AprileOnLine: Regalo di fine stagione per Comunione e Liberazione
Alba Sasso Quello che è certo è che sia la maggioranza che sostiene il governo sia il Parlamento, in questo primo scorcio di legislatura, non hanno mai affrontato la problematica della revisione della legge di parità (62/2000) nel senso riportato a Rimini
Alba Sasso*,
Non è molto chiaro, attraverso le cronache giornalistiche, quello che il Ministro Fioroni avrebbe presentato al Meeting di Rimini come il grande evento della raggiunta parità economica per i Licei privati.
Quello che è certo è che sia la maggioranza che sostiene il governo sia il Parlamento, in questo primo scorcio di legislatura, non hanno mai affrontato la problematica della revisione della legge di parità (62/2000) nel senso riportato a Rimini. La parità giuridica ivi prevista per le scuole paritarie non è stata completata, come auspicato da sempre dai settori più estremi dell'integralismo confessionale cattolico, con il finanziamento di queste scuole da parte dello Stato.
Si tratta di un vincolo e di un limite dettato dalla Costituzione (art.33. comma 3) che la legge di Parità rispetta dopo che è stato rispettato dalle leggi di oltre mezzo secolo di legislazione repubblicana.
I commi 635 e 636 dell'articolo 1 della legge finanziaria 2007, a cui il Decreto dell'8 agosto si richiama, ripristinano 100 milioni del taglio degli oltre 150 che il Ministro Tremonti aveva apportato ai capitoli riguardanti i contributi alla scuola non statale.
E' bene ricordare che la materia in questione presenta una poderosa strumentazione sia normativa, di carattere legislativo, sia interpretativa enunciata in numerose sentenze della Corte Costituzionale.
Il Decreto Fioroni del 21 maggio 2007, approvato dalla Corte dei Conti il 2 luglio 2007 e pubblicato come si è detto l'8 di agosto, ignora totalmente oltre che la Costituzione anche la legge 27 del febbraio 2006 con la quale la Moratti aveva dato attuazione all'abrogazione delle scuole parificate, pareggiate e legalmente riconosciute e convenzionate prevista dalla legge di parità. Con tale abrogazione i contributi che tali scuole ricevevano da decenni dallo Stato, in cambio di loro precise prestazioni di servizio a favore dell'utenza più disagiata, venivano conservati qualora tali scuole avessero conseguito la parità e sarebbero cessati in caso contrario. La legge 27/2006 prevedeva, fra l'altro, un apposito Regolamento governativo per stabilire le prestazioni in servizi che le scuole primarie paritarie avrebbero dovuto erogare per continuare a conseguire tali contributi.
I commi citati della legge finanziaria non si occupano di questa materia.
Il Suddetto decreto Fioroni si presenta dunque, pur non dichiarandolo esplicitamente, come uno strumento surrogativo e transitorio di tale Regolamemento previsto dalla legge.
Delle competenze regionali, poi, non c'è più nessuna traccia.
E tutto questo mentre continuano i tagli e la riduzione del personale, persino degli insegnanti di sostegno, alla scuola statale. Mentre per la scuola cattolica (ma cos'è esattamente una scuola paritaria senza fini di lucro?) non valgono nemmeno i parametri del rapporto alunni insegnanti previsti dalla legge finanziaria, visto che ricevono finanziamenti, anche in presenza di classi con otto alunni.
Quod non fecerunt barbari.......
*Sinistra Democratica
Vicepresidente Commissione Cultura Camera dei Deputati