Caos banchi e organici. E il movimento «Priorità alla scuola» torna in piazza il 26 settembre
«Purtroppo la scuola non riaprirà nemmeno nei modi e nei tempi pre-Covid». Epopea banchi con, e senza, rotelle: il bando per oltre 2 milioni di banchi slitta al 12 agosto, consegna entro il 12 settembre
Roberto Ciccarelli
A 46 giorni dall’inizio del nuovo anno scolastico nella pandemia tutto è in alto mare e la tempesta è in arrivo. A cominciare dall’epopea dei banchi, con o senza rotelle: 2.019.230 banchi tradizionali nuovi di zecca e oltre 400 mila «innovativi» – cioè quelli che serviranno da autoscontro in classe, dovranno essere prodotti e consegnati entro il prossimo 12 settembre, due giorni prima della prima campanella fissata il 14. Una manciata di giorni dopo gli istituti dovranno richiudere di nuovo perché il 20 e 21 settembre si terranno le elezioni in sette regioni dal Veneto alla Puglia. Ieri in commissione cultura alla Camera il commissario straordinario anche agli arredi scolastici Domenico Arcuti ha spostato le lancette del count-down: anziché scadere oggi il bando scadrà il 5 agosto. La firma del contratto con l’aggiudicatario o gli aggiudicatari è slittata dal 7 al 12 agosto. Lo slittamento ha fatto imbizzarrire ancora di più i produttori italiani. Assoufficio parla di «una mala gestione» e di «ritardo mostruoso nell’indire il bando» di cui il governo è «responsabile». «Sui banchi la pezza è peggio del buco». «I quantitativi non sono certo diminuiti e le ore di una giornata non siamo ancora riusciti a moltiplicarle». Ma Arcuri è stato inflessibile: «La produzione nazionale dichiara di non avere la capacità di soddisfare interamente il fabbisogno». Riuscirà il miracolo ai concorrenti esteri, se arriveranno?
Altro caso rovente è il problema degli organici. Ieri le regioni hanno protestato con la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina lamentando tutte le incertezze del governo su risorse, organico e tempistica. Le regioni hanno chiesto il reintegro immediato dei 1.090 docenti sui posti comuni per riportare il contingente per il 2020-2021 ai livelli dell’attuale anno scolastico, insieme alla garanzia del mantenimento anche per il prossimo anno dell’attuale numero di autonomie scolastiche, eliminando in via temporanea l’automatismo del dimensionamento. Il Miur ha ribadito di avere chiesto al Mef oltre 80mila assunzioni a tempo indeterminato per i docenti. E si parla di 50 mila precari, oltre a una quantità indefinita di non specializzati che si dichiareranno a disposizione. A questa incertezza sui tempi, e dopo le polemiche sui concorsi, si è aggiunto in questi giorni un altro caos: il sistema di gestione di inserimento delle domande di Gps (Graduatorio provinciali per le supplenze) è andato in tilt. La piattaforma dovrebbe semplificare le procedure per trovare i supplenti. All’incirca un milione di precari di seconda e terza fascia dovrà essere inserito. Da questo data base saranno estratti gli oltre duecentomila precari, un record, che dovranno fare supplenza l’anno prossimo. Domani Flc, Fp e Filcams Cgil manifesteranno davanti al Ministero dell’Istruzione a Roma.
Ma tutto potrebbe ancora cambiare a fine agosto quando Arcuri ha confermato che ci sarà una verifica dello stato dell’epidemia e delle misure di protezione e anche delle mascherine. Tutto dipenderà dallo stato dell’epidemia allora. Il Comitato tecnico scientifico potrebbe cambiarle anche dopo. In questa indeterminatezza ieri la viceministra dell’Istruzione Anna Ascani ha detto di avere inviato al Cts il documento di indirizzo e orientamento per la ripresa delle attività in presenza per la fascia 0-6.
Il movimento «Priorità alla scuola» si è portato avanti con il lavoro e ha annunciato una manifestazione generale per sabato 26 settembre: «Purtroppo la scuola non riaprirà nemmeno nei modi e nei tempi pre-Covid». Il movimento chiede, tra l’altro, una soluzione definita del precariato scolastico e un piano pluriennale di investimenti per tutta l’istruzione a partire dalle risorse del Recovery fund.