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Articolo-Università, la Moratti ricercata speciale

Presidi, docenti, ricercatori e studenti: a nessuno piace il Decreto Moratti Università, la Moratti ricercata speciale Continuerà per altri quindici giorni lo stop alle lezioni degli assistenti d...

11/10/2004
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Presidi, docenti, ricercatori e studenti: a nessuno piace il Decreto Moratti
Università, la Moratti ricercata speciale
Continuerà per altri quindici giorni lo stop alle lezioni degli assistenti
di Silvia Pepe
Per la Federico II saranno altri 15 giorni di caos. La decisione dei ricercatori di continuare lo sciopero è stata presa al termine di una lunga riunione tenutasi ieri nella sede Centrale dell'Ateneo. Gli oltre 1100 ricercatori della Federico II, faticosamente, stanno cercando di trovare una linea comune da seguire per la mobilitazione che sta coinvolgendo tutti gli atenei del Paese.

I giovani, ma anche quelli che da anni svolgono attività didattiche all'interno della Federico II, si sentono demotivati a causa del decreto legge Moratti che non definisce la figura del ricercatore all'interno degli organici delle università. Molti insegnano al pari dei professori ordinari e associati, ma con un livello di precarizzazione molto preoccupante. In attesa di un confronto con le altri componenti dell'università, presidi e rettore, i ricercatori si sono mobilitati in quasi tutti i corsi di laurea. Al già alto numero di adesioni, che ormai raggiungono le centinaia di persone, proprio ieri altri 40 ricercatori della facoltà di Architettura hanno deciso di rimettere nelle mani del preside le domande di supplenza, e di non svolgere le normali attività didattiche fino alla riunione allargata del Consiglio di facoltà che si terrà l'11 ottobre. Nel corso dell'assemblea saranno prese decisioni sulle modalità e sui tempi della protesta.

La riunione di ieri, coordinata dai rappresentanti di tutte le facoltà, si è svolta in concomitanza con l'incontro plenario dei ricercatori, che si è tenuto a Roma, e dal quale è nata un'unica linea di lotta. Intanto, mentre la Federico II sembra essere sempre in prima linea anche a livello nazionale per tutelare i diritti dei ricercatori e dei precari, gli altri atenei della città sembrano non essere molto coinvolti dalla protesta. I ricercatori della Seconda Università di Napoli, che hanno aderito alla mobilitazione, nei prossimi giorni parteciperanno ad una riunione con i vertici dei consigli di facoltà, mentre al momento nulla trapela dalle aule dell'Orientale. Una rappresentanza dei ricercatori napoletani, inoltre, parteciperà all'incontro previsto per martedì prossimo con il Ministro Moratti alla quale saranno esposte direttamente tutte le problematiche e tutti i nodi irrisolti di un decreto di riforma dell'organizzazione universitaria che fin dall'inizio non è piaciuto a nessuno.

Coi suoi sette atenei, quattro dei quali solo a Napoli, e circa 200mila studenti, la Campania rappresenta una delle più grande realtà accademiche d'Italia. Così com'è strutturata questa riforma andrebbe a ridurre le già anemiche casse degli atenei, mettendo in crisi la capacità di crescita professionale per oltre 3000 ricercatori.

La maggior parte di questo personale è entrato nel mondo accademico e negli enti di ricerca negli anni '60 e '70 del secolo scorso. Con i meccanismi di precarizzazione imposti dal decreto Moratti, che ha di fatto eliminato la figura istituzionale del ricercatore, sostituiti da una non precisata figura di collaboratore a progetto, il rischio è che tra un decennio tutto il sistema accademico e scientifico campano (come tutto quello italiano) si ritrovi con un personale scarsamente qualificato difficilmente colmabile.

Nel caso della Campania, questa riforma rischia peraltro seriamente di affossare tutti gli sforzi fatti in questi anni dall'Assessorato regionale alla ricerca scientifica, che ha creato un circolo virtuoso di finanziamento della ricerca elevando fino a triplo della media nazionale i fondi investiti in questo settore."


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