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Carta-3 aprile 2004-di Betty Leone

Betty Leone, segretaria generale dello Spi Cgil Un successo che è andato oltre ogni nostra previsione. La manifestazione dei sindacati dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil del 3 aprile a Roma ha fatt...

06/04/2004
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Carta

Betty Leone, segretaria generale dello Spi Cgil
Un successo che è andato oltre ogni nostra previsione. La manifestazione dei sindacati dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil del 3 aprile a Roma ha fatto emergere in tutta la sua dimensione il profondo disagio che le persone di questo paese avvertono a causa delle politiche economiche e sociali sbagliate, messe in pratica da questo governo. Sabato eravamo più di un milione a dire con chiarezza che il governo deve cambiare il suo modo di agire, altrimenti il sindacato continuerà nella mobilitazione. La manifestazione del 3 aprile si è svolta con un chiaro segno di continuità con lo sciopero generale delle confederazioni di Cgil, Cisl e Uil del 26 marzo scorso.
C'è un filo che lega queste manifestazioni: la consapevolezza, innanzi tutto, che è necessario cambiare gli attuali equilibri politici del mondo e, in particolare, del nostro paese. Il mercato e il liberismo, proposti come ricetta salvifica contro gli squilibri, si sono rivelati risposte fallaci che non rispondono ai bisogni delle persone. Al livello internazionale sono aumentate le guerre, i conflitti e la povertà, mentre in Italia lo slogan "meno tasse, più mercato, più sviluppo", con il quale questo governo ha caratterizzato in tre anni i suoi interventi, non ha funzionato perché il paese è più povero, le persone fanno fatica ad arrivare alla fine del mese e i dati statistici dicono che non c'è nessuna ripresa della crescita economica del paese.

Qualcosa deve cambiare. La gente non è più disposta ad aspettare e sceglie di scendere in piazza per far sentire la propria voce.
In questa ondata di protesta s'intravedono, quindi, due novità significative. La prima: una coscienza diffusa che oggi è necessario cambiare politica economica per aprire altre opportunità; la seconda consiste nel fatto che le persone non vogliono più soltanto delegare ai sindacati e ai partiti, ma vogliono partecipare e partecipano alle scelte politiche stando in piazza insieme a coloro che condividono le ragioni della loro protesta.

Sono due novità molto importanti che possono contribuire ad ottenere l'obiettivo principale del sindacato: costringere il governo a cambiare l'impostazione della propria politica economica e sociale.

È questa la ragione principale che è stata alla base dello sciopero del 26 marzo e che successivamente ha portato un milione di pensionati a Roma il 3 aprile. Questa ondata di protesta ha l'ambizione di porre alcuni quesiti fondamentali per rispondere alla questione di come si produce e di come si redistribuisce la ricchezza.

Non a caso la piattaforma unitaria di Cgil, Cisl e Uil ha al centro, innanzi tutto, la qualità della crescita e, quindi, la richiesta di investimenti, formazione, qualificazione del prodotto, ricerca, lavoro accompagnato da diritti, cioè lavoro di qualità: chiediamo, dunque, uno sviluppo basato sulla qualità degli investimenti e la qualità del lavoro.

L'altro elemento qualificante della piattaforma è la richiesta di un nuovo patto fiscale che sostituisca lo slogan "meno tasse, più sviluppo", con un altro che sottolinei il valore sociale della tassazione, come strumento per garantire universalmente diritti. Ciò significa affermare il concetto di "tasse giuste", per avere in cambio servizi e beni necessari per il benessere della società e per migliorare le condizioni di vita dei cittadini. In altre parole, è necessario che ciascuno contribuisca al bene comune a seconda delle sue possibilità, così come va sottolineata una responsabilità pubblica sia negli investimenti produttivi, sia negli investimenti sociali.

Da queste premesse giungiamo ad un altro punto importante della piattaforma che riguarda il welfare in generale che nel suo complesso non può essere visto soltanto come un limite allo sviluppo economico, ma va considerato uno strumento importante per sostenere, attraverso la crescita dell'occupazione e la redistribuzione della ricchezza, il rilancio dell'economia del paese.
Questo è scritto in modo chiaro e inequivocabile nel documento unitario di Cgil, Cisl e Uil. In questa ottica, la spesa sociale rappresenta una condizione fondamentale per creare sviluppo e consolidarlo.

Quindi: qualità dello sviluppo e del lavoro, nuovo patto fiscale, welfare, sono le tre parole-chiave alla base di questa fase di mobilitazione.
Il problema delle pensioni è stato inserito all'interno di questo quadro rivendicativo perché sappiamo che la legge delega e i relativi emendamenti del governo puntano alla riduzione della spesa sociale. Una scelta inaccettabile per il sindacato perché smantella il sistema solidaristico di welfare, aumentando i rischi di povertà sia dei giovani, che saranno i pensionati poveri di domani, sia delle persone anziane alle quali si nega il diritto ad aver un reddito dignitoso.

La piattaforma confederale ha l'obiettivo, di aumentare la spesa sociale e anche attraverso questa scelta mira a estendere le possibilità di ripresa della crescita del paese.

Non vi è dubbio che gli obiettivi del Governo e del sindacato sono diversi e contrapposti. La proposta governativa vuole far tornare i numeri dell'economia attraverso l'uso della finanza creativa, come qualche autorevole ministro sta facendo, ma l'obiettivo del sindacato è di far tornare i conti nella vita delle persone, sulle quali ricadono le maggiori conseguenze delle politiche liberiste.
La manifestazione del 3 aprile dei pensionati è solo un primo importante e imponente passo di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil per affermare che è indispensabile riconoscere al sindacato il ruolo di negoziatore degli interessi delle persone anziane. Ci sentiamo forti perché sappiamo che la nostra capacità di rappresentanza nasce dal consenso dei nostri iscritti; sei milioni circa. Il governo non può far finta di nulla, o addirittura continuare ad ignorarci. Ha il dovere di convocarci e di aprire, come abbiamo già chiesto, un tavolo di trattativa con i sindacati per ridare valore alle pensioni, per ottenere il fondo nazionale a sostegno delle persone non autosufficienti e per sostenere il sistema sanitario nazionale. Obiettivi che hanno bisogno di risposte concrete e non soltanto di annunci demagogici. Le false promesse del governo Berlusconi hanno aumentato l'insicurezza tra le persone e stanno danneggiando in modo drammatico le condizioni di vita di milioni di cittadine e di cittadini.


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