Azzolina: "A giorni chiudiamo le supplenze"
La ministra dell'Istruzione alla Camera: "Concorso straordinario in sicurezza, avvio dell'anno ordinato". Italia Viva: "Ci sono ancora 150 mila cattedre scoperte". I sindacati ai parlamentari: "Fermate la prova del 22 ottobre"
Corrado ZUnino
La ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina, chiamata in question time alla Camera a rispondere sul concorso straordinario per docenti precari (avversato dal Pd, oltreché dalle opposizioni) e sulla falsa partenza dell'Anno scolastico 2020-2021, dice, tetragona: "Con le Graduatorie provinciali per le supplenze, pubblicate in tempo utile e le convocazioni dei docenti realizzate in anticipo, abbiamo posto rimedio a errori di anni. Concluderemo le attribuizioni delle cattedre ai supplenti nell'arco di pochi giorni, l'anno scolastico è partito in maniera ordinata. Il sistema di controllo diffuso degli uffici ha rilevato per tempo le anomalie".
Sul concorso facilitato al tempo del Covid, ha detto la ministra: "Le prove inizieranno giovedì 22 ottobre con lo scritto al computer e proseguiranno con gli orali fino a metà novembre. Tutto sarà in assoluta sicurezza, senza assembramenti. Abbiamo organizzato ventimila postazioni, nelle stanze entreranno non più di dieci candidati alla volta. Ci saranno due turni di concorso, non avremo scuole chiuse. I docenti andranno in ruolo il prossimo anno scolastico. Vogliamo concorsi seri e nei prossimi mesi, chiusa questa prova straordinaria, partiranno i due concorsi ordinari per l'infanzia e la primaria, per le scuole superiori". Le preselettive di queste due prove sono previste già a novembre.
L'ex sottosegretario Gabriele Toccafondi, uomo della scuola per Italia Viva, forza di maggioranza che già aveva chiesto alla ministra di abbassare il livello della "propaganda ministeriale", ha ricordato: "Ci sono 150 mila posti vacanti coperti, ancora oggi, dopo duecento giorni a disposizione per organizzare la ripartenza scolastica. La situazione supplenti ogni stagione peggiora e quest'anno rischia di diventare esasperante, senza certezze, senza orari definitivi. Su una materia delicata come il sostegno, l'incertezza diventa un problema gigantesco". Diversi provveditorati, Torino, Milano, Firenze, Napoli, tra gli altri, sono ancora in alto mare con le nomine.
Per l'opposizione il leghista Rossano Sasso, dopo aver ricordato una studentessa oggi ferita in un istituto della provincia di Ragusa da una finestra caduta, ha parlato i danni delle Graduatorie Gps e l'nutile "selezione naturale" di un concorso "che lascerà fuori i precari in quarantena o con un raffreddore e gli aspiranti docenti che stanno sostenendo la prova del Tirocinio formativo attivo".
I cinque sindacati che da tempo si muovono in modo unitario - Cgil, Cisl, Uil, Gilda e Snals - hanno scritto una lettera ai parlamentari in cui chiedono di fermare il concorso straordinario del 22 ottobre e avviare un'altra modalità di reclutamento: "Questo concorso non produce alcun effetto immediato in termini di assunzioni mentre espone la scuola a un possibile aumento dei contagi". Maddalena Gissi, segretaria Cisl scuola: "La ministra Azzolina è spesso intenta a descrivere una realtà inesistente, forse sperando che ciò sia sufficiente a renderla conforme alla propria immaginazione e ai propri desideri. Quando è costretta ad affermare che i docenti saranno tutti al loro posto solo “fra pochi giorni”, e siamo a ottobre, conferma il riproporsi di una brutta consuetudine al ritardo, purtroppo già sperimentata e ricorrente, ma che quest’anno non era proprio da ritenersi ammissibile. In estate la ministra si era detta certa che le attività sarebbero partite dappertutto il 14 settembre, non pare sia andata così. Nessun problema con le 85.000 assunzioni in ruolo, tanto sbandierate ma di cui ne sono state fatte meno di 20.000. Nessun problema con le nuove graduatorie informatizzate, in realtà prodotte in ritardo e zeppe di errori".
Oggi l'Anquap, che rappresenta i dirigenti scolastici e i dirigenti amministrativi, ha chiesto al ministero dell'Istruzione di prorogare la possibilità di spesa dei finanziamenti ricevuti con il Decreto Rilancio che dovevano essere investiti dagli istituti entro oggi.