Aprileonline: La de-"formazione"
Contestato a Napoli il ministro Fioroni dai genitori dei bambini disabili per i tagli agli insegnanti di sostegno. Mentre a Roma Mussi incontra gli studenti, che chiedono meno numeri chiusi e l'annullamento dei test truccati
Jacopo Matano,
Università e scuola
Fischi a Napoli per Fioroni, striscioni a Roma per Mussi. Ad anno scolastico e sessioni d'esame appena iniziati non si può dire che gli ingranaggi del settore formazione abbiano ricominciato a lavorare serenamente, tra test truccati alle università, aumento del numero chiuso negli atenei e tagli agli insegnanti di sostegno nelle scuole.
"LA SCUOLA NON VEDE I DISABILI" - La giornata calda di scuola e università non comincia nelle aule bensì in piazza del Gesù, nel capoluogo campano, dove il ministro della Pubblica istruzione partecipa ad un'iniziativa per l'inaugurazione dell'anno scolastico. Sul palco, insieme a Fioroni, presenziano il sindaco Rosa Russo Iervolino, l'assessore regionale al Lavoro Corrado Gabriele, l'assessore al Comune di Napoli Giuseppe Gambale e il parroco- coraggio don Luigi Merola. Parole di fuoco le lancia il presidente dell'associazione "Tutti a scuola", Antonio Nocchetti, che dal palco accusa il ministro, e la scuola tutta, di "non vedere" la disabilità. "Complimenti, signor ministro", esordisce Nocchetti, "per aver complicato la vita a milioni di italiani, per le originali intuizioni che avete inserito in Finanziaria elevando il numero di alunni per classe e congratulazioni per aver reso sempre più complessa la certificazione della disabilità provando a far sparire i bambini disabili". Fischi, cori e striscioni sulla stessa linea d'onda dalla platea, dove i genitori degli alunni disabili, accompagnati da insegnanti e precari, contestano il ministro di aver reso "non disabili" 190 mila ragazzi. Numeri da miracolo: neanche Gesù, che alla celebre piazza napoletana affida il nome, avrebbe potuto tanto.
La replica del ministro non si fa attendere: "le famiglie vanno ascoltate, ma i dati non sono reali: abbiamo nelle scuole italiane 169mila disabili, cifra probabilmente sottostimata, e 85mila insegnanti di sostegno nell'anno in corso". Oltre 75mila dei quali, secondo il ministro, avrebbero già preso servizio. "La scuola da sola", continua il ministro, "non può garantire insegnanti di sostegno e operatori per il sostegno materiale, il cui impiego non compete al ministero". Fioroni confida nella possibilità di utilizzare altre competenze professionali per l'assistenza ai ragazzi disabili: "l'errore di fondo è quello di considerare l'insegnante di sostegno, che è un supporto degli insegnanti ordinari, come un assistente sociale ed un educatore". Compiti che vanno invece affidati "ad altre figure professionali", che devono essere reclutate dalle scuole grazie all'impegno congiunto degli enti locali". A Napoli il ministro per la Pubblica istruzione ha firmato un protocollo d' intesa in questo senso con gli assessori all'istruzione di Regione, Provincia e Comune. La modalità da mettere in atto sarà quella di esternalizzare il lavoro degli Osa (operatori sanitari), che dovranno integrare l' attività degli insegnanti di sostegno e saranno pagati ad ore, come ha spiegato il direttore scolastico regionale Alberto Bottino. Ma sulle risorse, e quindi sul futuro di questo progetto pilota non c'è risposta: l'impegno finanziario non è stato ancora quantificato.
BARI E BARONI - Giornata di novità anche nel mondo dell'università e della ricerca, scosso recentemente dai "fattacci" dei test d'ammissione truccati negli Atenei di Bari, Ancona e Chieti. I ragazzi coinvolti, secondo fonti inquirenti, sarebbero una trentina: avrebbero ricevuto via sms e con gli auricolari le risposte ai quiz tramite un "centro d'ascolto" allestito poco distante dall'aula I "bari" di Bari non la passeranno liscia: il procuratore Emilio Marzano ed il pm hanno infatti deciso di trasmettere al rettore dell'università del capoluogo pugliese l'elenco con i nomi degli studenti finiti nel registro degli indagati. Un'azione consentita dal fatto che la sola detenzione di un telefonino da parte di un candidato durante la prova configurerebbe, dal punto di vista amministrativo, motivo di esclusione. Le indagini, condotte dal pm Francesca Romana Pirrelli tramite la Guardia di Finanza, hanno previsto perquisizioni e sequestri a carico di sette persone, tra cui due docenti universitari dei capoluoghi pugliese e marchigiano.
NUMERO CHIUSO - Nel frattempo, su questo tema, il ministro Mussi ha incontrato a Roma l'Alto commissario per la lotta alla corruzione Achille Serra. "Ho chiesto la collaborazione di Serra", ha spiegato Mussi, "perché di fronte a certi casi di truffa e di manipolazione abbiamo bisogno di colpire duramente i responsabili, ma anche di identificare esattamente le dimensioni del problema". "E' evidente", ha continuato il ministro, "che non si può sparare nel mucchio: c'è chi ha copiato e c'è chi, invece, ha faticato. Bisogna tendere le mani a chi studia e segue le procedure, sia tra i docenti sia tra gli studenti, e liberare gli atenei da corrotti e corruttori".
Ma a piazzale Kennedy, sotto la sede del ministero dell'Università e della Ricerca, non c'era solo il prefetto di Roma: qualche centinaio di studenti dell'Unione degli universitari si sono infatti radunati per protestare contro il numero chiuso e chiesto un incontro con il ministro. Fabio Ingrosso, studente di Economia alla Sapienza e responsabile organizzazione dell'associazione, ha incontrato insieme ad altri tre "colleghi" il ministro e ci ha spiegato telefonicamente la situazione: "abbiamo avuto un incontro dove abbiamo chiesto impegni precisi su quello che si andrà a fare da qui ai prossimi mesi. Chiediamo una riforma della 264/99 sull'accesso al numero chiuso, e vogliamo cercare di bloccare questa proliferazione dei numeri chiusi, cresciuti del 320 per cento negli ultimi cinque anni". La risposta del ministro sembra essere stata colloquiale: "Sul numero chiuso si è detto d'accordo, in settimana ci richiamerà per prendere un impegno formale. Noi comunque vogliamo i fatti". E sui test truccati? "Annullarli, tutti."