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Avvenire - Berchet: qui l'autogestione è bipartisan

SCUOLA Gli studenti: "L'estremismo non fa più presa come prima". Ieri in piazza docenti e personale non docente aderenti ai Cobas Berchet: qui l'autogestione è bipartisan Nel liceo milanese...

02/11/2001
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Avvenire

SCUOLA Gli studenti: "L'estremismo non fa più presa come prima". Ieri in piazza docenti e personale non docente aderenti ai Cobas

Berchet: qui l'autogestione è bipartisan

Nel liceo milanese dibattito a più voci con esperti di ogni schieramento
Assemblea sul G8: presenti deputati di Rifondazione ma anche di An con video dei no-global e della polizia

Lucia Bellaspiga

Milano. "Visto che si deve fare, tanto vale farlo bene". Il ragionamento non fa una grinza: Andrea Beneggi, 18 anni, terza liceo classico al Berchet di Milano, è di quelli che al non-senso delle occupazioni a orologeria (si deve fare) oppone il buon-senso del "male minore". "Molti di noi al Berchet la pensano così: visto che ogni anno a novembre si deve occupare, almeno che sia qualcosa di costruttivo. E infatti per noi è stato un momento di crescita".
È un'aria particolare quella che si respira al Berchet, dove la parola d'ordine è moderazione. Strano ma vero: qui occupazione si scrive senza kappa e vien da credere che possa essere utile tanto quanto un giorno di scuola normale, o addirittura di più. I "duri del collettivo" chiedono l'opinione della parte opposta, cioè di quelli che vorrebbero fare lezione. E quelli che vorrebbero fare lezione non si oppongono a muso duro né se ne stanno a casa in vacanza coatta, ma danno il loro apporto. Qui il preside accetta di buon grado la "cogestione" e invita i docenti a non ostacolarla. Ma quel che più colpisce è che il confronto - almeno nelle intenzioni - c'è davvero: non solo oratori politicamente corretti, "esperti" tutti schierati a sinistra, ospiti "alternativi" che nel medagliere espongono l'unico merito di "essere stati al G8" (ovviamente non nelle file dei poliziotti), o fumosi venditori di parole che in assemblea ammaestrano le masse (proprio come sotto le dittature...). "Da noi si organizza una scaletta di argomenti da trattare e la scuola invita gli esperti ritenuti più validi sui vari temi - spiega Giacomo Squicciarini, un altro studente -, facendo attenzione che rappresentino tutte le posizioni".
Nessun professore messo in angolo né registri requisiti dai ragazzi, dunque, ma co-gestione vera, votata a larga maggioranza dal collegio docenti (55 sì su 70). "Intendiamoci - sottolinea ora Tommaso Bardelli -, si tratta comunque di un blocco delle lezioni ed è per questo che da noi, a differenza che altrove, i docenti che vogliono tenere regolarmente le lezioni possono farlo". I temi caldi sono i soliti. Guerra, Moratti, e naturalmente il G8: "E chi glielo toglieva dalla testa? E poi alcuni di loro in quei giorni erano a Genova, guai a non dedicare una giornata al tema... Ma abbiamo cercato di attenuare un tasto così difficile invitando giornalisti non di parte, in grado di sostenere una dialettica. Lo stesso per parlare della riforma Moratti e dei rapporti tra culture e religioni: quelli del collettivo sono venuti da noi e, in un clima di totale distensione, ci hanno proposto di invitare i "nostri"". Se quindi i "collettivi" si sono rivolti a un parlamentare di Rifondazione comunista e a una anti-global "pestata dalla polizia a Genova", documentando le loro idee attraverso video girati dai centri sociali e da gruppi di manifestanti, l'altra metà dei ragazzi ha ottenuto i video delle forze dell'ordine, oltre alla presenza di un parlamentare di An e di un sindacalista della polizia. "È l'unico modo per tentare onestamente un confronto di idee - dicono gli studenti del Berchet -, anche se poi quasi sempre ognuno resta sulle sue posizioni, ma almeno non si fa demagogia allo stato puro".
Ci si stupisce nello scorrere la lista degli esperti chiamati a parlare nelle varie assemblee: sulla riforma Moratti i responsabili della Compagnia delle Opere Scuola, sul relativismo culturale "il preside dell'istituto Sacro Cuore, perché grande conoscitore di questioni orientali" e il giornalista libanese Camille Eid, sulla povertà dei popoli in guerra i volontari dell'Avsi e di Emergency, sull'islam un musulmano milanese e un docente universitario di Sociologia... Un panorama degno di un convegno con tutti i crismi, reso più originale dal fatto che i "contestatori" del Berchet invitano tra gli esperti anche Marco Fossati, che altri non è se non il loro stesso docente. "Negli ultimi due anni l'esperienza di cogestione è stata del tutto positiva - spiegano i ragazzi -, un miracolo in evoluzione, visto che solo 3 anni fa anche da noi c'era la classica "okkupazione" opprimente e violenta, decisa dai quattro gatti del collettivo, con i soliti danni alla scuola. Qualcosa è cambiato, e non solo qui al Berchet: la nostra sensazione è che gli estremisti della protesta non hanno più presa sulle masse come prima, ora la maggior parte ha bisogno di capire davvero ciò che avviene intorno a noi. Non a caso nelle assemblee regna la calma, tutti ascoltano tutti. Purtroppo alcuni prof ancora pensano che la cogestione sia solo una perdita di tempo, il male minore rispetto all'occupazione, e che se 800 di noi l'hanno votata è per fare vacanza. Ma se alla fine avrà fatto del bene anche a uno solo di noi, non sarà stato tempo perso".

Lucia Bellaspiga


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