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Aprileonline: Scuola, una nuova apartheid

Morena Piccinini

16/10/2008
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Aprileonline

L'emendamento della Lega, approvato alla Camera e che istituisce le "classi d'inserimento" per i figli degli immigrati, rappresenta una nuova pagina di razzismo scritta da questo governo. E' del resto compatibile con la riforma Gelmini, che aspira ad una scuola elitaria, chiusa, con classi sovraffollate a cui un solo maestro non può garantire la formazione che meritano e che deve rispondere alle specificità degli alunni

E adesso diranno che è nel loro interesse. Come in estate il ministro Gelmini aveva osato affermare che la rilevazione delle impronte dei bimbi Rom veniva effettuata "per il loro bene", così è altamente probabile che ora dirà la stessa cosa circa l'inserimento in classi differenziali dei bambini provenienti da altri paesi, aggiungendo crudeltà a crudeltà.

L'emendamento approvato ieri dalla maggioranza non è altro che un atto di inciviltà e malvagità verso tutti i bambini, siano essi figli di immigrati o di italiani.
Bambini utilizzati come strumento di lotta politica, bambini deprivati della loro stessa infanzia, del diritto alla crescita serena in un contesto integrato e multiculturale.

Riteniamo questa proposta dell'esecutivo approvata dalla Camera non solo una ennesima dimostrazione dell'intolleranza razziale che caratterizza la destra al Governo, ma anche la conseguenza della devastazione contenuta nei provvedimenti sulla scuola.
Il progetto di costruire classi con un solo maestro, con troppi bambini, con troppe materie di insegnamento in meno ore, è evidente che porta con sé la impossibilità di un'attività formativa adeguata per tutti e di seguire adeguatamente tutti i bambini nelle loro specificità.

E' esattamente da questo progetto che deriva la semplificazione estrema concretizzata dalla Lega nell'emendamento di ieri: i bambini che sanno già l'italiano in una classe, quelli che ancora non lo sanno in un'altra classe con progetti formativi differenziati e con una separatezza istituzionale che richiama l'apartheid. Seguendo questa logica perversa a quando le classi differenziali per i bambini diversamente abili, a quando il ritorno alle classi differenziali per i bambini figli di operai?

Rispetto a questa degenerazione dei principi basilari di un Paese civile, imposta per infimi interessi politici, nessuno può stare zitto. La reazione deve essere di tutte le coscienze e di tutti i cittadini. Lo sciopero del 30 ottobre in difesa della scuola pubblica, inclusiva e interculturale deve essere l'occasione per la mobilitazione non solo degli insegnanti, ma di tutti i genitori, nonni e cittadini che hanno a cuore il futuro dei nostri bambini e che chiedono di lasciare i bambini fuori dalle beghe e dalle ritorsioni politiche.

* Cgil


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