AprileOnLine: Sorbona, chiuso per lotta
Porte chiuse all'università di Parigi dopo i violenti scontri tra gli studenti
Jacopo Matano,
Francia
Porte chiuse all'università di Parigi dopo i violenti scontri tra gli studenti. Nel giorno in cui gli scioperi dei trasporti si placano, il movimento studentesco si riorganizza. E il ministro dell'istruzione fa una nuova promessa
Una giornata di ordinaria precarietà in Francia. Il giorno in cui lo sciopero dei trasporti si placa, e la situazione per i pendolari d'Oltralpe sembra tornare alla normalità, arriva la notizia che la Sorbona cancellerà i corsi e chiuderà gli uffici fino a lunedì prossimo. I violenti scontri tra studenti, scoppiati durante una delle innumerevoli proteste che stanno caratterizzando l'autunno caldo parigino, hanno spinto il rettorato della prestigiosa università a chiudere i battenti. "Un gruppo di studenti persiste a bloccare l'accesso all'edificio -si legge in una nota- nonostante i numerosi tentativi di interposizione da parte dei servizi di sicurezza della Sorbona". L'amministrazione universitaria ha dunque deciso la linea dura: "questi studenti fanno ogni giorno uso della forza, e questa mattina hanno fatto ricorso alla violenza fisica contro gli studenti che volevano seguire i corsi", scrivono dagli uffici di boulevard Saint-Michel. "La libertà di accesso allo studio non è assicurata, e la sicurezza delle persone non è più garantita. Di conseguenza, è stata presa la decisione di chiudere la Sorbona fino a lunedì 26". Dunque porte chiuse a tutti, aspettando il ritorno alla normalità.
Ma il movimento studentesco difficilmente starà a braccia conserte. La riforma dell'autonomia universitaria del nuovo ministro dell'insegnamento superiore di Sarkozy, Valérie Pécresse, continua a scatenare i blocchi e le manifestazioni. In particolare, la protesta si focalizza sulla Legge 1199/07, relativa alle libertà e responsabilità delle Università (LRU). Un provvedimento che autorizza le università francesi a costituirsi come "fondazioni universitarie", capaci di attirare finanziamenti privati, e che suona il campanello della mercificazione dei saperi. Il movimento degli studenti, lanciato dal Collettivo contro l'autonomia delle Università (CCAU), che raggruppa molti sindacati minori, è partito un mese fa da alcune facoltà di lettere, psicologia e sociologia di Rouen e di Toulouse-Le-Mirail, che hanno avviato lo sciopero, e quella di Tolbiac (Paris-I) e di Aix-Marseille, dove sono stati fermati gli uffici. E al weekend scorso aveva già portato al blocco di 43 atenei in tutto il Paese (e di molti licei).
A rappresentare gli studenti al tavolo delle trattative con il ministro è Bruno Juillard, 26enne presidente del sindacato studentesco Unef. La posizione di Juillard segna la differenza con quella di molti collettivi autonomi: l'Unef infatti non crede che la legge si possa fermare (a differenza di quanto accaduto nel 2006 con il Cpe), ma chiede miglioramenti sostanziali. "La palla è passata al governo", ha dichiarato Juillard, spiegando che l'Unef non chiede l'abrogazione della legge. Ma aggiungendo che il sindacato e gli studenti sapranno prendersi la responsabilità di un abbassamento dei toni e un "ritorno alla normalità" soltanto se alle attese e alle richieste degli studenti il ministro risponderà "nel più breve tempo possibile".
Sfiorata dalle proteste, lontana dai tavoli di concertazione, la Pécresse continua sulla sua strada. Il ministro ha annunciato oggi la messa in opera di un dispositivo volto a favorire l'accesso all'alloggio degli studenti, che andrebbe ad accompagnare il già varato GRL (Garanzia del rischio locativo), e che consentirebbe a tutti gli studenti "entro la fine dell'anno" di non aver più a che fare con le cauzioni sull'alloggio, ovvero quella sorta di tassa di garanzia che molti giovani non sono in grado di coprire. Gli studenti, su questo, non si sono ancora espressi.
Ma a tormentare i sogni di Sarkozy e della Pécresse sono gli incubi della grève del 2006, quando durante lo sciopero contro il Contract Prèmiere Embauche di De Villepin la Sorbona fu occupata per un giorno e poi presidiata per più di un mese dalla polizia con reti metalliche e mezzi blindati.