Caos scuola, tre settimane per trovare 20 mila aule "Lezioni anche nei B&B"
alessandro di matteo
maria rosa tomasello
ROMA
Non c'è più tempo, e anche a Palazzo Chigi sanno che, chiusa la partita dei provvedimenti economici, la vera emergenza è la scuola. La campanella suonerà il 14 settembre, ma secondo quanto stabilito dal Decreto Scuola, l'attività didattica ordinaria inizierà il primo settembre, senza considerare che molti dirigenti scolastici hanno chiesto di escludere dal piano ferie l'ultima settimana di agosto, come hanno già fatto alcuni istituti negli anni scorsi per consentire il recupero dei debiti entro il 31 agosto.
Alla riapertura degli istituti scolastici mancano dunque 20 giorni nel migliore dei casi, poco più di un mese al ritorno degli studenti in classe, e l'Associazione nazionale presidi torna a lanciare l'allarme: in tutta Italia sarà necessario allestire 20 mila aule alternative per un totale di circa 400 mila studenti, circa il 5% del totale, ma il 50% degli ambienti necessari non è ancora stato trovato.
Il presidente dell'Anp, Antonello Giannelli, l'aveva già ribadito giovedì scorso, nel giorno in cui la ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina aveva firmato il Protocollo per sicurezza con organizzazioni sindacali e dirigenti scolastici: «Servono chiarimenti urgentissimi circa l'ipotesi in cui l'istituzione scolastica non abbia la disponibilità di spazi e locali idonei per la didattica in presenza con la garanzia del metro lineare di distanza». Il rischio, insomma, è che una parte degli studenti sia costretta a continuare a seguire le lezioni da casa, alle prese con strumenti inadeguati e connessioni scadenti, condizione che non assicurerebbe il diritto allo studio.
I Comuni sono impegnati in una corsa contro il tempo per trovare spazi alternativi in cui allestire le aule con le risorse messe a disposizione degli Enti locali per gli affitti nel decreto Agosto: 32 milioni per il 2020, 48 milioni per il 2021. E la ricerca è a 360 gradi: «Gli avvisi pubblici sono aperti a tutti – spiega Cristina Giachi, responsabile Scuola dell'Anci – Oltre a musei, cinema e centri congressi, potrebbero partecipare anche hotel, bed & breakfast e persino appartamenti singoli, purché le strutture rispettino i requisiti di capienza e sicurezza». Una iniziativa che, mentre Mariastella Gelmini di Forza Italia ironizza «manca solo la proposta di far lezione sotto i ponti», induce il Ministero a una precisazione. «Bene che gli Enti locali siano impegnati nella ricerca di spazi alternativi» ma questi spazi «dovranno essere sempre adeguati a ospitare studentesse e studenti» si legge in una nota in cui si ricorda che anche a viale Trastevere si lavora «senza sosta per risolvere le ultime criticità e riportare tutti a scuola». L'idea di B&b e hotel non piace neppure a Italia Viva: «Uno scenario che con la scuole ha poco a che fare» dice Gabriele Toccafondi.Fatti i conti, spiega Giannelli, le esigenze sarebbero addirittura inferiori alle previsioni, con un fabbisogno pari a tre nuove classi per ognuno degli ottomila Comuni: «Ma ci sono criticità a macchia di leopardo, con realtà territoriali dove ci sono necessità ben più ampie. I problemi maggiori sono nelle grandi città come Roma. Commenta Matteo Orfini, Pd: «Il fatto che tutto il dibattito sia stato sui banchi con le rotelle la dice lunga sull'incapacità di progettare… Adesso però lavoriamo per riaprire, possibilmente senza scaricare tutto sui dirigenti scolastici». Le situazioni di maggiore sovaffollamento riguardano gli istituti superiori: «Stimiamo che nel 20-30% le scuole non riusciranno a mantenere il distanziamento, quindi serviranno spazi esterni – conferma Mario Rusconi, presidente dell'Anp del Lazio – A Milano per esempio stanno organizzando mega-container per le lezioni». In questo quadro quindi il ricorso alla didattica a distanza sarà inevitabile: «Significa che in una classe di 27 alunni, una ventina faranno lezione in classe e 5 a rotazione faranno lezione da casa». A soffrire maggiormente saranno le grandi città del centro-sud, anche a causa delle difficoltà a prevedere un aumento del numero delle corso dei bus per organizzare entrate scaglionate. I trasporti, infatti, sono un altro dei nodi da sciogliere. Oggi la questione sarà sul tavolo dell'incontro convocato dal governo per sanare lo scontro con le Regioni sulle misure di sicurezza da osservare sui mezzi pubblici: la richiesta dei governatori sarà di un miliardo per ampliare le linee di trasporto pubblico locale, mentre mercoledì si conoscerà il nome dell'azienda, tra le 14 che hanno partecipato al bando europeo indetto dal commissario straordinario Domenico Arcuri per la fornitura di tre milioni di banchi monoposto: dovranno essere forniti tra l'8 e il 12 settembre. —