Assunzioni, spunta la proroga
L'ipotesi allo studio del ministero per sanare i ritardi dell'amministrazione nel fare i contratti
Alessandra Ricciardi
Una mini sanatoria. A fronte di un annus horribilis per l'amministrazione scolastica, tra avvio della chiamata diretta, la mobilità straordinaria e il concorsone, è accaduto anche che gli uffici non siano riusciti a formalizzare le nomine di tutti i vincitori di concorso. E si parla solo delle procedure concluse, quel 55% annunciato dal ministro Stefania Giannini in audizione congiunta presso le commissioni cultura e istruzione di camera e senato, entro il 15 settembre. È questa la scadenza fissata dalla legge 107/2015 per effettuare le nomine di quest'anno. Tutte le regioni sono in ritardo, in alcuni territori manca all'appello un terzo dei contratti di assunzione che pure erano fattibili. Un ritardo di cui i vincitori di concorso potrebbero chiedere conto all'amministrazione, in una stagione in cui il ricorso alle aule dei tribunali è abbastanza facile.
Al ministero dell'istruzione, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, sta prendendo piede l'ipotesi di ricorrere, come già avvenuto in passato, all'escamotage della nomina giuridica retrodata al 15 settembre. Il che consentirebbe agli uffici di procedere alla formalizzazione dei contratti con tempi più distesi, ai docenti vincitori di concorso di avere la certezza della nomina e di poter anche far valere la supplenza, che nel frattempo stanno svolgendo, ai fini dell'adempimento dell'anno di prova.
L'anno varrebbe poi a maturare il punteggio per la successiva domanda di mobilità. Insomma non ci sarebbe quello slittamento di un anno dell'immissione in ruolo, con tutti gli effetti che questo comporta, che invece sembrava inevitabile.
La nomina non avrebbe però effetti economici, non ci sarebbe il pagamento dello stipendio pieno, e non si darebbe luogo neanche all'ennesima avvicendamento tra docenti sulle cattedre.
Una soluzione della quale il dicastero guidato dalla Giannini pare abbastanza convinto e per la quale ora si attende che si definisca l'atto giuridico «minimo» necessario perché diventi operativa.