Avvenire - Riforma-bis dei cicli, è già scontro
SCUOLA Il documento presentato alla Moratti e ora al vaglio di associazioni e sindacati di categoria Riforma-bis dei cicli, è già scontro Prime indicazioni della commissione. Berlinguer...
SCUOLA Il documento presentato alla Moratti e ora al vaglio di associazioni e sindacati di categoria
Riforma-bis dei cicli, è già scontro
Prime indicazioni della commissione. Berlinguer: inaudite
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Milano. (E.Le.) Una nuova rivoluzione si profila nell'orizzonte della scuola italiana. "Congelata" la riforma dei cicli approvata dalla maggioranza di centrosinistra, sta prendendo forma il progetto del nuovo ministro Letizia Moratti. Ma quello che fu annunciato come un ripensamento dei punti critici della legge sospesa, sembra trasformarsi, stando alle prime indicazioni della commissione ministeriale esposte in un documento ora al vaglio dei sindacati e delle associazioni professionali di categoria, in una vera e propria "nuova" riforma. Tanto da far dire all'ex ministro Luigi Berlinguer, "papà" della riforma bloccata, di "un impianto talmente inaudito che stento a crederlo come vero".
Il testo uscito dalla commissione presieduta dal professor Giuseppe Bertagna, in effetti, qualche novità l'introduce, cancellando di fatto alcuni dei punti della riforma sotto esame.
In particolare sembrerebbe segnato il destino della scuola di base, ciclo unitario di sette anni. Una scuola cancellata ancora prima di muovere i primi passi. Si ipotizza nelle indicazioni della commissione il mantenimento dell'attuale struttura della scuola dell'obbligo: cinque anni di elementari e tre di scuola media. Dunque nessun cambio, anche se il progetto della commissione prevede che dopo il primo anno di scuola media lo studente debba scegliere tra due percorsi differenti. Il primo porta al proseguimento degli studi nella media e l'approdo alle superiori, mentre il secondo sarà finalizzato all'ingresso nella formazione professionale. Se elementari e medie resteranno ci sarà però la scelta di un "piano di studi unitario, continuo e progressivo organizzato in cicli biennali, dove si realizzi un più efficace raccordo tra l'ultimo anno delle elementari e il primo delle medie".
E la scuola superiore? Dovrebbe diventare un ciclo di quattro anni, dunque perdendone uno. Inoltre sarebbe affiancato da un "percorso graduale e continuo di formazione professionale dai 14 ai 21 anni" (dunque parallelo anche al percorso universitario) abilitato a rilasciare tre titoli di studio: "qualifica professionale, diploma professionale secondario e diploma professionale superiore".
Nelle raccomandazioni della commissione vi è anche un passaggio sui piani di studio nazionali obbligatori che "consentano più di ora sia percorsi e completamenti personalizzati da parte delle famiglie e degli studenti, sia una maggiore verifica comparativa nazionale dei risultati".
Ora il documento è all'esame di sindacati e associazioni di categoria, che dovranno inviare al ministero dell'Istruzione le proprie osservazioni sulle indicazioni della commissione Bertagna. Al termine di questo passaggio da viale Trastevere saranno prese le decisioni finali. Dunque un iter ancora in pieno svolgimento, ma sono bastate alcune indiscrezioni per creare polemica. Durissimo l'ex ministro Luigi Berlinguer che si augura di trovarsi davanti a "indiscrezioni" e non alle "conclusioni della commissione" perché altrimenti "quanto leggo è talmente inaudito che stento a crederlo vero". Negative le prime reazioni anche degli studenti dell'Uds, organizzazione vicino alla Quercia, e dell'Unicobas, una delle sigle sindacali autonome dei docenti.
Apprezzamento, invece, giunge dal responsabile scuola e Università di An, il senatore Giuseppe Valditara, che parla di "punti di partenza interessante, che va, però, approfondito. Apprezziamo il fatto che si sia conservata la tradizionale scansione tra scuola elementare e media, mentre per le superiori occorre investire sulla qualità".