Ascani “Regaliamo ai ragazzi l’ultimo giorno di scuola Almeno all’aperto si può”
La proposta della viceministra dell’Istruzione al Comitato scientifico “Permettiamo agli studenti di salutarsi in sicurezza, di nuovo insieme”
Corrado Zunino
Dice la viceministra all’Istruzione, Anna Ascani: «Le scuole chiuse sono state un obbligo, ma anche una grande tristezza. Ho una proposta da avanzare al Comitato tecnico scientifico che monitora l’epidemia, credo abbia un forte valore simbolico».
Qual è, viceministra?
«Vorrei dare la possibilità agli studenti delle ultime classi dei singoli cicli, la quinta elementare, la Terza media, le quinte superiori, di potersi incontrare a scuola, se possibile anche nella loro aula, per celebrare l’ultimo giorno dell’Anno scolastico 2019-2020. In sicurezza, a piccoli gruppi. Se proprio non si potrà dare il via libera per un incontro a scuola, immaginiamo allora un museo: l’ultima visita di istruzione nell’anno in cui gite e mostre sono saltate per l’emergenza. I comuni, rappresentati dall’Anci, la pensano come me».
Il prossimo 15 giugno aprono i centri estivi nel Paese, e c’è una novità. Il Comitato tecnico scientifico ha detto a “Repubblica” che lunedì sera annuncerà l’apertura ai bimbi da 0 a 3 anni, finora esclusi.
L’andamento della curva aiuta.
«È un’ottima notizia. Non appena il Comitato si esprimerà ufficialmente, pubblicheremo le linee guida e partiremo. Non parlerei di centri estivi, però, evocano partite a pallone e ammucchiate. Servizi educativi, meglio, in spazi sicuri e con operatori specializzati».
Friuli, Veneto, Piemonte e Liguria dicono di essere pronti.
«Se le Regioni sono in grado di garantire sicurezza dall’8 giugno, nulla osta».
I centri educativi estivi possono servire come esperimento per la riapertura delle scuole a settembre?
«Ho una convinzione su settembre: si deve tornare in classe senza subordinate. L’anno deve partire in presenza, in modalità quasi esclusiva. Si possono immaginare lezioni a distanza solo per gli studenti delle superiori. Sotto i 14 anni la riproposizione della didattica da remoto allargherebbe un deficit culturale che già abbiamo registrato da marzo ad oggi. Sì, partiamo il 1° settembre, con le attività di recupero per chi ha maturato debiti nel primo quadrimestre dell’anno scolastico in corso».
Recuperi per due settimane, l’esame di Maturità per i privatisti, l’avvio dell’anno nella seconda o terza settimana, alcune scuole con i lavori in corso, i vincitori di concorso da immettere in cattedra. Sarà un settembre esplosivo.
«Sarà dura, ma dobbiamo dare ordine. Sistemare la questione dei concorsi per i docenti, intanto. Per i più piccoli, primo problema da affrontare, la soluzione sarà dividere la classe in gruppi: quando il primo fa matematica, il secondo sarà nel laboratorio d’arte o impegnato nello sport. Dobbiamo ampliare l’offerta».
E, quindi, ampliare il personale docente.
«Saranno stabilizzati ottantamila insegnanti con i prossimi concorsi, 32 mila disponibili già a settembre. Ricordo che, poi, abbiamo la disponibilità di 400 milioni di euro per chiamare nuovi supplenti. Alla scuola devono essere date tutte le risorse, anche aggiuntive, prima dell’inizio del nuovo anno».