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Biella, studenti in classe alle 10 “Così non dormono sui banchi”
Un liceo sperimenta uno studio inglese: hanno ritmi fisici diversi
02/12/2012
La Stampa
GIUSEPPE BUFFA BIELLA
Ai ragazzi l’idea è subito piaciuta, ai genitori meno: entrare a scuola con tutto comodo, alle 10 e un quarto. Pausa-pranzo alle 13, poi di nuovo sui banchi fino alle 16,30. Si chiama «orario circadiano», roba studiata da scienziati di Oxford, sperimentata in Inghilterra ma sconosciuta in Italia. Il suo alfiere l’ha trovato a Biella, nel preside del liceo scientifico David Coen Sacerdotti: prof. di lungo corso, ma sempre aperto al nuovo. Fu uno dei primi a portare l’Ipad in classe, e ora ci prova con i bioritmi, sulla scia delle teorie di Russell G. Foster e di Till Roenneberg, biologi e fisiologi britannici.
La gran scoperta oxfordiana è che chi va a scuola più tardi impara di più, è più attento e più felice: «Secondo gli studiosi - spiega David Coen -, i ragazzi fra i 12 e i 22 anni hanno uno sfasamento di un paio d’ore, nei ritmi vitali, rispetto agli adulti. In pratica, per un adolescente alzarsi alle 7 è come per un adulto svegliarsi alle 5. Poi certo, i ragazzi si abituano. Ma non sempre. E non tutti».
L’indagine, pubblicata sulla rivista «Current Biology» nel 2008, sembra fatta apposta per non piacere ai genitori, perché demolisce molte loro convinzioni: «Ad esempio - incalza Coen -, diciamo tutti ai nostri figli che dovrebbero andare a letto prima, quando il mattino vediamo che faticano ad alzarsi. In realtà non è così: non è la mancanza di sonno che li fa essere più intorpiditi il mattino, ma una semplice questione di ritmi biologici, probabilmente collegati anche all’adolescenza e all’età dello sviluppo».
Non che il preside ci metta la mano sul fuoco, ma in Inghilterra l’esperimento è andato bene: «L’orario circadiano è stato introdotto alla Monkseaton High School, e gli studenti sono migliorati moltissimo. Specie quelli delle fasce più deboli e quelli che avevano più difficoltà di apprendimento». Nella versione, «british», in realtà, l’orario posticipato è stato preso alquanto sul serio, affiancato da sistemi di insegnamento «a intervallo» (tipo 15 minuti di lezione, 10 di basket, altri 15 di lezione) e dalla possibilità di studiare, o comunque di avere a disposizione testi e materiali didattici, anche a distanza, attraverso Internet. In Italia, per ora, ha battuto la pista «circadiana» solo un istituto tecnico privato di Traversetolo, in provincia di Parma. Il liceo scientifico di Biella vorrebbe partire l’anno prossimo: infatti ha presentato la novità proprio in questi giorni a «Versus», il salone dell’orientamento scolastico per gli alunni delle medie. «Entusiasti i ragazzi, perplessi i genitori», racconta il preside. Che ha consegnato lo studio dei biologi ai suoi insegnanti di scienze: «Non sono certi che possa funzionare, ma dicono che si fonda su basi serie».
Per far decollare il «circadiano», però, bisognerà trovare 25 allievi e formare una classe. E può darsi che l’ostilità dei genitori, preoccupati dallo stravolgimento dei propri ritmi di vita (e di lavoro) più che di quelli dei loro figli, renda l’impresa difficile. Senza contare le controindicazioni, che il professor Coen non vuole affatto nascondere: «Un corso di questo tipo è assolutamente inadatto, ad esempio, a chi fa sport a livello agonistico, oppure segue lezioni intensive di musica o di danza. Si deve anche sapere che, tornati da scuola alle 16,30, la giornata non è finita, perché bisogna fare i compiti esattamente come i ragazzi che entrano alle 7,50». Chi non ama le levatacce, dunque, è avvisato.