Aprileonline: Napolitano contro i tagli alla formazione
Il Capo dello Stato, a Perugia, esprime la sua preoccupazione per le decurtazioni al fondo ordinario delle università italiane previsto dalla manovra estiva del governo (63 milioni di euro nel 2009 e 190 nel 2010) : "La formazione è la leva dello sviluppo. Non possiamo disperdere i nostri talenti". A distanza arriva la replica della Gelmini: "Eliminiamo solo gli sprechi". Solidarietà al presidente dai rettori e dalle opposizioni
Monica Maro
Sessantatre milioni e mezzo di euro nel 2009 e 190 milioni nel 2010. A tanto ammontano le decurtazioni al fondo di funzionamento ordinario delle università italiane previsto dalla legge 133 del 2008, la manovra estiva del governo.
Tagli di cui oggi ha parlato, a Perugia, anche il Capo dello Stato Giorgio Napolitano, esprimendo la sua preoccupazione. Sotto accusa, l'articolo 66 della legge emanata il 6 agosto scorso che stabilisce che "il fondo per il finanziamento ordinario delle università è ridotto di 63,5 milioni di euro per l'anno 2009, di 190 milioni di euro per l'anno 2010, di 316 milioni di euro per l'anno 2011, di 417 milioni di euro per l'anno 2012 e di 455 milioni di euro a decorrere dall'anno 2013".
Ma non finisce qui: la legge 126 del 2008 per finanziare l'esenzione dell'Ici per la prima casa stabilisce, all'articolo 5, un'altra "riduzione lineare" che si traduce in un taglio di 460 milioni di euro sempre per il fondo per il finanziamento ordinario delle università. Combinando i due provvedimenti, lo stanziamento complessivo del fondo previsto dalla finanziaria 2009 risulta essere di 6.893.577 euro per il 2009, 6.162.868 euro per il 2010, 6.030.243 euro per il 2011. I fondi del 2010, dunque, presentano una riduzione di quasi il 10% rispetto al 2009.
Il discorso di Napolitano. "Mi auguro che siano maturi i tempi per ripensare e rivedere scelte di bilancio improntate a tagli indiscriminati". È questo il messaggio lanciato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel suo discorso all'Università di Perugia, dove il Capo dello Stato ha partecipato alla cerimonia conclusiva delle celebrazioni del settimo centenario di fondazione dell'ateneo. Napolitano è stato accolto nel capoluogo umbro dal rettore Francesco Bistoni e dalle massime autorità locali tra le quali la presidente della Regione, Maria Rita Lorenzetti ed il sindaco di Perugia, Renato Locchi. Nel corso del suo discorso, l'inquilino del Quirinale ha rivendicato il proprio diritto a esprimere richiami pubblici. "Fa parte - ha detto - delle mie responsabilità dettate dalla Costituzione e richieste da una situazione di straordinaria difficoltà del paese per una crisi che ha investito la finanza e l'economia mondiale e che in Italia sconta il retaggio, per molti aspetti, di vicende pluridecennali. Non c'è bisogno che citi a questo proposito il peso di un ingente debito pubblico che si fa sentire su tutte le decisioni di bilancio da prendere di volta in volta".
"Ciò però - ha continuato - non toglie che, e anche a maggior ragione, in questa fase di crisi che l'Europa e il mondo stanno vivendo con gravi incertezze per il futuro, tutte le forze responsabili del Paese debbano proporsi di salvaguardare, potenziare, valorizzare le risorse di capitale umano e di sapere evitando la dispersione di talenti e risultati troppo spesso sottovalutati". In questo senso, il presidente della Repubblica ha chiesto di non abbandonarsi a "generalizzazioni negative e liquidatorie che mettono a rischio la ricerca e l'università", dato che la ricerca è la "leva dello sviluppo". Di questo, tuttavia, "si tarda a trarne tutte le conseguenze e le necessarie implicazioni. Lo dico perché è un tema cruciale ed è mio dovere costituzionale fare questo e altri richiami pubblici". La visita di Napolitano a Perugia ha fornito l'occasione ad alcuni studenti della Sinistra Universitaria - Unione degli universitari per consegnare al Presidente della Repubblica una "lettera di solidarietà" in difesa della Costituzione.
La replica del ministro. A distanza, replica il ministro dell'Università Mariastella Gelmini: "Le preoccupazioni del presidente Napolitano sono anche le preoccupazioni del governo. La Ricerca e l'Università sono alla base dello sviluppo di un Paese, ma è altrettanto vero, però, che in questa fase di difficoltà economica internazionale è necessario investire il denaro pubblico con grande attenzione e oculatezza. Per questo bisogna tutelare al massimo le tante realtà di eccellenza presenti in Italia. Tuttavia è nostro dovere amministrativo e morale eliminare gli sprechi e le spese non necessarie accumulate negli anni a causa di gestioni universitarie poco efficaci".
"Ci sono ampi margini per migliorare le modalità di spesa degli atenei e per destinare fondi alla ricerca e alle università più virtuose. - prosegue il ministro - Il governo con il decreto legge sull'università ha deciso di destinare più fondi alle università migliori e di creare 4000 nuovi posti da ricercatore. Ha deciso inoltre di mettere un freno al moltiplicarsi di corsi e sedi distaccate".
I rettori ringraziano Napolitano. Il finanziamento dell'università "è un tema centrale" dal quale dipende "la sopravvivenza della massima istituzione formativa del nostro Paese". Lo sottolinea il Presidente della Conferenza dei rettori (Crui), Enrico Decleva, ringraziando il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, "per la sua continua attenzione alle questioni riguardanti il sistema universitario".
"Il tema toccato oggi dal Capo dello Stato a Perugia, quello del finanziamento dell'università, è un tema centrale. Ne va della sopravvivenza della massima istituzione formativa del nostro Paese. D'altra parte, nei mesi scorsi da più parti - ricorda Decleva - si è lavorato, e si sta lavorando, proficuamente per definire le linee di una revisione normativa della governance e del sistema di reclutamento. Ciò nell'ottica di un impegno riformatore che si intende rilanciare dall'interno del sistema, attraverso un dibattito costruttivo con il Ministero, il Governo e il Parlamento, ma che non può prescindere dagli aspetti finanziari".
I commenti dall'opposizione. "Non hanno voluto ascoltare l'opposizione, si dia ascolto almeno all'autorevole voce del Presidente della Repubblica, e si inverta la marcia per dare speranze ai nostri giovani". Così Manuela Ghizzoni, capogruppo del Pd in commissione Cultura alla Camera, commenta le affermazioni del Presidente Napolitano contro i tagli all'università.
"Già a luglio- spiega la parlamentare del Pd - in completa solitudine, abbiamo rilevato come i tagli imposti dalla manovra estiva di Tremonti avrebbero portato molti atenei al collasso tra il 2010 e il 2011". Il governo, continua la parlamentare, "con la politica dei tagli al sapere ha compromesso la didattica e la ricerca universitaria, fattori strategici che costituiscono il volano per la crescita di ogni economia. Quando l'onda lunga della crisi sarà passata, solo coloro che hanno potenziato scuola, università e ricerca, potranno competere sullo scenario globale. Gli altri paesi lo hanno capito- chiude Ghizzoni- mentre noi disinvestendo su ricerca e innovazione restiamo il fanalino di coda in Europa".
La politica "dei tagli indiscriminati operata da parte del governo in particolare nel settore dell'istruzione, ricerca e università sta mostrando il suo vero volto e gli effetti negativi che aumenteranno nei mesi futuri". Lo sottolinea Silvana Mura, deputata dell'Italia dei valori che parla di "modo irresponsabile di affrontare una crisi economica che denota una politica in cui è assolutamente assente la capacità di guardare oltre l'immediato". In questo senso il richiamo odierno del presidente della Repubblica è "estremamente indicativo e denuncia il baratro nel quale rischiano di scomparire la ricerca e l'università italiana e con loro gran parte del sistema paese. Un governo responsabile - chiude Mura - dovrebbe ripensare la politica di tagli operata fino ad oggi, ma le parole del ministro Gelmini non lascino alcuna speranza in questo senso".
Anche Paolo Ferrero, segretario nazionale del Prc si dichiara "pienamente d'accordo con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. La logica dei "tagli indiscriminati" non può e non deve riguardare il mondo della scuola, dell'università e della ricerca".
"Come dice Napolitano, 'la ricerca e la formazione sono la leva fondamentale per la crescita dell'economia'. Se il governo Berlusconi non ha i soldi per finanziare l'università e la ricerca, così come la scuola pubblica metta mano a una tassazione seria dei grandi patrimoni, reintroduca una patrimoniale sulle grandi ricchezze e vedrà che i soldi li trova", conclude Ferrero.