Assunzioni, dentro i precari utili
Essere nelle graduatorie a esaurimento non basterà. premier Renzi: decreto legge e delega entro fine febbraio. Prima passaggio al Colle
L'impianto è pronto, con non poche novità sul fronte più caldo delle assunzioni. Il pacchetto di riforma della scuola risulta ad oggi composto di un decreto legge corposo di 44 articoli e di un disegno di legge delega più slim. Ma le misure e le proporzioni sono destinate a cambiare nelle prossime ore, anche alla luce di quello che negli ambienti di governo è dato sempre più come un passaggio dovuto: la preventiva lettura da parte dei tecnici del Quirinale dell'intera riforma della scuola e non del solo decreto legge su cui il presidente della repubblica, ed ex ministro dell'istruzione, Sergio Mattarella è chiamato ad esercitare il controllo dei requisiti di urgenza e necessità previsti dalla Costituzione.
Nel corso della direzione del partito democratico di ieri, il premier Matteo Renzi ha confermato che la riforma della Buona scuola andrà al consiglio dei ministri entro fine febbraio, la data papabile è quella del 27. Le verifiche a Palazzo Chigi sul primo articolato proposto dal ministero dell'istruzione sono iniziate. Anche perché ci sono decisioni, dalle assunzioni alla valutazione, su cui il premier si gioca non solo l'unità del suo partito in parlamento ma anche il consenso della gente di scuola. Che fino a ieri, per bocca dei sindacati convocati dal ministro dell'istruzione, Stefania Giannini, ha lanciato l'allarme per scelte considerate ad alto rischio, dall'intervento unilaterale sul sistema degli scatti, e dunque degli avanzamenti stipendiali, al pacchetto delle assunzioni che tiene fuori i precari non iscritti in graduatoria ad esaurimento. Il faccia a faccia tra la Giannini e i leader di Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals e Gilda si è concluso con un nulla di fatto: le sigle hanno confermato la manifestazione di protesta che si terrà oggi sotto la sede del ministero a viale Trastevere.
Ma il premier non pare attribuire troppo peso alla mobilitazione, facendo affidamento che la riforma possa convincere chi nella scuola lavora, o punta a lavorarci stabilmente, al di là di alcune prevedibili proteste. L'architrave dell'impresa è il piano assunzionale, che sarà di circa 135 mila docenti, e non più i 148 mila annunciati, alla luce del monitoraggio condotto dal Miur sulla consistenza delle graduatorie ad esaurimento.
Se il rapporto sulla Buona scuola partiva dall'assunto che tutti i docenti delle Gae sarebbero stati immessi in ruolo, e sulla base delle loro professionalità sarebbe stato costituito il nuovo organico funzionale, la svolta di queste ore parla di un piano di stabilizzazioni che riguarderà solo i precari delle Gae di cui c'è effettivamente bisogno nella scuola, e che daranno vita a un organico potenziato. Il docente di stenodattilografia, è l'esempio più comune, non dovrebbe più rientrare nelle stabilizzazioni anche se è in Gae.
Una scrematura che dovrebbe lasciare a casa dai 10mila ai 20-30 mila docenti le cui classi di concorso non sono più attive. Posti che verrebbero destinati nell'immediato alle supplenze sulle cattedre effettivamente necessarie, ad esempio matematica, e nel giro di un anno messi poi a concorso. Nella selezione dovrebbero avere una corsia preferenziale proprio i precari non delle Gae ma delle graduatorie di istituto che su quelle classi di concorso hanno già i contratti di supplenza annuale. Una strada, è l'auspicio, che dovrebbe consentire di sanare la frattura tra i precari delle due diverse graduatorie. Ed evitare anche i ricorsi di chi resterà fuori e potrà appellarsi alla sentenza Ue. In tal senso al ministero sono tutt'ora in corso verifiche tecniche con esperti del diritto del lavoro. Sulle assunzioni è vietato sbagliare.