Aprileonline: Scuola, conto alla rovescia
Cortei, occupazioni e iniziative "creative" come lezioni all'aperto o in diretta sul web. Si apre così, in tante città italiane, la settimana decisiva per il movimento che si oppone al decreto del ministro Mariastella Gelmini
C.R.,
Cortei, occupazioni e iniziative "creative" come lezioni all'aperto o in diretta sul web. Si apre così, in tante città italiane, la settimana decisiva per il movimento che si oppone al decreto del ministro Mariastella Gelmini e che dovrebbe essere approvato definitivamente il 29 ottobre
Mancano solo due giorni allo scadere del decreto taglia scuola, promosso dal ministro Gelmini su dettatura di Tremonti , e che per entrare in vigore dovrebbe essere approvato dal Senato entro il 29 ottobre.
Mentre Pd e Italia dei Valori tornano a chiedere il ritiro del decreto come condizione sine qua non per aprire un confronto parlamentare, il governo assicura che il voto ci sarà e che il decreto - pomposamente definito riforma, ma che di riforma non ha proprio nulla - non subirà modifiche. I numeri, d'altra parte, la maggioranza li ha, salvo qualche improvvisa quanto insperata defezione dell'ultima ora, magari sulla scia di una realtà incontestabile: in piazza, per la prima volta, sinistra e destra si mescolano. Segno evidente che la norma di legge scontenta anche l'elettorato del Pdl e che la preoccupazione sul futuro dell'istruzione e della ricerca, quando si volge lo sguardo fuori dai palazzi e all'interno della scuola, non ha colore politico.
Un Paese che guarda al futuro investe nella scuola e nella formazione, razionalizzando la spesa, eliminando sprechi, privilegi, le 'baronie' e le gestioni disinvolte. Ma i tagli annunciati sono pesanti: all'università arriveranno 467 milioni di euro in meno. Nei prossimi cinque anni il Fondo di finanziamento si ridurrà del 10 per cento. Solo il 20 per cento dei professori che andranno in pensione verrà sostituito. Come dire: porte chiuse all'università per le nuove generazioni.
Quando una Finanziaria s'approva in nove minuti e mezzo, quando il governo di un Paese in crisi trova i soldi per Alitalia e banche, com'è credibile che non si trovino soldi per garantire una scuola pubblica di qualità ed anzi si taglia proprio laddove la qualità era assicurata? Domande retoriche queste, alle quali i tanti ragazzi si sono già dati una risposta e la rabbia cresce. Perché non sono disposti ad essere svenduti in favore delle banche e della grande industria. Non vogliono essere coloro sulla cui pelle si finanziano i provvedimenti di una crisi economica che altri hanno provocato.
Così, si è aperta nelle scuole e nelle università una nuova settimana di agitazioni, cortei, occupazioni e iniziative "creative" come lezioni all'aperto o in diretta sul web. Da Trento a Palermo, da Firenze a Bari, da Milano a Potenza, le maratone di studio via internet sostituiscono le aule vuote.
Domani, il coordinamento "non rubateci il futuro" consegnerà al ministro Gelmini le firme della petizione per il ritiro del decreto 137 e la sospensione della legge 133. "Già duemila anni fa -spiega il Coordinamento- i tre Magi rappresentavano i diversi saperi e le diverse culture del mondo. Oggi, in una società ancora più articolata e complessa, appare impensabile che di tanti valori e conoscenze si faccia portatore una figura unica. Per questo, con un salto nel tempo, torneranno i Re Magi a rappresentare il mondo della Scuola, dell'Università e dei Migranti per dire no al Maestro unico e si alla multidisciplinarità, no alle classi ponte e si all'incontro di culture, no ai tagli all'università e si all'investimento nella ricerca".
E sempre a Roma, gli studenti del quarto municipio che manifestano davanti a palazzo Madama chiedono ai giornalisti: "Si può assistere ai lavori dell'aula?". In particolare, "alla seduta di mercoledì prossimo quando il decreto dovrebbe essere licenziato?". "Sì, si può, ma ricordatevi che dovrete indossare giacca e cravatta, altrimenti non vi fanno entrare", è la risposta che attendevano. Immediato il passaparola e la conferma: "Bene, allora mercoledì una nostra delegazione, in giacca e cravatta, sarà presente nella tribuna dell'aula del Senato" . Tanto per "vederli bene in volto quelli che voteranno per tagliarci le ali".