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Atenei, dal Senato via libera alla riforma Gelmini: "Pronta a incontrare gli studenti"

Bagarre in aula. Napolitano: io ascolto, le decisioni spettano ad altri

24/12/2010
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la Repubblica

Marina Cavalieri

ROMA - «Credo che oggi sia una bella giornata per il Paese e le università italiane. È stata archiviata la cultura falsamente egualitaria del ´68. Comincia una nuova stagione». Il ministro Gelmini è soddisfatta quando al Senato, orgogliosa, incassa la vittoria. La riforma dell´università viene approvata. La lunga corsa è finita. Hanno votato a favore Pdl, Lega e Fli, contrari Pd e Idv. 161 sì, 98 no e 6 astenuti. Votazioni avvenute dopo una guerra degli emendamenti durata quattro giorni tra grida, liti e schiamazzi in aula finiti anche su YouTube.
Ora che la riforma è approvata, il ministro abbassa le difese e tende una mano all´avversario: «Ci sarà la massima disponibilità a correggere il testo nella fase attuativa. Dopo le feste incontrerò anche il Consiglio nazionale degli universitari». Gli studenti del Cnsu avevano scritto una lettera al presidente Napolitano chiedendogli di intervenire. E il capo dello Stato ha risposto: «Avremo modo di chiarire tutti gli aspetti di una situazione complessa rispetto alla quale io peraltro mi limito ad uno sforzo di analisi, di comprensione, astenendomi dall´esprimere qualsiasi opinione di merito su scelte legislative che appartengono alle responsabilità del governo e del Parlamento».
Il testo di legge riforma, in parte, la vita degli atenei, un dibattito durato due anni da quando per la prima volta il ddl arrivò in Parlamento, uno scontro tra governo e opposizione più che un dialogo, alterato da un clima politico rovente e da incrostazioni ideologiche. E gronda ideologia anche il commento del ministro del Lavoro Sacconi: «La riforma dell´università è forse l´atto più significativo con cui si è posta fine alla lunga "ricreazione" nel sistema educativo iniziata nel 1968. La fine dell´epoca del debito pubblico irresponsabile». Non la pensa così Antonio Di Pietro, leader dell´Idv: «Siamo alla deregulation del diritto allo studio. Il ddl Gelmini è stato un provvedimento imposto dall´alto che non hai mai tenuto conto delle richieste degli studenti, dei professori e dei ricercatori». Ostile Anna Finocchiaro, senatrice Pd che ha guidato l´opposizione: «Una riforma dell´università è necessaria ma la riforma non è all´altezza di questa sfida».
Scettici o contrari i sindacati. «Si è voluto in modo autoritario, sulla base della sola forza dei numeri in Parlamento e non di solide ragioni riformatrici, approvare un provvedimento regressivo», afferma Mimmo Pantaleo, segretario generale Flc-Cgil. «Il vero problema della riforma dell´Università è come si fa a fare una riforma senza il becco di un quattrino, come si fa a fare le nozze con i fichi secchi», dice Raffaele Bonanni, segretario generale Cisl. Soddisfatto invece il presidente della conferenza dei rettori, Enrico Decleva: «Abbiamo un punto di partenza che ora deve essere riempito di buoni regolamenti fatti in fretta, in collaborazione con il mondo universitario».
Dunque si va avanti. Per il ministro Gelmini i fondi per rendere attuativo il ddl ci sono, «sono sufficienti per la spesa corrente, gli scatti dei docenti e le borse di studio». Ma la partita non è chiusa. Ci sono ancora circa 50 decreti attuativi da varare. E questa è una partita tutta da scrivere.


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