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AprileOnLine: Arte a scuola, rischio diestinzione

Il settore pubblico dela formazione artistica, se verrà applicata quanto disposto dalla riforma Moratti per ora solo congelata, subirà un drastico ridimensionamento

28/06/2007
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Aprileonline

Il settore pubblico dela formazione artistica, se verrà applicata quanto disposto dalla riforma Moratti per ora solo congelata, subirà un drastico ridimensionamento. Una bestemmia per un paese che detiene il quaranta per cento del patrimonio mondiale e costruisce il suo successo nel mondo a partire dalla creatività

Nell'ormai affermata orda riformatrice dell'italica istruzione, praticamente tutti i settori della scuola pubblica sono progressivamente risultati penalizzati. Da lungo tempo i vari ministri della Pubblica Istruzione formano commissioni, legiferano e spendono molto del poco denaro pubblico destinato alla scuola, cercando costantemente di far passare i presenti e futuri tagli, sempre più netti ed evidenti, per serie e ponderate, quanto necessarie, opere riformatrici atte a ristrutturare i vari cicli scolastici in modo sempre più rispondente ed adeguato alle esigenze dell'epoca. Circa i "motivi ispiratori" che spingono i soggetti incaricati ad intervenire con meticolosa continuità nell'intricato mondo della Pubblica Istruzione non vi è molto da dire: si ribadisce l'ovvio, quando si afferma che la scuola vada costantemente aggiornata e, talvolta, riformata.
Non è difficile cogliere il fatto che l'intero impianto formativo scolastico è necessariamente suscettibile di continui monitoraggi, che ne studino e comprendano l'evoluzione ed il senso, contestualmente ai cambiamenti storici, sociali, etici, tecnici, economici e persino del costume. Ma per quale motivo ogni volta che si mette mano a questioni riguardanti la scuola vanno perdute potenzialità formative, opportunità culturali e posti di lavoro?

Tra i molti, un settore formativo in particolare, ha rischiato, e tuttora rischia, il definitivo annientamento. Si tratta del settore scolastico pubblico previsto per l'istruzione e la formazione artistica. Le varie sperimentazioni coagulatesi a partire dai primi anni novanta nelle formulazioni di vari progetti, le indicazioni di merito esternate dalla "Commissione dei Saggi" nella riforma Berlinguer, la vergognosa proposta Moratti contenuta nell'ennesima e omonima riforma solamente congelata dall'attuale ministro della Pubblica Istruzione, hanno evidenziato con sconcertante chiarezza due incontrovertibili realtà: la prima è rappresentata dal fatto che dell'isrtuzione artistica in Italia, non frega niente a nessuno; la seconda sta nel fatto che politici, legislatori ed esperti che hanno messo mano alla questione, hanno dimostrato la più completa incapacità di scorgere l'importanza di questo specifico settore formativo.
Oppure c'è di peggio...
Nella riforma Moratti, fin dalla prima bozza proposta per l'iter approvativo, è disposto e, probabilmente verrà applicato, quanto segue:
SPARISCONO 2.112 ore di discipline pittoriche (materia d'indirizzo, ma soprattutto fondamentale per un approccio minimo alle problematiche della formazione artistica o comunque l'educazione alla comunicazione per immagini), ripartite nei quattro anni di corso del liceo artistico di prima sezione;
SPARISCONO 1.580 ore della stessa materia sopra menzionata previste per i quattro anni di formazione del liceo artistico di seconda sezione;
SPARISCONO 1.056 ore di formazione specifica prevista per i licei artistici sperimentali (progetto Leonardo);
SPARISCE l'Istituto d'Arte con la sua importante storia e le sue peculiarità formative.
Tutte queste "sparizioni" in cambio di 858 (ottocentocinquantotto) ore di formazione artistica previste dalla "ricetta Moratti".

Perché? Vale veramente la pena di strapagare fior di intellettuali ed esperti del settore e riunirli in commissioni per arrivare a partorire simili soluzioni! Mesi di duro lavoro per arrivare insensatamente a propore, per il primo biennio orientativo artistico, solo due ore settimanali di materie d'indirizzo specifico: praticamente le due ore di disegno delle medie inferiori! Dopo di chè le ore formative specifiche salirebbero prima a cinque per arrivare a ben sette ore nel quinto anno di formazione, all'interno delle quali potrà essere inclusa addirittura della sperimentazione fatta negli "appositi" laboratori, nel frattempo miracolosamente comparsi nelle scuole, per le tecniche di videoripresa! Ma ve lo immaginate, addirittura il cinema nella scuola? E con quali soldi?
E questa non è che una delle innumerevoli boiate che la scuola ha rischiato e tuttora rischia di trasformare in realtà.
Attualmente l'applicazione definitiva della riforma Moratti anche nella scuola di secondo grado è soltanto congelata, procrastinata, ma non abolita. Pertanto la devastazione di un importantissimo settore della formazione pubblica è ancora incombente e possibilissima.

Non sono presenti, e neppure lontanamente percepibili, le avvisaglie di un cambio reale di tendenza. Non si vede come l'attuale ministro, differenziandosi dai suoi predecessori (da Luigi Berlinguer a Letizia Moratti) possa trovare la forza e la convinzione per provare ad aggiornare in modo adeguato la formazione artistica all'insegna di un'inedita fiducia nei confronti di una tipologia formativa, mai capita fino in fondo e mai valorizzata per ciò che realmente potrebbe rappresentare.
Inoltre, neppure gli studenti, i genitori ed in generale l'opinione pubblica, sembrano mostrare volontà di opporsi all'inevitabile andamento delle cose.
La formazione artistica non sembra quindi interessare a nessuno, non è protetta da nessuno. In un paese che detiene non meno del 40% del patrimonio artistico mondiale e che ha trovato nella creatività made in Italy un punto di forza a livello mondiale, non si riusciranno a trovare le risorse necessarie per evitare un grave sfascio.
Eppure la formazione di tipo artistico è naturalmente in grado di promuovere dinamiche, sia sul piano intellettuale, che emotivo, all'insegna della capacità astrattiva, progettuale, immaginifica, critica ed estetizzante quindi, in ultima analisi all'insegna della libertà di pensiero. Valori educativi indiscutibili ed indissolubilmente legati ad un sapere di tipo divergente ed aspecifico, fondamentale ed irrinunciabile per le esigenze formative contemporanee e future.
Inoltre, la scuola artistica italiana, ammirata in tutta l'Europa sarebbe in grado di rispondere ottimamente, in termini formativi, alle esigenze del mercato, dove l'aspetto qualitativo delle formazioni rappresenta l'unica e vera opportunità competitiva che il nostro paese ha per il futuro.
Nonostante queste incontrovertibili realtà, non esiste la minima capacità e volontà di valorizzare questa risorsa.
O forse non è così!
Forse questo susseguirsi di massacranti riforme scolastiche un senso lo hanno ed anche uno scopo: la promozione di una scuola che formi, non future generazioni di individui all'insegna della pluralità e della libertà cosciente, ma esclusivamente un'informe massa di consumatori ubbidienti e passivi, perfettamente funzionali all' incontrovertibile realtà economica e sociale ormai irrimediabilmente radicata.


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