FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3902727
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Bologna divisa dal referendum. Carrozza: tutelare tutti i bambini

Bologna divisa dal referendum. Carrozza: tutelare tutti i bambini

Polemiche e tensioni per la consultazione di domenica sulle scuole per l'infanzia. E la questione ormai valica i confini della città

22/05/2013
Decrease text size Increase text size
l'Unità

Bologna è spaccata, a pochi giorni dal referendum consultivo che, domenica, chiederà ai cittadini di esprimersi sul mantenimento dei finanziamenti pubblici alle scuole per l'infanzia. Spaccata fra laici e cattolici. E spaccata pure fra sinistra, e «sinistra- sinistra>', in una serie di continui battibecchi che seguono la lite fra il sindaco Virginio Merola ed il governatore pugliese e leader di Sel, Nichi Vendola. Fino a porre un punto di domanda sulla tenuta stessa della maggioranza Democratici- Sel a Palazzo d'Accursio. E fino a segnare una linea divisoria in casa Cgil, fra pubblici promotori del quesito "A" per la cancellazione dei finanziamenti, dalla Fiom alla Flc, e più sobri sostenitori della necessità di chiedere allo Stato di fare di più, facendosi carico di una quota maggiore degli asili cittadini che ora gravano per larga maggioranza sulle casse del Comune. E così, anche ieri, lo scontro fra «Guelfi e Ghibellini» che, per molti, sarebbe stato preferibile evitare, si è arricchito di nuove chiamate alle armi, e di nuove dichiarazioni di voto. A iniziare dall'intervento del ministro dell'Istruzione Maria Chiara Carrozza. «Dobbiamo pensare ai bambini che devono andare a scuola e garantire la copertura per tutti - le sue parole, ad un convegno sulla scuola in casa Cisl a Firenze -. Quindi l'interesse mio, e del ministero, è quello di appoggiare gli accordi che vedono il ruolo delle paritarie, per coprire tutti i posti». L'intervento arriva a pochi giorni dall'endorsement pro "B" (che chiede che i finanziamenti del Comune siano mantenuti) da parte dell'ex premier Romano Prodi, che lunedì aveva scritto sul suo sito: «Perché bocciare un accordo che ha funzionato per tantissimi anni, e che ha permesso di ampliare almeno un po' il numero dei bambini ammessi alla scuola dell'infanzia». Parere condiviso dal ministro, che ribadisce come il referendum abbia dato «un inquadramento politico che va al di là della necessità, per i bambini, di avere una risposta a settembre. Le scuole paritarie hanno degli obblighi da rispettare. E hanno un valore importante, perché offrono un servizio». Carrozza difenda «la scuola pubblica, laica e inclusiva - la replica di Mimmo Pantaleo, segretario generale Flc-Cgil -, anziché schierarsi a senso unico a favore delle paritarie». Proprio «perché bisogna occuparsi dei bambini - attacca il sindacalista - il ministro dovrebbe assicurare risorse. Molti Comuni, a partire da Bologna, non riescono più a garantire l'offerta pubblica». Ma il dibattito sui fondi ormai divenuto uno scontro fra big, ieri si è arricchito anche del duello a distanza fra il leader Udc Pier Ferdinando Casini e Stefano Rodotà, giurista e presidente onorario del comitato promotore del referendum, dalle colonne del Corriere. Per Rodotà i fondi alle paritarie sono illegittimi, in virtù dell'articolo 33 della Costituzione che sancisce come le scuole private possano esistere «senza oneri per lo Stato». «Ricostruzione fuorviante che, a mio parere, non trova riscontro nel dettato costituzionale», ribatte Casini. E meno male che, sin dall'inizio della campagna referendaria, Merola aveva chiesto che dell'appuntamento cittadino non si facesse una bandiera nazionale per, o contro, gli asili privati. A meno di una settimana dall'apertura delle urne, anche il deputato Pd Edoardo Patriarca chiede al segretario dei Democratici Guglielmo Epifani di metterci «la faccia, esprimendo il pieno sostegno del partito>, al primo cittadino felsineo, che «sta combattendo una battaglia di libertà, e la sta combattendo da solo». Da parte sua Merola, dopo settimane di campagna elettorale per la "B" motivata come legittima difesa delle politiche della sua giunta, e dei presupposti del proprio mandato, ha scelto per gli ultimi giorni prima della consultazione il silenzio. E insieme al rifiuto di fare nuove dichiarazioni sul tema, almeno fino a lunedì prossimo, ha precisato che qualunque sia l'esito della consultazione non cambierà idea sul "sistema integrato" pubbliche-private per i bimbi da O a 6 anni. Prima di firmare un'ordinanza che vieterà la propaganda riguardante il referendum per l'intera giornata di domenica, nel raggio di 300 metri dai seggi elettorali. Nessun riferimento viene fatto invece, nel documento, al silenzio chiesto dai referendari di Articolo 33 anche per la giornata di sabato, quando è fissata la festa finale in piazza Maggiore degli «avversari» per la "B". L'ordinanza «accoglie in parte le nostre preoccupazioni, ma le sposta tutte in una logica di sola tutela dell'ordine pubblico - commenta Articolo 33, che ieri ha aggiunto ai «suoi» nomi quello dell'attore Ascanio Celestini -. È evidente che il sindaco non ritiene che il sabato sia giorno di silenzio».


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33

I più letti

Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL