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Camera al lavoro sul ddl La Buona Scuola: ma sarà una settimana di proteste

04/05/2015
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Il Messaggero

Alla Camera i lavori sul ddl Buona scuola procedono “in un clima sereno”. Più agitata invece la “base”, che promette cortei, flash mob e proteste. Quella che si sta per aprire sarà una settimana “calda” per il mondo della scuola. Anche oggi, nonostante fosse domenica, la Commissione Cultura e Istruzione di Montecitorio ha lavorato da mattina a sera per approvare gli emendamenti al ddl, mentre insegnanti e studenti hanno ribadito l'intenzione di manifestare il loro dissenso nei confronti della riforma con mobilitazioni a partire da domani. Martedì poi lo sciopero nazionale indetto dai sindacati. Si comincia allora domani mattina con un incontro di Link-Coordinamento universitario alla Camera per chiedere quali sono le prospettive del reclutamento, mentre in serata è annunciato un nuovo flash mob dei docenti, intitolato “selfie mob” e promosso dal coordinamento nazionale 23 aprile. I prof si ritroveranno in 100 piazze italiane, vestiti a lutto, per promuovere «una lettura corale degli art. 3, 21, 33, 34 e 97 della Costituzione italiana, che verrebbero violati dal ddl». A Roma l'appuntamento è in piazza Montecitorio, davanti alla Camera, dove in contemporanea la Commissione starà votando gli articoli del ddl.

Intanto oggi i deputati sono andati avanti con la discussione «in un clima sereno», spiega la maggioranza, e con «un'opposizione costruttiva». Assenti gli esponenti del M5s, che da giovedì hanno abbandonato i lavori in segno di protesta. Nel corso della giornata è stato approvato l'articolo 2, relativo all'autonomia e all'offerta formativa, che - afferma il sottosegretario all'Istruzione, Davide Faraone - restituisce alle scuole «maggiore autonomia» e garantisce un «maggiore coinvolgimento», perché «la scuola è di tutti, tutti saranno coinvolti». Mitigati allora i poteri dei presidi: il piano dell'offerta formativa non sarà elaborato dal dirigente scolastico, come inizialmente previsto, ma dal Collegio dei docenti, su spinta del preside, e approvato dal Consiglio d'Istituto. Il piano determinerà quanti e quali docenti servono a ogni istituto per i posti comuni, per quelli di sostegno e per il potenziamento dell'offerta formativa.
Disco verde anche per l'articolo 3, sul percorso formativo degli studenti: «gli studenti potranno personalizzare il proprio percorso di studi», ribadisce su Twitter, Faraone. La Commissione ha dato il via libera poi alla promozione dei cibi biologici e dei prodotti a km zero nelle mense, all'educazione alla parità di genere, alle scuole aperte per attività ricreative anche in estate e a più fondi agli istituti di Alta formazione artistica, musicale e coreutica.

Tra le altre novità, l'utilizzo di docenti formati appositamente per l'insegnamento di musica, inglese ed educazione motoria nella scuola primaria. L'emendamento consente agli istituti scolastici di utilizzare per l'insegnamento di queste tre materie «nell'ambito delle risorse di organico disponibili, docenti abilitati all'insegnamento per la scuola primaria in possesso di competenze certificate, nonché docenti abilitati all'insegnamento anche di altri gradi di istruzione in qualità di specialisti ai quali è assicurata una specifica formazione nell'ambito del Piano nazionale». In sostanza i prof potranno "migrare" ed essere prestati dalle Medie alle Primarie. Via libera anche a un emendamento che prevede l'insegnamento della parità di genere in tutti gli istituti.

Approvati due emendamenti di Forza Italia all'articolo 4: un'apposita sezione per l'alternanza scuola-lavoro nel registro delle imprese e l'istituzione di un ruolo speciale per le scuole in carcere. «Ritengo quest'ultimo un grande passo in avanti per il diritto all'istruzione e per il recupero nella società dei carcerati» ha commentato Elena Centemero, responsabile scuola e università di Forza Italia. Ma conclude «il no del Governo all'emendamento di Forza Italia che proponeva l'insegnamento obbligatorio di diritto ed economia in tutti gli istituti superiori è un errore e un'occasione persa».           


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