Avvenire-L'avido lettore? Sta alle elementari
L'avido lettore? Sta alle elementari LIBRI PER RAGAZZI Alla vigilia della Fiera di Bologna, gli ultimi dati rivelano che nel passaggio dalla fascia d'età 6-10 anni a quella 11-14 c'è un crollo nel...
L'avido lettore? Sta alle elementari
LIBRI PER RAGAZZI
Alla vigilia della Fiera di Bologna, gli ultimi dati rivelano che nel passaggio dalla fascia d'età 6-10 anni a quella 11-14 c'è un crollo nella lettura: si passa dal 76,6% al 29,7%
Un mercato in crescita anche grazie a Harry Potter e Geronimo Stilton, ma
in Spagna, Germania e Usa
i ragazzi leggono di più
Di Giuliano Vigini
Uno dei dati che più fanno riflettere, anche ai fini di una comprensione dell'attuale fase che sta attraversando l'editoria per ragazzi, è quello che si può leggere nell'Indagine Multiscopo sulle famiglie (Istat) riguardante la lettura di libri nel tempo libero. Il dato è il seguente: nel passaggio dalla fascia d'età 6-10 a quella degli 11-14 anni c'è un crollo nella lettura di libri per bambini e ragazzi: si passa infatti dal 76,6% al 29,7%. Questo già dice eloquentemente quale possa essere la difficoltà di un'editoria che vede restringersi sempre più il proprio campo d'azione e come sia al tempo stesso complicato individuare tipologie narrative o filoni tematici che si sostituiscano al libro per ragazzi che è venuto meno in quella precisa fascia d'età. Evidentemente, i ragazzi vivono sempre più precocemente altre "stagioni" psicologiche e affettive, sentono di non appartenere più al mondo dei "piccoli" ma, non essendo ancora grandi, attraversano quella delicatissima età che si colloca tra gli 11 e i 14 anni come una "terra di nessuno", in cui spesso anche i libri finiscono con l'essere abbandonati o non trovare più il loro spazio vitale.
Tuttavia, gli editori italiani non demordono e si presentano a un appuntamento importante come la Fiera di Bologna con grande ricchezza di proposte, sempre più belle dal punto di vista dei contenuti non meno che della grafica. Anzi, dato che sono attivi più di 200 editori che hanno come attività esclusiva o prevalente la pubblicazione di libri per ragazzi, diventa perfino difficile seguire da vicino tanta operosità di idee e sfavillio di colori. Non sono soltanto i grandi o le case editrici ormai consolidate nel loro specifico ambito di mercato (Mondadori, Piemme, Walt Disney, Einaudi Ragazzi, Emme, Fabbri, De Agostini Ragazzi, Salani, Dami, Giunti, Motta Junior, Edicart, La Coccinella, Fatatrac, ecc.). Ci sono ormai un gran numero di case editrici piccole - tra le quali spiccano Arka, Art'è, Babalibri, Bohem Press Itali a, Interlinea, La Biblioteca, Nord-Sud, Sonda - che hanno saputo ritagliarsi spazi creativi e commerciali interessanti. Anche tra le case editrici cattoliche c'è stata una grande e innovativa spinta: basta pensare alla collana "Jam" della San Paolo, una delle più intelligenti e coraggiose iniziative di questi anni, ma anche alle proposte delle Edizioni Messaggero Padova, delle Paoline o della Jaca Book, molto attiva e originale anche in questo settore.
A conforto del lavoro svolto, non solo dalle case editrici, ma anche da numerosi enti che si occupano della promozione della lettura, il mercato del libro per ragazzi è cresciuto in libreria del 3,2%, salendo a 96 milioni di euro. Un dato positivo, anche se non è certo estraneo al risultato economico finale il massiccio effetto commerciale di Harry Potter V, della "premiata ditta" Stilton - ormai una multinazionale - e qualche lieve ritocco ai prezzi. Positivo se non altro perché sembra indicare un'inversione di tendenza rispetto all'andamento degli ultimi anni, in cui il mercato del libro per ragazzi ha subìto qualche rallentamento nella crescita. Bisogna tuttavia aspettare ancora a cantare vittoria, perché il calo (-13,1%) della produzione - pur abbondantemente attestata nel 2003 oltre i tremila titoli - non è di per sé un segnale del tutto incoraggiante, così come non lo è la consistente diminuzione (-20,3%) dei libri per ragazzi al di sotto degli 8 euro. Senza, naturalmente, che questo significhi che l'offerta di libri oggi disponibili (circa 25.000 titoli) sia meno ampia o meno abbordabile nel prezzo: sono infatti oltre 15.000 i titoli in commercio sotto gli 8 euro e poco meno di 5.000 quelli tra gli 8 e gli 11 euro.
Quello che si può comunque osservare, al di là delle situazioni contingenti o delle variazioni annuali del mercato, è che il settore ragazzi rappresenta ancora una piccola fetta della torta, se calcoliamo la percentuale delle vendite di libri per ragazzi in tutti i canali sul totale del fatturato librario. Tale percentuale - che valutiamo attualmente intorno al 4,6% - è inferiore di almeno 3-4 punti rispetto a quella di altri paesi editorialmente avanzati: dalla Spagna alla Germania alla Francia agli Stati Uniti. In quest'ultimo paese il mercato ragazzi viene addirittura al secondo posto in assoluto, a valore, e al terzo per numero di copie, pur essendo la quota di mercato più bassa rispetto a quella degli altri paesi qui nominati a titolo esemplificativo.
In Italia, di fatto, il mercato per ragazzi non è ancora diventato un vero e proprio mercato di massa, come dovrebbe essere. Senza arrivare ad affermare che è quasi un mercato di nicchia, si può però dire che è ancora, per gran parte, il mercato dei genitori (dei nonni, degli zii) che leggono. E siccome i genitori che leggono sono troppo pochi, si spiega perché il mercato resti confinato, pur progredendo, in un'area che non riesce a superare determinati confini. Il problema, in definitiva, è quello di un allargamento sostanziale della base della lettura che, se si verificasse, non solo aumenterebbe le vendite di libri per ragazzi ma creerebbe in prospettiva anche un più ampio e stabile mercato del libro per adulti.
Inoltre, ogni anno che passa, si avverte abbastanza chiaramente come questo settore - per quanto sempre configurabile come area specializzata, con alcune sue peculiari dinamiche editoriali, distributive e promozionali - in realtà sia sempre meno un comparto a sé stante e assuma invece la fisionomia di un segmento che si integra col resto, negli obiettivi e nelle strategie di sviluppo. Questo comporta, con alcuni vantaggi, anche una piccola dose di omologazione, ma soprattutto il rischio di finire in quella spirale produttivo-commerciale dove la macchina della velocità e del profitto immediato diventa il tritatutto, non tanto della qualità, quanto della durata dei libri. Nel mercato aperto non è certo impossibile, ma non è comunque nemmeno facile riuscire a sviluppare un catalogo coerente, se nza essere direttamente o indirettamente influenzati dalle "sirene" del mercato o da vincoli di altra natura.
Così, alla fine, il discorso rimbalza sul contesto mediatico e culturale, scolastico e familiare in cui il ragazzo si trova a vivere. Resta sempre questo, infatti, irrisolto, il problema di fondo, e la soluzione non dipende dall'uno o dall'altro, ma da uno sforzo corale nel ricercare nuovi equilibri in cui anche la lettura di libri possa inserirsi con naturalezza nella cultura e nella vita di tutti."