Autonomia differenziata, Calderoli "caterpillar" cerca la sponda in Calabria. Ma sindacati e giuristi subito in trincea
Il ministro degli Affari regionali incontra il governatore Occhiuto. Obiettivo: dare alle Regioni le competenze che vogliono, dalla sanità alle infrastrutture alla scuola. E già parte la raccolta firme per la legge di iniziativa popolare che punta a disfare la tela del leghista
di Giovanna Casadio
Roberto Calderoli, il "caterpillar" della Lega - (soprannome che si è dato da sé) - deve già vedersela con i contestatori. Il ministro degli Affari regionali oggi incontra il governatore della Calabria, il forzista Roberto Occhiuto a cui ha rivolto pubbliche lodi, perché da una regione del Sud arriva un'apertura sull'autonomia differenziata, il progetto di federalismo à-la-carte, su cui Calderoli ha scommesso.
Sarà legge entro la fine dell'anno, e prima di Natale il testo avrà il via libera del governo: ha detto il ministro, con il plauso di Matteo Salvini. Significa dare alle Regioni le competenze che vogliono e quante ne vogliono, dalla sanità, alle infrastrutture alla scuola. Ciascuna decide. I governatori leghisti di Veneto e Lombardia, Luca Zaia e Attilio Fontana le vogliono tutte o quasi. Dalla Campania il presidente dem Vincenzo De Luca dà l'altolà e pressa: "Dobbiamo preparaci a combattere un'altra grande battaglia contro l'autonomia differenziata. Il governo ha nominato ministro per le Riforme un leghista molto simpatico e gradevole, Calderoli, che ha però in testa misure sulla scuola, sulla sanità, sulle entrate fiscali statali di cui, su proposta di Lombardia e Veneto, una parte sia riservata alle Regioni del Nord". Un'Italia patchwork.
Ma la prima mobilitazione contro parte domani con l'annuncio, in una conferenza stampa a Roma, della raccolta di firme per la legge di iniziativa popolare che punta a disfare la tela che Calderoli sta tessendo, mentre la sta tessendo. I promotori sono tanti, dai sindacati della scuola Cgil-Cisl e Uil, Gilda, Snals, a intellettuali come Isaia Sales, Luigi Manconi, Nadia Urbinati, Maurizio De Giovanni, Alfonso Gianni, Alfiero Grandi, Vincenzo Vita, Adriano Giannola di Svimez, e soprattutto il Coordinamento per la democrazia costituzionale presieduto dal giurista Massimo Villone che si schierò contro la riforma della Carta di Matteo Renzi e contro il taglio dei parlamentari.
Il manifesto della mobilitazione vuole bloccare qualsiasi possibilità di organizzazione regionale della scuola, con remunerazioni autonome e differenziate dei professori e concorsi regionali. Dal punto di vista normativo chiede di "modificare l'articolo 116 della Costituzione ponendo un vincolo alla richiesta di autonomia che può essere concessa solo se giustificata dalla specificità del territorio" ed è esclusa la possibilità di approvare "una generica legge quadro che lasci campo libero a intese tra Stato e singole Regioni". Altra modifica è quella dell'articolo 117 della Costituzione specificando che "sanità, istruzione e infrastrutture devono restare di competenza esclusiva dello Stato". Il fronte contrario alla proposta Calderoli gioca d'anticipo, prima che la bozza sia presentata.
Il ministro leghista tuttavia intende accelerare. Ha già incontrato molti governatori, l'ultimo Eugenio Giani della Toscana e oggi Occhiuto, perché l'obiettivo principale è portare a casa una legge attuativa per le autonomie dopo 5 anni di attesa. Ha assicurato, in una intervista alla Stampa, che sarà una autonomia con paracadute: lo Stato potrà sempre intervenire, e le Regioni che volessero restare con il vecchio sistema senza acquisire competenze statali lo potranno tranquillamente fare.
Che ci sia un pericolo vero di approfondire il divario tra Nord e Sud lo ha chiaro anche il presidente forzista Occhiuto, che ribadisce: "Nessuna preclusione pregiudiziale, però a patto che si rispetti la Costituzione, che il parametro siano i fabbisogni standard e si faccia funzionare il fondo di perequazione". Alla Calabria quale competenza potrebbe pacere avere? Occhiuto fa l'esempio dell'energia: "Potrebbe valere per tutte le regioni del Sud di trattenere le accise sull'energia".
Calderoli ripete: "Voglio far correre le regioni del Nord e quelle del Sud. Mi auguro che questa volontà di corsa sia naturale e spontanea nelle regioni del Mezzogiorno e che non debba arrivare io a farlo, perché io sono pronto". I contrari scendono in trincea.