«Basta Grammar school». I laburisti inglesi contro le scuole statali d’élite
Il governo conservatore ne autorizza una nuova (dopo 50 anni di stop). L’opposizione: classiste. I pedagogisti: sbagliato selezionare i bambini a 11-12 anni
Il governo approva l’apertura di una nuova Grammar School a Sevenoaks, nel Kent, e in Gran Bretagna si scatena la polemica sull’istruzione d’élite. Perché per i laburisti la creazione di istituti che selezionano i bambini già ad undici anni rappresenta una sconfitta dell’idea di eguaglianza nel diritto alla cultura e alla formazione. L’antefatto risale ad almeno 50 anni fa, quando si scatenò la prima polemica politica contro queste scuole, che esistono in realtà già dal sedicesimo secolo. Riorganizzate con l’Educational Act del 1944, le Grammar school, che erano pensate come istituti adatti agli allievi che avevano intenzione di proseguire negli studi, finirono nella bufera tra il 1950 e il 1960 perché esponenti del partito laburista ed esperti di educazione fautori dell’uguaglianza, sostenevano che rafforzassero le divisione di classe e i privilegi dei giovani provenienti da famiglie benestanti. Per questo nel 1965 il Governo ha iniziato a lavorare per la riduzione delle Grammar School (che al momento sono 163 in Inghilterra contro le 3mila secondarie e solo 69 in Irlanda del Nord). In un clima del genere, a nessuno era più venuta l’idea di realizzarne di nuove. Fino a qualche giorno fa, quando il Governo ha annunciato di aver dato il benestare all’apertura di una ulteriore Grammar School per 450 allievi a Sevenoaks, come succursale della esistente Weald of Kent per ragazze. Una decisione che ha risvegliato dopo cinquant’anni le stesse polemiche.
«Selezione della specie»
La prima critica si fonda sul fatto che l’accesso alle Grammar school, istituti di secondo grado che si iniziano a dodici anni (all’età della nostra seconda media) non è libero e avviene attraverso un esame, che può generare apprensione e ansia nei ragazzi. I posti disponibili infatti sono pochi e i candidati molti. Così la preparazione viene portata avanti per mesi, a casa o attraverso lezioni private. Ed ecco la seconda ragione di contestazione. Perché ovviamente solo chi è benestante può permettersi un tutore, quindi l’accesso a queste scuole è possibile esclusivamente per una certa classe sociale. Secondo l’opposizione aprire nuovi istituti fondati su questi principi non significa certo dare basi paritarie alle nuove generazioni, ma il ministero insiste di aver solo concesso – a partire dal 2017 – un ampliamento di una scuola già esistente. Un’affermazione reale, che però per i detrattori dell’educazione d’élite suona come una scusa. Per loro le Grammar School non favoriscono la mobilità sociale ma al contrario rafforzano un sistema di classi e privilegi. Imponendo ai ragazzini una tensione, in vista dell’esame, che può finire per minare la loro autostima e sicurezza. Senza contare il prezzo di questa scelta per i genitori, costretti a chiedere aiuto ad un insegnante privato che in media chiede 20 sterline (oltre 27 euro) per ogni ora di lezione.