Aprileonline: Scuola, le tre proposte del Pd
Tre proposte concrete per invertire le scelte del governo sulla scuola. Dario Franceschini, segretario Pd, conclude l'incontro del Partito democratico con esponenti del mondo della scuola e chiede al governo "che ci dica tre sì o tre no" perché "noi chiediamo il blocco del licenziamento dei 132.000 precari, il ripristino del tempo pieno e la ristrutturazione delle scuole che cadono a pezzi"
"Il governo rinunci ad un'operazione sbagliata che con una scelta contabile e non politica taglia 8 miliardi e mezzo alla scuola" il tutto in un momento in cui è invece necessario "investire sul capitale umano e sull'educazione per uscire dalla crisi". Franceschini ha presentato e firmato, insieme a Beppe Fioroni responsabile scuola del partito, una petizione popolare che verrà presentata in Parlamento.
Nella petizione si chiede appunto di rispettare le richieste di tempo pieno e prolungato delle famiglie, di bloccare il taglio di 8,5 miliardi alla scuola, di bloccare l'espulsione dei 132.000 precari, di attuare un piano straordinario per la messa a norma degli edifici scolastici, di evitare la chiusura delle piccole scuole di montagna e delle isole.
"Il governo rinunci a un'operazione sbagliata e senza senso - aggiunge Franceschini - se lo faranno, noi siamo pronti a ragionare in positivo in Parlamento. Se andranno avanti si troveranno di fronte un muro dall'opposizione e troveranno anche una grande mobilitazione civile davanti alle scuole".
Il segretario Pd ha affermato che la scelta è stata fatta in modo esclusivamente contabile, "compiuta dal ministro dell'Economia e tacitamente subita dal ministro Gelmini. Invece la scuola non è un comparto qualsiasi della pubblica amministrazione. E' inutile negare l'evidenza e dire che i tagli non ci sono".
"Ha senso - ha domandato il segretario democratico - che mentre si parla di un piano per l'edilizia delle case per rilanciare l'economia, il governo non permetta di allentare il Patto di stabilità interno? Comuni e Province hanno i soldi in cassa e li potrebbero spendere per lavori di messa in sicurezza delle scuole".
Anche a livello internazionale, ha sostenuto il segretario Pd, i governi progressisti sostengono che per uscire dalla crisi "la priorità è l'educazione. E la pensano così anche i governi conservatori. Per l'Italia sarebbe ancora più che per gli altri Paesi un investimento sul futuro perché il nostro Paese ha come grande risorsa il capitale umano, i cervelli, e su quello deve puntare gli investimenti per uscire dalla crisi".
Beppe Fioroni ha sostenuto che il governo sta facendo una politica "per rendere la scuola più povera, più debole, più ingiusta, una politica che punta a devastare il sistema pubblico e a farlo morire di asfissia". "Si avranno scuole di serie A e scuole di serie B e la classe dirigente non sarà selezionata per merito ma per censo".