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Aprileonline: Da Pechino con furore

Il premier continua a esternare dalla Cina: "In piazza ci sono anche dei facironosi", e riserva suspense sul metodo escogitato per far proseguire le lezioni: "Aspettate e vedrete". Il Pd: "Non c'è bisogno di sfide", l'Idv: "Protesta giusta, non è una riforma, sono solo tagli". Bonanni: "I facironosi non ci sono ma il governo se li cerca"

25/10/2008
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Aprileonline

Andrea Scarchilli ,

Continua il balletto da Pechino. Prima le minacce, poi la retromarcia, ora le esternazioni vagamente bulliste. C'è tutto Silvio Berlusconi nella tre giorni passata a margine delle proteste contro la riforma della scuola.

Proteste e sorpresa. La piazza il presidente del Consiglio proprio non la gradisce: "In tantissime manifestazioni organizzate dall'estrema sinistra e dai centri sociali, così come mi ha confermato il ministro dell'Interno, ci sono dei facinorosi: non tutti naturalmente, dei piccoli gruppi, ma nei cortei organizzati da queste entità ci sono facinorosi che hanno il supporto dei giornali". Il nocciolo delle dichiarazioni di due giorni fa, polizia a parte, resta: "Io non ho cambiato assolutamente atteggiamento, vale quello che ho detto, e ne ho parlato anche con il ministro dell'Interno: se lo Stato vuole essere Stato deve difendere il diritto dei cittadini a frequentare le scuole e le università". Poi, insistendo: "Se ci sono dei facinorosi che vogliono manifestare hanno tutte le strade possibili e immaginabili per farlo, ma non devono impedire l'accesso alle strutture pubbliche a chi non condivide quelle proteste". Berlusconi non ha voluto rispondere alla domanda dei giornalisti che gli chiedevano quale idea avesse per intervenire nella vicenda scuola e università senza usare la forza pubblica: "Non ve la dico, quando sarà attuata la vedrete".

Dialogo. Figurarsi se era il giorno per parla di dialogo con l'opposizione. No, Berlusconi ha chiuso decisamente. Nessun rapporto con la sinistra "che mi chiama dittatore". E poi, a che serve? Il premier ha detto che l'argomento non lo appassiona, ha già "una maggioranza in Parlamento, ho avuto un voto e degli apprezzamenti dal pubblico. Siccome da sinistra - ha aggiunto - non sono mai venute cose giudiziose e positive io vado avanti a realizzare il mio programma indipendentemente da tutti i teatri e teatrini che mette in campo la sinistra. Anche per questo non ci può essere nessun dialogo con chi assume posizioni irrealistiche, non si può pensare di avere uno scambio di idee con chi ha posizioni totalmente inattendibili".

Opposizione. Il Partito democratico, attraverso il capogruppo alla Camera Antonello Soro, definisce il premier "sconcertante. Più che essere interessato al governo dei problemi dell'Italia sembra preoccupato di creare conflitti, divisioni, polemiche. Esattamente il contrario di quello che occorre ad un paese in difficoltà. Noi domani vogliamo parlare all'Italia vera, quella che chiede risposte ai problemi della crisi economica, per difendere la scuola, la democrazia, la legalità. Siamo davvero lontani". Secondo Soro "non c'è bisogno di sfide nei confronti dei giovani che chiedono il diritto alla scuola e non pensano certo agli scontri di facinorosi, come ha detto Berlusconi. L'emblema della protesta dei giovani in questi giorni sono le lezioni in piazza che sono esattamente il contrario di quello che Berlusconi pensa dei giovani".

A Berlusconi ha risposto per le rime anche il capogruppo alla Camera dell'Italia dei valori, Massimo Donadi: "Credo che l'unico facinoroso a questo punto sia Silvio Berlusconi. In piazza stanno protestando giovani, famiglie, insegnanti: il presidente del Consiglio in un primo momento ha pensato di mandarli contro la polizia, in perfetto stile sudamericano, quindi pentitosi di questo ruolo alla Pinochet si è riscoperto Don Abbondio e come sua consuetudine si è rimangiato le parole del giorno prima. Tutte iniziative non degne di un primo ministro". Tanto più ingiustificate, per Donadi, davanti a una protesta legittima: "Io credo che i manifestanti abbiamo buone ragioni di stare in piazza e di contestare: questa compagine ministeriale usa specchietti per le allodole per nascondere le fregature per gli italiani. Qui lo specchietto era rappresentato dal voto in condotta, dal ritorno del grembiule, dal maestro unico: ma la realtà è otto miliardi di tagli, cioè meno insegnati di sostegno, meno tempo pieno, meno docenti". Difficile giocarsela in Parlamento, perché, dice il capogruppo dipietrista ,"il decreto Gelmini non è emendabile, è soltanto un taglio: ormai siamo di fronte ad un esecutivo auto-referenziale, che ha escluso anche la propria maggioranza dal dibattito parlamentare, che governa esclusivamente per decreti e per di più, pur avendo numeri amplissimi, mettendo la fiducia. Una situazione senza precedenti per le democrazie".

Polemico pure il segretario della Cisl Raffaele Bonanni: "Io per adesso non ho visto facinorosi. Ma se dovessero esserci il governo se li è cercati in tutti i modi perché su un tema così delicato come la scuola non si può arrivare con un decreto, con i tagli e con un voto di fiducia ad azzerare qualsiasi discussione".


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