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Brescia Oggi-Al via con 1500 cattedre vacanti-L'allarme dei sindacati: "Sempre più grave la dispersione scolastica nei Cfp"

Al via con 1.500 cattedre vacanti" L'anno scolastico prepara il debutto L'allarme dei sindacati: "Sempre più grave la dispersione scolastica nei Cfp" di Mario Mattei Per il mon...

07/09/2004
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Bresciaoggi

Al via con 1.500 cattedre vacanti"
L'anno scolastico prepara il debutto
L'allarme dei sindacati: "Sempre più grave la dispersione scolastica nei Cfp"
di Mario Mattei

Per il mondo della scuola oggi è l'ultimo giorno di vacanza. Sembrano volati questi tre mesi di ferie, due per chi ha sostenuto gli esami, tra una settimana al mare e una in montagna, tra un ripasso distratto di letteratura e un esercizio di matematica svolto controvoglia; qualcuno ha dovuto studiare per recuperare i debiti e qualcun'altro rimugina ancora per una bocciatura. Ma tant'è, domani la campanella suonerà per tutti.
Ma a ventiquattr'ore dal via il meccanismo pare non ancora perfettamente oliato. A denunciarne difetti, carenze e ritardi sono congiuntamente i rappresentanti scuola delle tre più importanti associazioni sindacali che bocciano la legge Moratti da quest'anno in vigore per tutte le classi fino al primo anno della scuola media. "La legge Moratti - afferma Enrico Franceschini della Cisl - entra in vigore per la scuola primaria, ma sulla secondaria ancora il silenzio è assoluto. Il tempo stringe, le deleghe scadono nella primavera del 2005 e per quel momento bisognerà essere pronti. Ma questa è una legge che per ora non soddisfa nè le famiglie nè gli istituti, c'è carenza di organico e tutte le scuole sono in difficoltà con gli orari".
LE NOMINE. Ancora non si è risolto il "pasticciaccio" delle nomine annuali. A Brescia erano circa 3100 i posti da assegnare: assegnati i 1600 destinati al personale Ata, 1500 sono invece le cattedre ancora vacanti, che tali resteranno fino al 20 settembre. Infatti, dopo l'elaborazione delle graduatorie definitive, c'è un preciso calendario che stabilisce i giorni in cui verranno assegnati i posti: l'otto settembre per la scuola dell'infanzia, dal 10 al 15 per la scuola primaria, dal 13 al 20 per la secondaria, e "se non ci saranno disguidi come quelli dei giorni scorsi", afferma Santo Gaffurini di Cgil, "il 20 si partirà. Ma come si vede la situazione è paradossale: la scuola non è un motore diesel che va scaldato prima di partire; se si dice che si parte l'otto, l'otto si deve partire. In quest'ottica rientra la scelta, per nulla sorprendente, di alcuni istituti che faranno partire il servizio mensa il 20: come si vede, c'è coerenza nella disfunzione...E non più tardi di 2-3 anni fa per le scuole era motivo di orgoglio partire con l'orario definitivo; oggi invece partono con il provvisorio". Emblematico quanto avviene a Lumezzane, locazione lavorativa storicamente poco ambita: tra elementari e medie sono ancora 30 i posti in ballo. Da verificare inoltre cosa accadrà nelle località di montagna dove la nomina prevede punti doppi in graduatoria.
LA QUESTIONE DISPERSIONE. Cgil, Cisl e Uil esprimono "grande preoccupazione" per fenomeno della dispersione giovanile che ha caratterizzato i ragazzi che avevano scelto la strada dei Cfp. 1500 le domande presentate, ma solo la metà, tramite sorteggio, è stata soddisfatta: i 34 corsi accettano 22 studenti ciascuno, "ma gli altri, di cui non si può fare una stima, forse sono 800, dove finiscono?", si chiede ancora Franceschini, che prova anche a dare una risposta: "A lavorare in nero, ma in ogni caso questo rappresenta per loro un anno buttato via. E non si sa chi dovrebbe prendersi la briga di controllare, se le famiglie, o le scuole, oppure gli stessi sindaci dei comuni". Questo in un momento in cui Brescia va in controtendenza rispetto alla situazione nazionale: sempre meno ragazzi scelgono licei e istituti tecnici, sempre di più la scuola di formazione professionale, "ma, come si vede, la richiesta non viene soddisfatta", sottolineano i sindacati.
IL "TUTOR". Un'altra situazione controversa riguarda una delle nuove figure introdotte dal decreto Moratti, quella del "tutor". Brescia è stata una delle prime città a livello nazionale a emettere delle delibere a riguardo, "ma l'unica novità recente è una lettera da parte del direttore generale del Ministero che minaccia gli istituti di applicare alla lettera le indicazioni contenute dalla legge", afferma Ugo Nappi della Uil; che insiste: "Noi sappiamo che non sono partiti ancora in corsi di formazione, e nella legge nemmeno è indicato il "quando"; ma dovendo occuparsi di rapporti con le famiglie, orientamento e portfolio ogni insegnante si può considerare un tutor. Questa è stata l'indicazione che gli istituti bresciani hanno fatto pervenire al Ministero, che però se ne è risentito". L'istituzione del tutor, che si assumerebbe praticamente l'onere di tutte le ore d'insegnamento alle elementari con la conseguente reintroduzione dell'insegnante unico, secondo le associazioni sindacali non rappresenta altro che un'escamotage di tipo economico: "Infatti - dice ancora Gaffurini - questo comporterebbe il taglio di 20 mila posti di lavoro, mentre dall'altro lato il compenso che spetta ai tutor è di nove euro al mese. Crediamo che il tutor non sia una figura ma piuttosto una funzione e che tutti gli insegnanti, specialmente nella scuola d'infanzia ed elementare, possano ricoprire il ruolo. Se è una decisione pedagogica, ben venga; se serve solo a creare gerarchie, è meglio lasciar perdere". In conclusione Gaffurini constata amaramente: "Ci inventiamo il tutor, ma il primo risultato tangibile che abbiamo è l'incremento della dispersione. È evidente che ci sono difficoltà interpretative della Legge Moratti".
Un pensiero infine va alla tragedia della scuola di Beslam: "Crediamo che l'inizio dell'anno scolastico non possa fare a meno di essere caratterizzato da quanto accaduto nei giorni scorsi in Ossezia. Ci sembra opportuno che ogni istituto, secondo le modalità che maggiormente preferisce, mediti e rifletta su quanto accaduto la settimana scorsa".


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