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Carote e slogan. Studenti in piazza in novanta città

Lanci di ortaggi e blitz al Pirellone

13/10/2012
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Corriere della sera

ROMA — C'è chi la mangia, chi la mostra con aria minacciosa, chi la agita scandendo slogan dietro gli striscioni. Poi c'è chi la tira contro i poliziotti, chi corre a riprenderla per lanciarla ancora più forte contro il portone del ministero dell'Istruzione. Se qualche settimana fa gli operai dell'Alcoa (anche ieri in piazza a Cagliari) usarono le mele «caricate» con i petardi per rendere più rumorosa la loro protesta, la carota è il nuovo simbolo di quella degli studenti. A centinaia le hanno tirate fuori dai borsoni ieri in viale Trastevere per bersagliare il Miur. E lo stesso hanno fatto i loro compagni a Milano e a Torino.
Una risposta con gli ortaggi al ministro dell'Istruzione Francesco Profumo che (come fecero Winston Churchill e Benito Mussolini) aveva detto: «Il Paese va allenato. Dobbiamo usare un po' di bastone e un po' di carota. Qualche volta un po' di più il bastone e un po' meno la carota. In altri momenti più carote, ma mai troppe». La battuta non è piaciuta né agli studenti né ai sindacati che sono scesi nelle strade di 90 città (da Trento a Trapani, 50 mila partecipanti per gli organizzatori) per protestare contro i tagli alla scuola e per il diritto allo studio.
Nonostante i timori di infiltrati violenti, gli incidenti dell'inizio del mese non si sono ripetuti: nella Capitale il corteo degli studenti è stato preceduto da un blitz alla sede romana del Parlamento europeo e durante la manifestazione i ragazzi del Fronte della gioventù comunista hanno strappato alcune bandiere dell'Ue. La protesta è proseguita fra gli applausi degli abitanti dell'Esquilino, il blocco simbolico della fermata «Cavour» della metropolitana, la contestazione del sindaco Gianni Alemanno sul prezzo del biglietto del trasporto pubblico (con lo striscione «Atac: arrivo tardi a casa») e la deviazione a piazza Venezia, presidiata dai blindati, verso il Miur con il massiccio lancio di carote al grido «Profumo, facce l'insalata!».
A Milano assediato il Pirellone: i ragazzi (alcuni a volto coperto, altri hanno cercato di arrampicarsi sulla cancellata) hanno scandito slogan chiedendo le dimissioni del governatore lombardo Roberto Formigoni e dell'assessore all'Istruzione Valentina Aprea, mentre in piazza Cordusio i manifestanti hanno tirato uova e fumogeni contro la filiale Unicredit coperta di manifesti. «Fuori la mafia dalla Regione», c'era scritto. Momenti di tensione solo a Palazzo Lombardia, sede della giunta regionale: un gruppetto di ragazzi ha strappato la bandiera con la rosa camuna e l'ha portata in corteo. A Torino, oltre al lancio di carote contro la sede territoriale del Miur, è stato «sigillato» il palazzo della Provincia e occupato il ponte della Gran Madre, dove si è tenuta un'assemblea, mentre a Genova i manifestanti (fra loro anche i No Tav) hanno raggiunto il Salone nautico e lasciato di fronte alla Prefettura un cumulo di pietre con il cartello «Avete ridotto la scuola in macerie».
Carri armati di cartone e palloni colorati contro i finanziamenti alle spese militari invece a Bologna. Transennata la fontana del Nettuno e ai passanti distribuite cassette di mele «perché la scuola è alla frutta». Proteste anche a Firenze dove gli studenti (che hanno fatto una catena umana di 2 mila persone) vogliono impedire al ministro Profumo di prendere la parola martedì prossimo all'inaugurazione dell'anno di studi dell'Accademia delle Belle Arti. A Napoli, infine, sotto il diluvio occupato il Maschio Angioino.
Ma la sensazione è che l'«autunno caldo» sia appena cominciato: la «Rete della Conoscenza» ha annunciato il blocco di scuole e università per il 24,25 e 26 ottobre prossimi. Alla vigilia del «No Monti Day» del 27, per il quale si temono scontri come quelli dell'anno scorso a Roma in piazza San Giovanni.
Rinaldo Frignani
 


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