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Avanti-Otto punti per sbloccare la riforma della scuola

Otto punti per sbloccare la riforma della scuola Il dibattito sulla riforma della scuola (secondo ciclo, che comprende i licei e il sistema di istruzione/formazione professionale) è solo all'iniz...

03/02/2005
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Avanti!

Otto punti per sbloccare la riforma della scuola

Il dibattito sulla riforma della scuola (secondo ciclo, che comprende i licei e il sistema di istruzione/formazione professionale) è solo all'inizio, ma sta assumendo modalità di sviluppo abbastanza paradossali, che vedono sia la maggioranza che l'opposizione divise al proprio interno sulla questione della "pari dignità" tra i due sistemi. Su questa fondamentale questione sembrano essersi formati due partiti trasversali: uno comprendente una parte di Forza Italia, An e Confindustria (forse non tutta), che sostiene la soluzione tendenzialmente panlicealistica prefigurata nella bozza di decreto legislativo predisposta dal ministero; l'altro che unisce l'altra parte di Forza Italia, l'Udc, la componente riformista dell'opposizione e alcune Regioni importanti, che contesta la licealizzazione dell'istruzione tecnica e torna alla carica con la proposta di creare un grande, competitivo sistema di istruzione e formazione tecnico-professionale, davvero concorrenziale con quello dei licei. C'è poi un terzo partito, non trasversale, o trasversale alla sola sinistra, che è quello del rifiuto pregiudiziale di qualunque soluzione che faccia riferimento alla legge n. 53, e che comprende la minoranza Ds, il Prc, i Comunisti italiani, i Verdi e la maggioranza della Cgil. E' il partito del no senza se e senza ma, en attendant le elezioni del 2006. Come si uscirà da questa situazione confusa, che sta determinando tensione e incertezza nelle scuole, e una fuga disordinata dagli istituti tecnici e professionali verso i più sicuri lidi liceali? E' difficile fare previsioni. Ma una cosa sembra certa: una riforma di questa portata, come insegnano le esperienze di altri Paesi che hanno realizzato riforme generali (Spagna, Francia, Regno Unito, Svezia), ha bisogno di almeno 10-12 anni per andare a regime, e di un consenso sociale sufficientemente ampio, oltre che di regole istituzionali chiare. Occorrerebbe che anche in Italia si tentasse di avere condizioni simili, azzerando il confuso confronto-scontro in atto e ripartendo con una più lineare e più ampiamente condivisa successione delle fasi di attuazione della legge, che potrebbe essere così configurata: 1) Ridisegno generale del secondo ciclo, da realizzare sulla base di una intesa strategica tra lo Stato, le Regioni e il mondo del lavoro, volta ad assicurare la competitività e la pari dignità (e consistenza) dei due sistemi. L'intesa dovrebbe prevedere la cogestione istituzionale, per la durata di almeno 10 anni, della fase di transizione al nuovo assetto del secondo ciclo, con garanzie per il personale. La bozza di decreto apre una prospettiva in questo senso, consentendo alla scuole di gestire tutta l'offerta, liceale e professionale. Ma occorre deflazionare i licei (20 sono un'assurdità) e rafforzare il versante professionale. 2) Definizione dei percorsi di entrambi i sistemi, per assicurare la trasparenza dell'offerta e la soddisfazione della domanda sociale di istruzione e formazione in tutte le sue articolazioni. 3) Definizione dei piani di studio dei licei e dei livelli essenziali di prestazione per il sistema di istruzione e formazione, individuando un "nocciolo duro" (anche i francesi sono alla ricerca di un "socle dur") di conoscenze e abilità condivise dagli studenti dei due sistemi, almeno per quanto riguarda il biennio iniziale. 4) Individuazione degli obiettivi di apprendimento disciplinari ("Osa"). Questa operazione dovrebbe porsi logicamente (non necessariamente anche cronologicamente) a conclusione del processo di implementazione della normativa che riguarda il secondo ciclo. 5) Adozione contestuale del regolamento contenente i nuovi piani di studio dei licei e dei piani di studio del "sistema di istruzione e formazione", anche per consentire i passaggi tra i due sistemi. 6) Accordi con i sindacati sulla posizione giuridica dei dirigenti scolastici e dei docenti che insegneranno nei percorsi del sistema di istruzione e formazione professionale (classi di concorso, mobilità verso e dai licei, contratto nazionale unico). 7) Piano di formazione in servizio dei dirigenti e dei docenti sui nuovi contenuti e metodi. 8) Predisposizione tempestiva dei nuovi libri di testo e di ambienti didattici (laboratori ecc.) idonei sia per i licei che per il sistema di istruzione e formazione. Su una piattaforma di questo genere è forse possibile trovare uno spazio di dialogo e di convergenza tra i riformisti dei due schieramenti, che consenta alla scuola italiana di uscire dal labirinto nel quale essa si sta affannosamente aggirando. niceforo@mclink.it
Orazio Niceforo


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