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“Basta bocciature, costano troppo” la nuova scuola della sinistra tedesca

Il progetto della coalizione Spd-Verdi in Bassa Sassonia

16/02/2013
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la Repubblica


ANDREA TARQUINI
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
BERLINO
— «Promozione garantita, no alla scuola di classe!». Forse chi di voi era teenager o già adulto decenni fa ricorda ancora gli slogan da maoismo egalitario dei post-sessantottini nostrani, da Potere Operaio a Lotta Continua. Slogan che sembrano rivivere nel programma di governo della coalizione rossoverde (Spd-ecologisti) in Bassa Sassonia, il vasto Stato industriale del nordovest tedesco, location della casa madre di Volkswagen. Sconfitta la Cdu di Angela Merkel alle recentissime elezioni regionali, il futuro governatore socialdemocratico Stephan Weil non si è ancora insediato, ma già propone radicali riforme del sistema scolastico. E scatena una bufera a livello federale: un vecchio dilemma, più meritocrazia o più aiuto ai deboli, spacca la società tedesca.
La nuova coalizione Spd-Verdi a Hannover, ha scritto ieri
Spiegel online,
ha in programma l’abolizione della bocciatura in tutte le scuole del Bundesland
(Stato federale). Sapete perché? Semplice: «Per risparmiare un’umiliazione personale a chi deve ripetere l’anno», ma anche per alleggerire le casse
pubbliche, visto che i ripetenti nell’intera Germania costano alla pubblica amministrazione un miliardo di euro all’anno. Poco rispetto agli aiuti alla Grecia
o al resto dell’Europa mediterranea, ma insomma in tempi di crisi non si scherza.
Fin qui la proposta della nuova «sinistra di governo» di Hannover.
Spiegel online
non ci sta. Jan Fleischhauer, uno dei suoi columnist più agguerriti (fu quello che, dopo la tragedia della Costa Concordia, asseriva che un capitano tedesco o britannico avrebbe agito meglio di Schettino) si scatena. Non senza buoni argomenti, in realtà. «Davvero questo sarebbe un passo eguaglianza e pari opportunità? Allora perché rimanere a metà strada, aboliamo anche i voti e le pagelle», scrive l’editorialista. Se andiamo avanti così, continua, tra poco arriveremo a discutere se un’ortografia corretta non diventi una barriera culturale discriminante e inaccettabile.
Egalitarismo o meritocrazia: dibattito eterno qui e non solo qui, almeno dal Sessantotto in poi. Il mio sospetto, suggerisce Fleischhauer, è che col pretesto di voler aiutare i figli dei ceti meno favoriti, in realtà il futuro governo di Hannover «vuole salvare
i pargoli della nuova borghesia “verde” dal disonore di una bocciatura». Sempre più spesso, egli ricorda, liberi professionisti e altri benestanti ricorrono ad avvocati dalle parcelle salate se il figlio porta a casa brutti voti. «Sempre meno gente nella nostra borghesia riesce ad accettare che la propria prole non brilli per intelligenza o volontà di apprendere, e ogni insegnante conosce i guai cui va incontro se rifiuta di dare l’assenso per l’accesso al liceo al figlio di un architetto», nota Fleischhauer. In Germania per passare dopo le elementari al Ginnasio (scuola superiore d’élite, anche quando è pubblica e gratis) ti serve l’approvazione del consiglio di classe.
Attenti all’egalitarismo di sinistra, è in sostanza il monito di Fleischhauer: proprio Stati da decenni a guida democristiana — Baviera, Baden-Wuerttemberg, o all’Est Turingia e Sassonia — la scuola meritocratica è più severa. Non classista, severa. E conquista un miglior rating a livello internazionale.


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