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"Bisogna eliminare il precariato nella scuola"

Lo ha detto il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini al Meeting di Cl: le supplenze non fanno bene né a chi le fa né a chi le riceve. Diversi i punti toccati nel corso dell'intervento a Rimini: tra le necessità impellenti, quelle di realizzare "aggiustamenti" alla media inferiore e di applicare la parità scolastica. Nessuna anticipazione chiara, però, sulle linee guida in CdM il 29 agosto

25/08/2014
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La Tecnica della Scuola

Alessandro Giuliani

Il governo intende eliminare il precariato nella scuola: lo ha detto il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini che, al Meeting di Cl, non ha però fornito alcun dettaglio su come ciò potrà avvenire rimandandoli ai prossimi giorni. "Le supplenze - si è limitato a dire Giannini - non fanno bene né a chi le fa né a chi le riceve".

Il responsabile del Miur ha toccato diversi argomenti, realizzando però anche in questo caso poco più dei flash. "Dobbiamo ripartire dall'idea che la scuola è di tutti, che assolve a una funzione educativa fondamentale. Una scuola che non sta nei salotti ma va in periferia, che la conosce. E' la scuola organizzata dallo Stato o dalla iniziativa privata e valutata per come si colloca davanti all'ultimo e che all'ultimo apre una via di scampo o una chance per emergere. E' questo il nostro obiettivo, per garantire anche al Paese una libertà di scelta educativa che non è stata garantita a nessuno".

Parlando della parità scolastica, il ministro ritiene che "la legge del 2001 va ripensata e applicata non per rispondere a un mondo o a un altro ma per rispondere a un sistema educativo globale. Il tema del finanziamento alle paritarie è stato fino ad ora o preteso o concesso o negato o negoziato".

Giannini ha quindi indicato nella scuola della media inferiore il segmento dell'istruzione pubblica che ha più bisogno di "interventi: la scuola media inferiore - ha detto - risente di tante mancate attenzioni e di aggiustamenti che vanno apportati".

Secondo il Ministro dobbiamo infine "recuperare la cultura ed il modello educativo italiano per rispondere alla grande domanda di Italia che cresce nel mondo: può diventare uno strumento di diplomazia culturale che in prospettiva salva molte vite. Serve un piano straordinario che consenta a centinaia di giovani dell'area del Mediterraneo ma anche dell'Iraq e della Siria di venire in Italia a studiare e avviare un percorso di confronto culturale con il nostro Paese: creeremmo un legame con le future classi dirigenti di quelle aree determinando - ha concluso Giannini - un futuro di collaborazione".


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