l’organismo di valutazione delle università i cui componenti - come fanno notare i giudici - sono anch’essi di nomina governativa. Quanto alla mancata consultazione preventiva, anch’essa prefigura un vulnus dell’autonomia universitaria. I giudici ricordano al governo che avrebbe dovuto sentire preventivamente almeno la Conferenza dei rettori e il Cun e manifesta il proprio aperto dissenso rispetto al fatto che questo non sia accaduto.

2. Carattere sperimentale e straordinario del reclutamento

Richiamandosi al testo del Dpcm che ha «prudentemente previsto l’istituzione in via sperimentale del Fondo», i giudici sottolineano che «qualsiasi serio processo sperimentale richiede un momento di verifica ex post dei suoi risultati... Pertanto occorre individuare sin d’ora degli opportuni criteri per la fase di verifica, prevedendo già nel regolamento il coinvolgimento dele università sulle quali la sperimentazione va ad incidere».

3. Status speciale del professore reclutato con il Fondo Natta

Qui si affronta l’altra questione «antipatica» delle cattedre Natta, ovvero la maggiorazione dello stipendio che verrebbe garantita ai 500 super professori reclutati in deroga all’Asn per meriti di «chiara fama». I giudici osservano che non essendo previsto alcuno strumento di verifica dei risultati dei docenti sia nella didattica sia nella ricerca c’è il rischio concreto che «il trattamento economico vantaggioso si caratterizzi come appannaggio di status svincolato dal rendimento». E sottolineano come i requisiti richiesti per i candidati alle cattedre Natta siano «meno stringenti» di quelli ordinariamente previsti per la chiamata diretta e perciò chiedono che questa stortura sia corretta integrando il testo del regolamento in modo da dare «il necessario rilievo ai titoli accademici». Il rischio altrimenti è di produrre «un effetto disincentivante sui talenti italiani più giovani che aspirino ad accedere alla docenza universitaria attraverso i meccanismi ordinari», con buona pace del proposito dichiarato di trattenerne la fuga all’estero e delle intemerate sulla cultura del merito.

4. Il riordino dei settori concorsuali secondo le aree Erc

Qui il rilievo è semplice. Il regolamento del fondo cattedre Natta si discosta da quello dell’Asn in quanto prevede la costituzione di 25 commissioni, una per ciascuna area di assegnazione delle borse europee Erc, a fronte dei 188 settori concorsuali previsti dall’ordinamento universitario italiano. Risultato: c’è il più che motivato pericolo, anzi è assai probabile, «che la valutazione dei candidati sia affidata a commissari esperti di settori anche molto distanti da quello dei candidati». Questo perché «le aree Erc rispondono a un’altra esigenza, ovvero alla identificazione e valutazione di progetti generalmente a carattere interdisciplinare e non sono quindi omogenee con i settori concorsuali utilizzati per il reclutamento dei docenti».
Tutto ciò detto, il Consiglio di Stato esprime «parere favorevole con condizioni e osservazioni».


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