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AUTUNNO · A Firenze un'assemblea di insegnanti e sindacati: «Il Pd sarà con noi»

Cgil Cisl e Uil lanciano la mobilitazione. Unicobas in piazza il 3 ottobre

07/09/2008
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AUTUNNO · A Firenze un'assemblea di insegnanti e sindacati: «Il Pd sarà con noi»

Andrea Gangemi

ROMA Muove da Firenze la «salvifica» macchina del governo ombra, che insieme ai sindacati si prepara, a pochi giorni dal suono delle prime campanelle, ad accompagnare l'autunno della scuola italiana. Dalla Festa democratica, che ospita l'assemblea nazionale del sapere «Salva la scuola, salva l'università, salva la ricerca», l'affondo spetta a Maria Pia Garavaglia, ministro ombra per l'università. Secondo la senatrice del Pd serve una «mobilitazione generale» a favore della scuola e contro «i tagli disastrosi del governo: 81 mila insegnanti e 47 mila tra personale tecnico e amministrativo. Servono a far quadrare i conti della Finanziaria - dice -. Il taglio dell'Ici è stato coperto da quelli alla scuola, alla ricerca e all'Università». Non manca una frecciata personale alla ministra Mariastella Gelmini, che «parla del lassismo delle scuole del Sud forse perché ha fatto gli esami in Calabria». Garavaglia boccia quindi l'idea del direttore generale di Confindustria Maurizio Beretta di ospitare spot sui libri di testo per diminuirne il prezzo. «Crediamo alla collaborazione tra il mondo della scuola e quello del lavoro - dice -. Ma che i bambini, già sottoposti a un numero eccessivo di spot nei programmi a loro destinati, possano essere oggetto di pubblicità attraverso i libri di testo, è una grave contraddizione con il ruolo stesso che la scuola deve ricoprire». Quello tra opposizione e Confindustria potrebbe essere un dialogo tra sordi, con la presidente degli industriali Emma Marcegaglia che condivide «lo sforzo del ministro all'Istruzione» per riformare la scuola italiana che, afferma Marcegaglia da Cernobbio, «ha un numero di insegnanti per alunni tra i più alti d'Europa: alcuni tagli ed efficienze vanno portati avanti, ma bisogna anche valutare i professori, e premiare i migliori». Sempre dall'assemblea di Firenze, invece, Enrico Panini, segretario generale Flc-Cgil, ha continuato ad attaccare la riforma, giudicandola «peggiore di quella Moratti, e della sua destrutturazione del sistema-scuola. Adesso la Gelmini - ha detto - non si preoccupa nemmeno degli effetti sociali disastrosi di queste misure. Con quanto deciso dal governo - ha aggiunto - si dirottano dalla scuola otto miliardi di euro in tre anni, usandoli per tappare i buchi. Ma la scuola non può essere l'agnello sacrificale». Panini - intervenuto insieme ai colleghi di Cisl e Uil - ha quindi annunciato «iniziative diffuse sul territorio, fino ad una grande manifestazione nazionale». Una mobilitazione contro la riforma Gelmini c'è già, ma difficilmente troverà l'appoggio dei sindacati confederali: lo sciopero con manifestazione nazionale a Roma organizzato da Altrascuola Unicobas per il prossimo 3 ottobre (oltre a quello nazionale annunciato dai Cobas per il 17 ottobre). Secondo Unicobas, con la riforma «verranno modificati orario di lavoro, durata delle lezioni e struttura dei programmi». Sotto accusa anche la finanziaria, che prevede «l'innalzamento del rapporto docente-alunni, con conseguente 'ingrossamento' e riduzione delle classi» e il ddl presentato alla Camera da Valentina Aprea (Fi), il cui obbiettivo principale, per il segretario nazionale Stefano D'Enrico, è «rendere la scuola pubblica del tutto simile a quella privata, con gli istituti trasformati in fondazioni e consegnati alle piccole e medie imprese, che entreranno nei consigli d'amministrazione (che sostituiranno gli attuali consigli d'istituto) e, versando un obolo, diverranno i veri padroni della scuola». D'Enrico non risparmia accuse ai colleghi di Cgil, Cisl e Uil, che si starebbero accodando alle iniziative governative per aprire ulteriormente il 'mercato' alla scuola privata. Ma i confederali, dice, «pur avendo la stragrande maggioranza degli iscritti, nella scuola a volte sulle questioni nodali vengono messi in minoranza». Prima ancora dei cortei nazionali, la Sicilia ospiterà la prima manifestazione regionale contro i tagli del governo al personale scolastico, 2.544 per i docenti e 162 per gli Ata (ausiliari, tecnici e amministrativi). Che potrebbero salire a quindicimila nei prossimi tre anni, secondo le stime dei sindacati, per effetto del decreto Gelmini. Mercoledì 17, primo giorno di scuola nell'Isola, gli «esclusi» dagli incarichi manifesteranno davanti l'ufficio scolastico regionale su iniziativa di Flc Cgil, Cisl, Uil scuola e Snals confsal.


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