Bresciaoggi-Una scuola che nega i diritti dei bambini
Una scuola che nega i diritti dei bambini Signor direttore, in una società in cui i bisogni degli adulti e i loro ritmi frenetici sono al primo posto e rischiano di travolgere i bambini dimentica...
Una scuola che nega i diritti dei bambini
Signor direttore, in una società in cui i bisogni degli adulti e i loro ritmi frenetici sono al primo posto e rischiano di travolgere i bambini dimenticando le loro oggettive necessità fisiche, psicologiche, affettivo-emotive, si prospetta una scuola che ulteriormente aggraverà la situazione negando anch'essa alcuni diritti fondamentali dei bambini. La riforma Moratti prevede tra l'altro: - la possibilità di inserire nella scuola dell'infanzia bambini di due anni e quattro mesi; - la possibilità di iscrivere nella scuola elementare bambini di cinque anni e quattro mesi. Un bambino di 2 anni e 4 mesi è attualmente inserito in una struttura scolastica, frequenta l'asilo nido in un gruppo di otto bambini di età omogenea di cui è responsabile un'educatrice. La struttura è adeguata a esigenze, tempi, ritmi e bisogni di un bambino di questa età (dieta idoena, arredi adatti e specifici, proposte didattiche, personale per i cambi e le necessità logistiche, spazi per il riposo...). Da settembre, con la riforma Moratti, un bambino di questa età (2 anni e 4 mesi) potrà frequentare la scuola dell'infanzia, sarà "catapultato" in una realtà troppo diversa che non potrà tenere conto, nello stesso modo, dei suoi bisogni preziosi e delicati. La scuola dell'infanzia infatti prevede: - classi composte da 25/28 bambini di età eterogenea (da 3 a 6 anni); - due insegnanti compresenti solo per due ore (dove la scuola funziona otto ore al giorno); - senza ore di compresenza nelle scuole dove è in vigore il servizio anticipo e posticipo dell'orario scolastico; - pasti che arrivano precotti da mense centralizzate (adatti ai bambini dai 3 ai 6 anni); - personale ausiliario non sicuramente sufficiente per rispondere ai bisogni di bambini piccolissimi (cambi, lavaggi, ecc.); - arredi e spazi idonei solo per i bambini dai 3 ai 6 anni. Non sono previste a tutt'oggi nella scuola dell'infanzia: - strutture adeguate per il cambio e il lavaggio dei bambini piccolissimi (fasciatoi, vasche apposite...); - ambienti e arredi per il riposino pomeridiano (ancora indispensabile per i bambini di quest'età) e relativo personale per la sorveglianza. Per quanto riguarda l'ingresso anticipato alla scuola dell'obbligo riteniamo che un bambino di 5 anni e 4 mesi inserito frettolosamente e pericolosamente nella scuola elementare venga privato di tutte le esperienze assolutamente indispensabili per l'acquisizione dei prerequisiti necessari ad un inserimento sereno e rispettoso nei suoi tempi psicologici ed affettivo-emotivi. La scuola dell'infanzia, che in questi ultimi anni ha raggiunto un alto standard qualitativo, affermandosi come vera scuola, si aspettava nella riforma un maggior riconoscimento in questa direzione; si troverà invece ad avere un ruolo marcatamente assistenziale, mortificando il ruolo altamente educativo raggiunto in questi anni (progettualità degli interventi educativi e didattici, allestimento di laboratori, lavoro di intersersezione, uscite didattiche, rapporti con gli enti presenti sul territorio, collaboratori esterni per progetti didattici...). Le insegnanti
della scuola materna
statale di Collebeato
Insegnanti e genitori
del XVI Circolo
didattico di Brescia
(seguono 272 firme)