AprileOnLine: 16 Aprile, la scuola in sciopero
Dopo il fallimento del tentativo di conciliazione, i sindacati della categoria hanno indetto l'astenzione dal lavoro, che sarà accompagnata da una manifestazione nazionale
Fallito il tentativo di conciliazione, i sindacati di categoria confermano lo sciopero nazionale della scuola per il 16 aprile. La protesta sarà accompagnata da una manifestazione nazionale ed è stata decisa a sostegno della richiesta di rinnovo del contratto di lavoro del settore.
"Scioperiamo perché il Governo si era impegnato ad aprire un tavolo di confronto con noi per definire politiche condivise ed obiettivi comuni sulla conoscenza e, a distanza di mesi, non è accaduto nulla - spiega il segretario generale della Cgil Enrico Panini -. Intanto, si tagliano gli organici, nonostante che aumentino le iscrizioni a scuola; non si pagano i supplenti perché non sono arrivate le risorse dal Ministero e molte scuole ormai, dopo essersi indebitate con le banche, non chiamano più i supplenti; e sul precariato non c'è un seguito alla richiesta del Ministro Fioroni per 80.000 nomine per settembre 2007".
"Scioperiamo perché il contratto è scaduto da oltre 15 mesi e, nonostante le ripetute sollecitazioni, il Governo non ha ancora predisposto gli atti utili per avviare le trattative.
Questo significa far slittare il rinnovo contrattuale all'autunno e noi non siamo d'accordo", prosegue Panini: "Siamo di fronte ad una situazione insostenibile per i lavoratori, una negazione concreta dell'impegno per la scuola che il Governo ha messo al II° punto del suo nuovo programma".
"Non sono state date risposte - fa eco il segretario generale della Uil scuola, Massimo Di Menna - alle nostre specifiche rivendicazioni in merito a certificazione delle risorse, finalizzate alla valorizzazione del personale docente e Ata, previste da precise norme di legge; apertura del tavolo contrattuale; confronto sul memorandum sulla scuola per rilanciare il ruolo centrale della scuola pubblica per lo sviluppo e la coesione del Paese".
Ricordando che lo stipendio medio di un insegnante è di 1.300 euro, il sindacalista osserva che i ritardi nel rinnovo del contratto (scaduto da 15 mesi) e le scelte operate nella Finanziaria "che non ha affatto tutelato il lavoro dipendente (con la rimodulazione delle aliquote Irpef che messe in rapporto con l'aumento generale della tassazione e con i contributi previdenziali, hanno determinato un aumento complessivo della tassazione e un abbassamento reale delle retribuzioni) rendono non più rinviabile l'apertura del negoziato contrattuale".
Il leader della Uil ribadisce quindi come in Italia si spenda poco per l'istruzione: 4,8% in rapporto al Pil, mentre la media Ocse è del 6,1%. "A ciò si aggiunge, come riportato dall'Istat, che l'incidenza della spesa per l'istruzione sulla spesa pubblica totale si è ridotta, in sedici anni dal 10,3%
del 1990 al 9,7% del 2005. Livello che tradotto in denaro, corrisponde a 4,2 miliardi di euro all'anno che avrebbero potuto essere destinati all'istruzione".
Quanto ai tempi, secondo Di Menna, il contratto va chiuso prima della fine dell'anno scolastico e per fare ciò il Governo "deve uscire dall'attuale immobilismo, dare certezza di risorse, garantire il rapido avvio del negoziato, impegnarsi per un piano di investimenti per la scuola".