Caro libri, ennesima stangata per le famiglie. Edizioni nuove e digitali: la storia non cambia
Due decreti ministeriali impongono alle scuole di adottare "testi in formato misto ovvero scaricabile da Internet". Gli insegnanti hanno dovuto cambiarli o ordinare l'acquisto della versione aggiornata con il conseguente rincaro della spesa per i genitori rispetto al 2011. Il Codacons: "Ennesimo salasso per le tasche degli italiani, aggravato dal passaggio al multimediale". Ed è corsa ai mercatini dell'usato
Linda Varlese
L'INIZIO DELLA SCUOLA si annuncia come l'ennesima stangata per le tasche delle famiglie italiane. Secondo un'indagine del Codacons infatti ogni nucleo quest'anno spenderà mediamente 100 euro in più rispetto al 2011, comprensivi dell'acquisto di libri e del corredo scolastico. Ma sono i testi scolastici a pesare di più: si calcola infatti che la spesa sarà in media di circa 80 euro superiore a quella dell'anno precedente.
La ragione di questo aumento sui libri, secondo l'associazione di consumatori, dipende non tanto dallo sforamento dei tetti stabiliti dal ministero ("che avviene ogni anno" sottolineano dal Codacons) quanto dall'entrata in vigore, a partire da quest'anno, del divieto di utilizzare testi esclusivamente a stampa. Le istituzioni scolastiche, per i decreti n. 42 e 43 dell'11 maggio 2012, devono obbligatoriamente adottare "esclusivamente libri di testo in formato misto ovvero interamente scaricabili da Internet". Un processo di innovazione irreversibile, che tuttavia costerà caro: "Il provvedimento sul lungo termine può avere effetti positivi, ma nell'immediato non fa che tradursi nell'ennesimo rincaro a danno degli italiani" dicono dal Codacons. Infatti, a fronte della nuova normativa, gli insegnanti sono stati costretti a cambiare libro di testo perché non tutte le case editrici si sono adattate alle nuove regole, o comunque a dover cambiare l'edizione del libro, scegliendo la più aggiornata, quella per intenderci che comprende anche i contenuti multimediali.
Rivoluzione
digitale, sì o no? A onor del vero, tuttavia, non sembra che la rivoluzione scolastica digitale abbia ancora preso piede. Sono tantissimi infatti i ragazzi e i loro genitori che affollano i tradizionali mercatini del libro usato (dove le versioni digitali non sono ancora arrivate) alla ricerca di testi ancora in cartaceo da comprare a prezzi scontatissimi: del 20, del 40 e fino al 50%. Le voci che abbiamo raccolto a Roma, al mercato dell'usato sul Lungotevere Oberdan 1, parlano di esborsi per l'acquisto dei libri scolastici che superano di gran lunga i tetti stabiliti dal Ministero e che vanno ben oltre la percentuale stabilita come possibile sforamento che è del 10%. E allora è caccia all'affare. E si moltiplicano le iniziative per poter risparmiare. Da nord a sud il Belpaese è disseminato di mercatini: non solo il Libraccio a Milano o lo storico mercato sul Lungotevere Oberdan a Roma. Ma anche Prato, Varese, Ascoli Piceno, Napoli e tanti altre città si attrezzano ogni anno per garantire 'l'accesso alla cultura' a prezzi più ragionevoli. Per avere un'idea di dover poter trascorrere tempo prezioso nella speranza di aggirare il caro-libri basta consultare i siti degli studenti che offrono consigli e stilano una lista dei luoghi dove riuscire a garantirsi un inizio d'anno senza stangate eccessive. "Per contrastare il fenomeno del caro-libri - dichiara Danilo Lampis, responsabile nazionale Diritto allo Studio dell'UdS - l'Unione degli Studenti sta organizzando come ogni anno in tutto il Paese decine di mercatini dei libri usati. Nelle nostre sedi gli studenti possono vendere e comprare i propri libri al 50% del prezzo di copertina, senza cadere nelle speculazioni delle libreria. In alcune regioni abbiamo addirittura auto-prodotto un diario scolastico in vendita a basso costo, per cercare di tenere bassi i costi del materiali scolastico degli studenti".
Le reazioni. "Continuano a chiederci di comprare edizioni più aggiornate" lamentano i genitori "e noi finiamo per dover buttare tutti gli anni le passate, senza poterle riutilizzare". Molti genitori, ad esempio, nonostante abbiano il figlio minore nella stessa scuola del maggiore e con gli stessi insegnanti, non hanno potuto utilizzare i libri già in loro possesso e sono stati costretti a riacquistarli. Nonostante molto spesso le differenze fra le due versioni siano praticamente inesistenti. "Ci rivolgiamo ai mercatini dell'usato, ma non sempre si trovano le versioni superaggiornate e quindi siamo costretti a recarci nelle librerie, dove un testo costa fino al 60% in più" dice una mamma sconsolata.
Con chi prendersela? Secondo un'indagine condotta su circa 500 famiglie e 100 addetti ai lavori da Libreriamo 2, il social book magazine per la promozione dei libri e della lettura, la responsabilità sarebbe dei professori (37%) accusati di pretendere l'acquisto di libri che spesso non vengono completamente consultati. Secondo altri (24%) è colpa del Ministero dell'Istruzione, incapace di attuare politiche che consentano un abbassamento delle spese scolastiche. Il 17% delle famiglie ritiene che i principali responsabili del caro libri siano alcune case editrici specializzate che propongono con troppa facilità nuove edizioni, senza in realtà apportare cambiamenti significativi. A confermare questa teoria Gianluigi Dotti, responsabile del centro studi Gilda e Nicola Partipilo, responsabile dell'omonima libreria milanese: "Gli editori pubblicano troppi libri e supporti per una singola materia, o realizzano nuove edizioni, ma cambiando solo il titolo del libro. Se ci fosse una commissione che controllasse la filiera dei libri scolastici, verrebbero a costare la metà."
"Il mercato dell'usato soffre molto per questa politica speculativa che vuole un continuo e inutile ricambio dei testi" dicono i venditori degli stand dei libri 'vecchi'. "Con l'obbligo di adottare anche la versione digitale dei testi, poi, le cose non possono che peggiorare dal nostro punto di vista e da quello dei genitori che sono costretti a sobbarcarsi ulteriori spese". "Gli effetti del vecchio blocco delle edizioni, deciso dal ministro Gelmini nel 2009 che mirava, da lì a tre anni, ad incentivare il mercato dell'usato, sono stati davvero minimi" ha commentato il Codacons, "e allo stato attuale può dirsi un progetto completamente fallito" dicono dall'associazione dei consumatori.
"Ecco perché - spiega il Codacons - nonostante gli aumenti dei tetti di spesa dei libri scolastici fissati dal ministero fossero dell'1,5%, che sommato al possibile sforamento del 10%, potevano determinare un aumento teorico massimo di 44 euro, la stangata effettiva non è dovuta a questi rincari bensì al fatto che il più delle volte le famiglie sono costrette a ricomprare tutti i testi, anche alla luce dei due decreti approvati a maggio del 2012, che obbligano l'acquisto della versione cartacea e digitale". Insomma, per l'associazione "la promessa che il ministero dell'Istruzione aveva fatto nel 2009, che entro quest'anno vi sarebbe stata una diminuzione di spesa del 30% per l'acquisto dei libri scolastici, si è dimostrata l'ennesima bufala a danno delle tartassate famiglie italiane". E anche se la rivoluzione digitale è storia nuova, ma ancora di là da venire, quella del caro-libro e della stangata di inizio anno è storia vecchia e sembra destinata a durare ancora a lungo