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Avanti-Se la scuola rischia di sparire

Se la scuola rischia di sparire 'Il primo dei nostri doveri è di dare a voi giovani scuole di ogni ordine e grado, che vi consentano di sviluppare tutto il potenziale della vostra intelligenza, d...

24/11/2004
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Avanti!

Se la scuola rischia di sparire

'Il primo dei nostri doveri è di dare a voi giovani scuole di ogni ordine e grado, che vi consentano di sviluppare tutto il potenziale della vostra intelligenza, della vostra voglia di fare'. Il saggio richiamo del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, lanciato alcuni giorni or sono a Enna, rischia di arrivare un po' tardi. Alcune tendenze in atto a livello internazionale, e nella società italiana, prefigurano per l'educazione uno scenario, nel volgere di pochi anni, del tutto inedito, e pongono un interrogativo per certi versi inquietante: la scuola rischia di essere messa fuori gioco, percepita dagli adolescenti di domani come una inutile istituzione? L'allarme lo lancia 'Tuttoscuola', la più autorevole rivista del settore, fondata trent'anni fa da Alfredo Vinciguerra e ora diretta dal figlio Gianni, che su questo tema promuove un convegno a Genova per venerdì prossimo. Tra dieci anni gli scolari nati nel terzo millennio, cresciuti in un 'brodo tecnologico' con computer palmare e videotelefono, connessi a internet dalla nascita, abituati al compagno di banco straniero, a essere giovani in una società sempre più anziana, come guarderanno il loro 'prof.'? Che cosa si aspetteranno da lui, potendo già contare su potenti strumenti alternativi di conoscenza e di informazione e su innumerevoli stimoli, quali avranno a disposizione nell'era, ormai dietro l'angolo, della piena integrazione tv-telefono-pc? La risposta è che se la scuola non si adegua, se non si rinnova, rischia di essere tagliata fuori, di 'non servire più' alla società che dovrebbe formare e rispetto alla quale offrirebbe modelli superati. L'adolescente del 2015 accetterà di dedicare a essa tanta parte del proprio tempo? Questa può apparire una previsione viziata da catastrofismo, un soggetto buono per un film 'futurologico' hollywoodiano o semplicemente un'ipotesi azzardata. Eppure ci sono alcuni segnali, scrive 'Tuttoscuola', che sarebbe pericoloso trascurare o pensare che riguardino un futuro ancora assai lontano, e che potrebbero mutare molto il contesto sociale ed educativo. Meglio allora rifletterci e prepararsi. Qualche preoccupazione in effetti viene, se si pensa che i tre quarti dei docenti del 2015 sono già in servizio oggi, mentre è prevedibile che gli studenti del 2015 saranno molto diversi da quelli di oggi. Se già ora il modello del docente tradizionale comincia a 'stare stretto' allo studente curioso, inserito nel proprio tempo, che cosa succederà tra dieci anni allo stesso docente, il quale si troverà di fronte un adolescente ancora diverso, che avrà interiorizzato sia il progresso tecnologico, sia la società multirazziale e globalizzata? Il contesto, all'interno del quale avverrà la trasmissione della conoscenza, è destinato a cambiare. Federico Faggin, uno scienziato italiano trapiantato negli Usa, dove ha attuato il primo microprocessore della storia, afferma che nel 2050 l'informazione contenuta in 100 milioni di libri tradizionali entrerà nelle tasche dei nostri blue jeans. E non bisognerà aspettare quella data per avere facilmente a disposizione, su qualsiasi argomento, documentazioni in grado di annichilire il confronto con qualsiasi libro di testo. Già questo è un elemento che fa riflettere. Ma ce ne sono molti altri: il tasso di invecchiamento (della società e degli insegnanti), la multietnicità, la concorrenza di altre agenzie e di luoghi formativi, il malessere e la crescente disaffezione di molti insegnanti, per citarne alcuni. L'avvento del computer e di internet sta creando un divario tecnologico tra la generazione alla quale appartengono quasi tutti: gli attuali genitori e insegnanti e i nati nel nuovo millennio. Se tra noi e gli antichi romani ci separano circa cinquanta nonni, si può sostenere che non ci sia mai stato in tutto questo arco di storia un potenziale gap tanto ampio tra un nonno e un nipote come quello di oggi e dei prossimi anni. Tra un decennio un bambino delle elementari potrebbe possedere una competenza informatica superiore a quella della maestra. Quale impatto avrà ciò sul loro rapporto? Altri fenomeni esterni alla scuola potrebbero avere delle conseguenze sul sistema formativo. Si pensi che oggi in Italia ci sono più ultrasessantenni che ventenni. È la prima volta che ciò accade nella storia dell'umanità. Il peso del divario generazionale, e la conseguente trasformazione degli assetti sociali ed economici, potrebbero spostare una quota ulteriore della spesa pubblica sul mantenimento degli anziani con possibile danno per l'investimento nella formazione dei giovani. E' evidente che molte responsabilità vengono caricate sulle spalle degli insegnanti. Molti dei quali hanno già i loro problemi, si potrebbe dire leggendo i risultati di alcune ricerche scientifiche che evidenziano come il mestiere dei maestri e dei professori sia oggi tra i più usuranti, almeno dal punto di vista psicologico-psichiatrico. Sono sempre di più, infatti, gli insegnanti che soffrono della cosiddetta 'sindrome dello scoppiato' (burnout syndrome): si tratta di una condizione di stress caratterizzata da particolari stati d'animo (ansia, irritabilità, esaurimento fisico, panico, caduta dell'autostima), che può essere accompagnata da somatizzazioni (emicrania, sudorazioni, insonnia, disturbi gastrointestinali e così via, fino alla schizofrenia) e da reazioni comportamentali (demotivazione, assenze frequenti sul posto di lavoro, chiusura al dialogo, ridotta creatività). Sono tanti insomma gli elementi di preoccupazione, e se già oggi negli Usa 2 milioni di studenti non studiano a scuola, ma a casa collegati via computer con un tutor, un motivo pur ci sarà. Addirittura si prevede che nel 2040 il numero di coloro che studiano a casa supererà negli Usa quello degli studenti che frequentano scuole di tipo tradizionale. La scuola si trova oggi su un difficile crinale, forse senza saperlo. In una società in via di invecchiamento che avrà meno risorse da dedicare ai giovani, con un insegnante anziano e meno motivato, in un ambiente sempre più tecnologico e multirazziale, la scuola di oggi rischia di essere percepita come un luogo obsoleto e inadatto a soddisfare le esigenze degli adolescenti di domani. Questa è la scommessa dell'educazione che si giocherà ben presto.
Antonio Spinosa


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