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AprileOnLine: I ragazzi della porta accanto

Sospesi per un anno i quattro studenti accusati di aver aggredito e molestato un loro compagno di classe disabile. Ma il grave problema della violenza minorile rimane

17/11/2006
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Aprileonline

Scuola e società

La giunta esecutiva del consiglio di istituto, su proposta del consiglio di classe, ha deciso di sospendere per un anno i quattro ragazzi ritenuti responsabili dei maltrattamenti avvenuti la scorsa settimana nei confronti di un loro compagno di classe "down", con conseguente esclusione dallo scrutinio finale di giugno; gli studenti potranno svolgere "un percorso educativo di recupero" in un centro specializzato nei casi di disagio sociale. Il provvedimento arriva insieme alla decisione di promuovere un'azione disciplinare anche per un insegnante dell'istituto "Steiner", colui che doveva essere in classe nei minuti dell'aggressione, e che invece in base alle ricostruzioni ottenute grazie all'ausilio-video risulta assente. Una responsabilità di non poco conto, considerando che i componenti di un'aula scolastica risultano per legge sotto la tutela dei docenti che si alternano negli orari di lezione della giornata.
L'inchiesta del tribunale per i minorenni sta ora accertando ruoli e responsabilità di quanto è accaduto. Nel registro degli indagati sono stati iscritti i nomi dello studente che ha percosso il compagno, del giovane che ha disegnato sulla lavagna il simbolo nazista delle "SS", di quello che ha ripreso il tutto con una piccola telecamera, e della studentessa che questa estate ha riversato un duplicato del video su Internet. Non è invece previsto, almeno per ora, alcun provvedimento a carico dell'altra quindicina di giovani della classe, che avevano seguito la scena ridendo e schiamazzando, senza neanche abbozzare il minimo tentativo per cercare di fermare tutto quello che stava accadendo.

Le umiliazioni e gli insulti, la violenza e le derisioni inflitte a un ragazzo disabile da parte di suoi coetanei, per giunta compagni di classe, denunciano un problema di carattere sociale ben più grave e profondo di quanto emerso in questi giorni.

Qui ci troviamo di fronte a una situazione di assoluta mancanza di qualsiasi forma di rispetto nei confronti dell'altro, e in particolare della diversità che potrebbe distinguere l'altro da sé. Si stanno crescendo generazioni che non hanno la più pallida idea di cosa possa significare l'applicazione del concetto di differenza come elemento di ricchezza nella comunità sociale, nella vita reale, nell'esistenza quotidiana di ciascun individuo.

E come sempre accade in questi casi, le colpe di giovani minorenni, esecutori materiali di gesti inaccettabili, finiscono laddove cominciano quelle di coloro che potremmo definire i mandanti involontari di tali situazioni, cioè a dire quella società di adulti variabilmente formata da genitori, insegnanti, personalità istituzionali. Che non dovrebbero accettare (figuriamoci favorire) la formazione di una cultura aderente ai modelli comunicativi persuasivi, specialmente per i giovani, fortemente legati al culto della bellezza estetica, della forza come elemento di accettazione e gratificazione personale e collettiva, del potere sugli altri come principale se non unico obiettivo da raggiungere.

In circostanze come queste, la speranza è che dagli orrori provocati si traggano lezioni funzionali a non far ripetere ancora nulla di simile.


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