Camusso: la scuola pubblica sia nazionale e laica
Il segretario generale della Cgil all'incontro per le elezioni delle rsu della scuola: "La scommessa è quella di mantenere i cervelli e non pensare al lavoro come un sostituto dell'istruzione". Pantaleo (Flc Cgil): "No a operazioni classiste"
Vorremmo una scuola pubblica nazionale e laica dove poter rimettere le radici del Paese. Quando si affacciano progetti come quello della Regione Lombardia, che pensa che al posto di incrementare l'obbligo scolastico si possa continuare a costruire un canale secondario per chi non può stare nella scuola, sembra si voglia tornare negli anni '50". E' il monito lanciato stamattina (20 febbraio) dal segretario della Cgil Susanna Camusso a margine dell'incontro per le elezioni delle Rsu della scuola che si è tenuto all'Auditorium Parco della musica di Roma.
La manifestazione organizzata dalla Flc Cgil è iniziata alle ore 10.30 ed è stata dedicata alle elezioni dei rappresentanti sindacali, per i delegati e le delegate di Scuola, Università, Enti di Ricerca, Afam. Alla manifestazione oltre alla Camusso ha partecipato anche Domenico Pantaleo, segretario generale della Flc.
Il programma ha visto l'esecuzione di brani di musica classica da parte dell'Orchestra Nazionale dei Conservatori diretta dal maestro Fabio Mastrangelo, una performance degli allievi dell'Accademia di Arte Drammatica di Roma, e interventi di alcuni delegati dei comparti della conoscenza. Nel corso della mattinata sono stati anche proiettati video e immagini realizzati ad hoc per la campagna ‘Ricostruiamo l'Italia' e le elezioni Rsu che si terranno il 5, 6 e 7 marzo prossimi.
"Abolire il valore legale del titolo di studio in un paese dove il diritto allo studio non viene garantito a tutti significa fare un'operazione classista, un'operazione che consente di affermarsi nella vita sulla base della propria provenienza familiare e dei soldi", ha invece detto il segretario generale Flc, Domenico Pantaleo, concludendo il concerto dell'orchestra dei conservatori italiani. "Noi abbiamo bisogno di una società che garantisce a quelli che hanno competenze e talenti di potersi affermare senza bisogno di raccomandazioni o di un padre avvocato o dottore - ha aggiunto - L'abolizione del valore legale reintroduce invece l'idea esattamente opposta".
"L'istruzione deve essere nazionale –ha affermato dal palco Susanna Camusso – perché ogni regione non può andare per i fatti suoi a costruire discriminazione". Camusso ha poi ricordato come quello che ha cambiato il Paese nel boom economico non è stato solo il lavoro ma il fatto che l'istruzione da diritto di pochi sia diventata diritto obbligatorio e collettivo".
Il segretario generale della Cgil si è poi rivolto direttamente al ministro dell'Istruzione Francesco Profumo: "Che nesso c'è tra l'idea di fondare sulla conoscenza il futuro e il troppo silenzio anche sui temi del lavoro e della precarietà nell'istruzione? – si è chiesta - Ad un Paese che ci chiede di lavorare fino a 70 anni bisogna intanto dire che allora non si va a lavorare a 15 anni, che bisogna andarci formati, in grado di affrontare quel lavoro e in grado di poter scegliere il lavoro".
La scommessa dell'istruzione, ha concluso Camusso, deve essere quella di "mantenere i cervelli dentro il paese e non pensare al lavoro come un sostituto dell'istruzione: dall'istruzione vengono le idee e la ricchezza e la possibilità di ridisegnare che cos'è il lavoro".