AprileOnLine: La scuola fa un passo avanti
Alba Sasso
Alba Sasso*, 04 luglio 2007
Il ministro Fioroni firma il decreto per 60.000 nuove assunzioni, di cui un sesto riguardante il personale tecnico. Si tratta del primo passaggio del piano triennale previsto, che dovrebbe garantire entro il 2009 altri 100.000 posti di lavoro per insegnanti, in uno dei settori fondamentali per ogni moderna società civile
Prendono il via le assunzioni nella scuola. Il ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, ha infatti firmato il decreto che prevede l'immissione in ruolo di 50.000 docenti e 10.000 Ata (ausiliari, tecnici e amministrativi). Le conseguenti nomine in ruolo dovranno essere effettuate entro il 31 luglio per garantire il regolare avvio del prossimo anno scolastico.
Si tratta della prima applicazione del piano triennale, che prevede l'assunzione di 150.000 precari, di cui 40.000 appartenenti al corpo non docente. Una prima tranche, dunque; una prima applicazione di un progetto che in ogni caso, normativamente, contempla lo sblocco annuale che deve essere autorizzato dal Tesoro.
In tal senso, la settima commissione ha lavorato molto in questi mesi, a partire dai primi giorni dell'anno scolastico che si sta per concludere con le prove di maturità, nei mesi di settembre e ottobre 2006.
Ci si trova di fronte a un problema che rappresenta una grave patologia della nostra scuola, nella quale il 30% (con punte anche del 40%) del corpo docente attuale, viene costretto a fare i conti con il dramma del precariato; un dramma che inevitabilmente comporta preoccupanti disfunzioni strutturali nella qualità della didattica, nella costruzione di un modello pedagogico e culturale soddisfacente, nella costituzione di un valido corpo insegnante.
Da questo punto di vista, un esempio efficace quanto drammatico riguarda la posizione degli insegnanti di sostegno; laddove i ragazzi in difficoltà hanno in primo luogo bisogno di una figura di riferimento adeguatamente preparata e stabile nel suo ruolo, spesso i precari si trovano anche qui, e il dramma può trasformarsi in una vera e propria tragedia personale per chi ne è direttamente coinvolto.
Altra questione che dovrà al più presto essere affrontata riguarda le graduatorie già esistenti, per le quali si lavora affinché vadano a esaurimento; ma questo deve inevitabilmente definire una volta per tutte anche una disciplina per il sistema di reclutamento, con l'obiettivo almeno di accantonare la proposta del precedente ministro Moratti, vale a dire la chiamata diretta da parte delle scuole: una ipotesi che francamente sembra troppo aprirsi al rischio di generare un meccanismo vizioso, caratterizzato da ambigue scelte da parte dei presidi dei vari istituti. In altre parole, potrebbe innescare, più che di reclutamento, un sistema di tipo clientelare.
È chiaro che esiste un problema di ruolo, di immagine sociale degli insegnanti. Non si può non ripartire da questo. Dalla necessità di restituire loro una dignità che parta dalla considerazione che di loro hanno le famiglie, e la società tutta, che troppo spesso tendono a dimenticare; ma la rimozione è generalizzata, malgrado la scuola sia il luogo dove si formano le persone, nella loro complessità ed interezza. Perché non è un parcheggio, ma il luogo delle esperienze di vita più importanti, che ti segneranno per sempre. Perché una parola, un gesto di un insegnante, può segnare il futuro di una persona, in maniera indelebile.
A loro viene affidata quella materia straordinaria, plasmabile in tutte le direzioni, che sono le coscienze dei ragazzi, la loro personalità, le loro prospettive. Bisognerebbe riservare alla figura dei docenti un'attenzione di gran lunga superiore a quella che riserviamo a qualunque altra attività di vita. Invece, famiglia, politica, chiesa, dedicano uno sguardo sempre più distratto a queste figure essenziali, limitandosi tutt'al più a intervenire sul piano esclusivamente tecnico-amministrativo. Abbiamo bisogno di nuovo di una scuola in cui quella del docente sia una figura di prestigio, autorevole, rispettata. In questa direzione, un primo passo in avanti è stato fatto.
*Sinistra democratica, Commssiione cultura alla Camera