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AprileOnLine: Lavoro pubblico verso lo sciopero

Il primo giugno gli statali, il quattro toccherà alla scuola. La protesta riguarda principalmente il mancato rinnovo dei contratti e la sempre più difficile situazione professionale di molte categorie. La drammatica condizione della pubblica istruzione in Italia

10/05/2007
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Aprileonline

Emiliano Sbaraglia, 09 maggio 2007

Economia Il primo giugno gli statali, il quattro toccherà alla scuola. La protesta riguarda principalmente il mancato rinnovo dei contratti e la sempre più difficile situazione professionale di molte categorie. La drammatica condizione della pubblica istruzione in Italia

Alla fine non si è riusciti a trovare soluzione, e i lavoratori del pubblico impiego, di ministeri, enti locali e sanità, hanno deciso di scioperare venerdì primo di giugno, mentre lunedì 4 sarà la volta della scuola. "Nonostante gli accordi sottoscritti con il governo - sono state le parole di Salvatore Bosco, segretario generale della Uil-pa - non siamo stati convocati per avere le conferme sull'avvio di contrattazione con l'Aran. Anche la richiesta di incontro con il presidente del Consiglio, Romano Prodi, inviata dai segretari generali di Cgil, Cisl e Uil non ha avuto risposta. Il ministro Nicolais aveva confermato che oggi ci sarebbe stato un incontro ma non c'è stato, né è pervenuta una convocazione per altre date".
Dunque una sciopero articolato in due giornate, quasi a sottolineare la particolarità della situazione della scuola pubblica italiana.

L'incontro fra i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil con il presidente del Consiglio Romano Prodi, previsto per a inizio settimana non ha più avuto luogo, e i sindacati hanno indetto una giornata di mobilitazione generale.

La motivazione principale che ha spinto in pratica ogni categoria lavorativa coinvolta nel settore a scendere in piazza, è il rinnovo, o meglio il non-rinnovo del contratto di lavoro, scaduto da 17 mesi. Secondo i sindacati, infatti, il potere d'acquisto delle retribuzioni più basse di tutto il pubblico impiego è ulteriormente calato "a livelli non più sostenibili".

La giornata di sciopero coinciderà con quella di tutti i lavoratori pubblici, e segue la mobilitazione indetta lo scorso lunedì 16 aprile, che poi si decise di rinviare perché il governo sembrava avesse mostrato qualche apertura alla trattativa.

Oltre al rinnovo del contratto, che a questo punto rappresenta il tassello più importante della protesta, le tre confederazioni hanno anche chiesto al governo un confronto su quello che viene ormai chiamato "Memorandum", con l'obiettivo di porre nuovamente al centro dell'attenzione il ruolo della scuola pubblica "per lo sviluppo e la coesione del Paese", non soltanto dal punto di vista pedagogico e culturale ma pure, come la stessa Europa chiede oramai da qualche anno, un traino essenziale per un virtuoso sviluppo economico del Paese.

C'è da aggiungere che quella dei sindacati confederali non sarà l'unica giornata in cui la scuola si fermerà. Per l'undici maggio è infatti prevista una manifestazione davanti la sede del ministero della Pubblica istruzione, indetta dai Cobas con il fine di "bloccare questo immiserimento della scuola pubblica", come ha detto il leader Piero Bernocchi. Inoltre, sempre a giugno, ci sarà una giornata di mobilitazione durante gli scrutini di fine anno, indetta dalla Gilda degli insegnanti. Il millione e passa dei lavoratori della scuola statale sembrano davvero aver dissotterrato l'ascia di guerra.

Inutile sottolineare come il malessere della scuola provenga da lontano. In questi ultimi mesi, il corpo insegnanti, i dirigenti scolastici, alunni e genitori, spesso hanno dovuto fronteggiare emergenze di ogni tipo, dal taglio ai finanziamenti a quello degli organici, dall'impossibilità di nominare e pagare i supplenti per mancanza di fondi, alla carenza dei "gettoni" per i commissari della maturità. "Le scuole vivono una situazione dura e difficile, in ordine ad una serie di problemi che la mobilitazione vuole portare alla luce per farne oggetto di denuncia e di rivendicazione" -ha commentato Enrico Panini, leader della Flc Cgil, che ha poi aggiunto: "Dal taglio drammatico agli organici del personale destinato a peggiorare la qualità dell'offerta formativa e le condizioni di ordinario esercizio della professionalità docente e Ata, all'indebitamento delle scuole che ha ormai raggiunto livelli da paralisi, la situazione è arrivata veramente a un punto di non ritorno".

"Se non ci sono fatti nuovi è inevitabile che si arrivi a uno sciopero", ha ribadito il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, a margine dell'assemblea nazionale dei quadri giovani del sindacato, intendendo naturalmente sia la giornata dell'uno che quella del 4 giugno.
E in preparazione della mobilitazione generale di categoria, debutta inoltre anche lo "sciopero al contrario", una giornata che sarà fissata nel mese di maggio in cui i servizi per la cittadinanza saranno aperti un'ora in più in forme autogestite promosse dai sindacati.

Si prevedono giorni a seguire molto caldi, e non si tratterà soltanto di riscaldamento del pianeta


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