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Buste trasparenti, concorso da rifare così va a rotoli la Scuola pubblica

E tuttavia, con le regole del gioco vigenti, i diritti di chi ha vinto il concorso e l'interesse pubblico rappresentato dalla continuità di servizio del sistema scolastico devono poter prevalere

31/08/2012
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Corriere della sera

 Tutto sbagliato, tutto da rifare. Il 18 luglio scorso, il Tar della Lombardia aveva annullato il concorso che aveva portato alla designazione di 355 nuovi dirigenti scolastici: attraverso le buste utilizzate per le prove di esame, era possibile leggere il nome del candidato. Mercoledì scorso, il Consiglio di Stato ha annullato la sospensione della sentenza che aveva ottenuto il ministero. Le conseguenze sono gravi. Tutti i vincitori vedono messo in discussione il risultato conseguito. E solo per un vizio di forma. Una scuola lombarda su due rimane senza preside, con la necessità di definire reggenze temporanee per di più a valere su più istituti.
Forti sono le ricadute negative, in termini di qualità dell'organizzazione didattica e di continuità di servizio, per alunni e famiglie in apertura dell'anno scolastico. Ed è facile prevedere che il caso lombardo farà da apripista a una sequela di ricorsi in tutto il Paese, se è vero che le buste erano identiche da Bolzano a Trapani.
Certo, sarà necessario ricostruire l'accaduto, dando contezza di come sia stato possibile disegnare un concorso su base nazionale senza rispettare il requisito di anonimato dei candidati. Certo, sarà necessario accertare, nelle sedi opportune, se vi siano stati singoli casi in cui il vizio che ha segnato lo svolgimento delle prove possa aver danneggiato a seguito di atti, che sarebbero di necessità penalmente rilevanti, alcuni tra i ricorrenti. Più in generale, è bene prendere sul serio chi vede anche questo caso come dimostrazione della necessità di ripensare le regole del gioco nel pubblico impiego. Va posto fine a una situazione in cui non fare o bloccare è enormemente più facile di quanto non lo sia mettere in discussione posizioni acquisite o correggere decisioni sbagliate.
E tuttavia, con le regole del gioco vigenti, i diritti di chi ha vinto il concorso e l'interesse pubblico rappresentato dalla continuità di servizio del sistema scolastico devono poter prevalere. Lo Stato è chiamato ad assumere un atto urgente di convalida del procedimento. Affinché, proprio nella scuola, il Paese dia prova di non andare in crisi per una busta mal scelta. In caso contrario, rivivremmo il triste paradosso di uno Stato che, inappuntabile sul piano formale e procedurale, disattende la sostanza della propria responsabilità di fronte ai cittadini.
Fabio Pammolli
 


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