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Assegnazioni, è giallo ambiti

l'Istruzione: applicare la riforma anche a chi si sposta

31/05/2016
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ItaliaOggi

Carlo Forte

I docenti neoimmessi in ruolo potranno richiedere l'assegnazione provvisoria interprovinciale: per quest'anno l'obbligo di permanenza triennale nella provincia di assunzione non sarà applicato. Lo prevede il decreto legge 42/2016, convertito in legge definitivamente dalla camera il 25 maggio scorso. L'approvazione fa tirare un sospiro di sollievo agli oltre 50mila docenti che dovranno essere assegnati agli ambiti in via definitiva nel mese di agosto. Perché, se dovessero ottenere una sede molto lontana da casa, potranno sempre sperare in una seconda possibilità con la mobilità annuale. Ma la strada è tutta in salita. L'amministrazione, infatti, è incline a ritenere che anche per le assegnazioni provvisorie i movimenti dovranno fare i conti con gli ambiti. Anche se ciò renderà la vita difficile non solo ai docenti, ma anche ai dirigenti scolastici. Che dovranno preoccuparsi di trovare i docenti non solo per i posti vacanti in organico di diritto, ma anche su quelli che spunteranno fuori nell'organico di fatto. E cioè proprio su questi posti che vengono utilizzati per la mobilità annuale.

Dunque, c'è rischio di ritardi nell'assegnazione dei docenti alle classi. Tant'è che anche il legislatore ha ritenuto di far slittare al 15 settembre il termine ultimo per le operazioni. Ma è probabile che anche così non si faccia in tempo. La legge 107, infatti, ha reso le operazioni di avvio scolastico ancora più complicate. Dopo gli esiti dei trasferimenti e dei passaggi, per i 50mila docenti assegnati agli ambiti, la palla passerà ai dirigenti scolastici. Che dovranno preoccuparsi di inviare proposte ai docenti inclusi in tali ambiti al fine di coprire i posti vuoti. Se il docente interessato riceverà una sola proposta, nulla quaestio. Perché se la proposta è unica si trasforma automaticamente in una sorta di provvedimento autoritativo. Se invece le proposte saranno più di una, il docente avrà la possibilità di scegliere quale accettare. E ciò costringerà i dirigenti delle scuole rifiutate di formulare nuove proposte. Fino a quando non riusciranno a trovare un docente che accetterà la proposta oppure che sia tenuto ad accettarla. Le operazioni post-mobilità ordinaria, dunque, potrebbero richiedere anche diversi giorni. E dopo la mobilità ordinaria, bisognerà ripetere tutto da capo sui posti dell'organico di fatto. In tutto questo c'è anche il problema delle procedure e delle regole da seguire per la cosiddetta chiamata diretta. Le trattative, dunque, sono lontane dall'accordo. E questa volta, l'ipotesi che il ministero faccia tutto da solo, tramite lo strumento dell'ordinanza, prende piede ogni giorno di più, sia per la chiamata diretta che per la mobilità annuale. Fermo restando, però, che un provvedimento autoritativo offrirebbe ai sindacati l'occasione per un ricorso d'urgenza davanti al Tar. I presupposti di merito non mancherebbero.

Secondo alcuni sindacati, il punto debole della riforma Renzi sarebbe individuabile proprio nelle disposizioni che assoggettando i docenti alla chiamata diretta. Che potrebbero essere incostituzionali. E dunque, talune organizzazioni sindacali starebbero attendendo proprio l'occasione buona per procedere in giudizio, sollevando una questione di costituzionalità su questo aspetto della riforma. Poi, per quanto riguarda la mobilità annuale, essendo regolata da norme speciali, gli stessi docenti potrebbero avere gioco facile ad adire il giudice, chiedendo la disapplicazione di clausole o disposizioni difformi da tali norme.

Insomma, gli spunti per l'ennesimo contenzioso seriale sembrerebbero esserci tutti. In più c'è la questione ancora irrisolta della mobilità nei licei musicali. Sebbene sia stato approvato il regolamento sulle classi di concorso, che attribuisce, in via transitoria, l'abilitazione ad insegnare nei licei musicali anche ai docenti provvisti delle vecchie abilitazioni, a questi docenti è stata preclusa la facoltà di accedere alla mobilità professionale verso i licei. Dunque, almeno per quest'anno, non resta che l'utilizzazione. Ma le regole sono tutte da scrivere.


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