Aprile On Line: La ricerca è più libera
Il ministro Mussi ritira la firma italiana dalla ''Dichiarazione etica'' siglata nel 2005, sull'utilizzo delle cellule staminali embrionali. Il centrodestra insorge
Carla Ronga
Il ministro della Ricerca e dell'Università, Fabio Mussi, ha ritirato la firma dell'Italia alla "Dichiarazione etica" con cui cinque Stati membri avevano espresso una pregiudiziale contraria alla ricerca sulle cellule staminali embrionali. In sostanza, lo scorso 28 novembre 2005, siglando congiuntamente una "Dichiarazione etica", sei Paesi dell'Unione europea (Italia, Austria, Germania, Malta, Polonia e Slovacchia) si erano opposti con forza a eventuali finanziamenti comunitari di progetti di ricerca con le cellule staminali embrionali. Di fatto, il veto di questi sei Paesi ha impedito che i fondi Ue fossero destinati ai progetti di ricerca con le cellule staminali embrionali, anche in quei Paesi dove questa ricerca era ammessa. In altre parole, attraverso quelle firme, si era imposta la legislazione e l'ideologia dei firmatari al resto dell'Europa.
E ancora, nelle stesse ore in cui Mussi decideva di togliere il sostegno italiana alla "Dichiarazione etica" (iscritta a verbale del Consiglio Ue nel novembre scorso, contro "l'ammissibilità al finanziamento di attività di ricerca che prevedano la distruzione di embrioni umani"), la commissione Industria, Ricerca ed Energia del Parlamento europeo ha adottato, ieri a Bruxelles, alcuni emendamenti sugli aspetti etici del VII programma quadro comunitario di ricerca in cui si apre la possibilità di finanziare a livello europeo la ricerca sulle cellule staminali embrionali, compatibilmente con le normative nazionali (e quindi rispettandone le eventuali restrizioni). Gli eurodeputati del Centrosinistra membri della commissione si sono divisi sul voto: favorevoli Giovanni Berlinguer (Ds), Umberto Guidoni (Pdci), Pia Locatelli (Rnp) ed Enzo Lavarra (Ds); contrari, invece, Vittorio Prodi (fratello del premier) e Patrizia Toia, della Margherita.
Prodi e Toia avevano sostenuto un pacchetto di emendamenti alternativo che avrebbe demandato alle sole legislazioni degli Stati membri la decisione se finanziare o meno la ricerca sulle cellule embrionali. E' passata invece l'apertura al finanziamento Ue in questo settore, una posizione che dovrà comunque essere confermata adesso dal voto della Plenaria, il mese prossimo a Strasburgo, e poi dal Consiglio Ue (probabilmente a settembre).
Finora, i paesi firmatari di questa cosiddetta "Dichiarazione etica" avrebbero potuto esprimere una "minoranza di blocco" durante la discussione in Consiglio Ue per l'approvazione del VII programma quadro. Ma, come conseguenza della "defezione" dell'Italia, il "peso" degli Stati membri contrari alla ricerca sugli embrioni scende adesso sotto la soglia della minoranza di blocco (nel sistema ponderato in vigore al Consiglio la soglia è di 90 voti: con l'Italia si era a 105, senza l'Italia si arriva solo a 76).
"Mi sono permesso di ritirare la firma dell'Italia", ha reso noto il ministro. In calce alla "Dichiarazione etica" restano ora solo le firme di Polonia, Slovacchia, Germania e Austria.
Sulla ricerca sulle staminali "l'Italia ha una legislazione restrittiva che, io penso, occorra almeno parzialmente modificare", ha ricordato Mussi, puntualizzando che, tuttavia, "qui non si tratta della legge italiana, ma della posizione dell'Italia nell'Unione europea, e non vedo perché dovremmo farci promotori del massimo della restrizione in Europa", su questo argomento.
"Non credo sia giusto che l'Italia ponga un ostacolo restrittivo alla ricerca europea e che tenti così di "esportare" la propria legislazione interna le altre legislazioni vanno rispettate".
Secondo il ministro, bisogna "cogliere l'opportunità di un uso controllato delle staminali per la ricerca come si comincia a sostenere anche da parte dei sostenitori della nostra legislazione restrittiva, con aperture alla possibilità di usare cellule soprannumerarie", altrimenti avviate alla distruzione.
Mussi ha citato, ad esempio, il recente intervento del ministro Bindi, e ha sostenuto che "muovendosi ragionevolmente lungo una linea di compromesso, qualche miglioramento alla legislazione italiana ci possa essere", come si accenna anche nel programma elettorale dell'Unione, che "prevede ipotesi di minori restrizioni". Alla luce di queste considerazioni, ha concluso Mussi, "non mi sembrava il caso di confermare in sede Ue una posizione rigida di totale chiusura, e quindi non ho insistito per l'approvazione di quella dichiarazione. In Italia, poi, con la nostra legge, ce la vedremo noi".
Sempre parlando del programma quadro di ricerca, Mussi ha riconosciuto " il lavoro fatto dal governo precedente sostenendo la richiesta di 1.4 miliardi di euro a favore della ricerca delle piccole e medie imprese ottenendone 1.336", mentre ha criticato "l'atteggiamento tiepido" riservato alla ricerca fondamentale" da lui, al contrario, ritenuta "molto importante".
"Ci rallegriamo della posizione assunta dal ministro per l'Università e la Ricerca Scientifica, Fabio Mussi, che ha annunciato a Bruxelles di voler ritirare la pregiudiziale etica finora espressa dall'Italia sulle cellule staminali" è il commento degli europarlamentari del Pse Giovanni Berlinguer, Marco Cappato, Pia Locatelli, Roberto Musacchio e Pasqualina Napoletano. "Ci auguriamo – proseguono - che la nuova posizione italiana possa aiutare il prossimo passaggio parlamentare del Settimo Programma Quadro (di cui parliamo nella rubrica dedicata al Parlamento europeo, ndr) e che questo possa preludere al finanziamento europeo della ricerca sulle cellule staminali embrionali".
C'è soddisfazione da buona parte del mondo scientifico, insieme alla speranza che da questa apertura a livello europeo possa nascere un'apertura anche interna all'Italia.
"Il governo debutta molto bene rispetto alla scienza e alla ricerca, che sono alla base dello sviluppo del Paese", commenta l'oncologo ed ex ministro della salute Umberto Veronesi, che esprime grande apprezzamento per il ministro: "Considero Mussi - ha detto - una persona competente e consapevole, con grande senso di responsabilità rispetto a tematiche centrali per il futuro del Paese". "Da anni - ha proseguito Veronesi - sostengo che esistono nei nostri centri in Italia embrioni sovrannumerari destinati alla morte sicura e che potrebbero essere, invece, molto utili alla ricerca scientifica per lo studio di patologie gravi. La posizione assunta oggi dal governo - ha concluso - potrebbe dunque riaprire il dibattito su questo tema fondamentale per la scienza biomedica".
"Siamo contentissimi", ha detto il neurofisiologo dell'università di Torino, Piergiorgio Strata. "Ci abbiamo sperato moltissimo e adesso speriamo che anche in Italia si apra un dibattito su questo tema perché siamo sempre preoccupati per un'eventuale approvazione della legge Rutelli", ha aggiunto riferendosi alla proposta di legge a sostegno della ricerca sulle cellule staminali ottenute da cordone ombelicale e adulte.
Soddisfatto anche il direttore del laboratorio di Biologia dello sviluppo dell'università di Pavia, Carlo Alberto Redi, che ha giudicato l'apertura di Mussi "importante" e indice di "democrazia e sensibilità nei confronti della casa comune europea".
Finora, ha aggiunto, "la posizione di Italia, Irlanda e Germania aderiva al blocco dei Paesi che aveva legittimamente deciso di attuare la sperimentazione sulle staminali embrionali". Un "no" quello dell'Italia, che secondo Redi "denota un atteggiamento di attenzione nei confronti dei cittadini". "Mi auguro - ha aggiunto - che il ministro voglia considerare che ci sono opportunità di ricerca in questo settore che in Italia, dove abbiamo ricercatori validi e bravi che chiedono di lavorare sulle cellule embrionali, ma che alcuni aspetti della legge in vigore lasciano isolati in ambito europeo".
Anche la direttrice del laboratorio di cellule staminali dell'università di Milano, Elena Cattaneo, vede nelle dichiarazioni di Mussi un segnale di apertura "molto promettente". Secondo la ricercatrice "è un passo che riavvicina l'Italia all'Europa".
"Siamo felicissimi - ha detto - perché si tratta di un primo passo straordinario di apertura e speriamo che sia anche il primo passo per ridiscutere aspetti della legge che ancora bloccano la ricerca italiana, ad esempio impedendo di derivare direttamente nuove linee di cellule staminali".
Secondo Elena Cattaneo "il ministro sembra dare un segnale forte anche alla proposta di legge Rutelli, che intendeva chiudere la ricerca anche condotta sulle cellule già in coltura e speriamo che serva a mettere i finanziamenti pubblici italiani a disposizione della ricerca italiana in questo campo".
Mentre la Casa delle Libertà minaccia, per bocca di Rocco Buttiglione la presentazione di una mozione di sfiducia al Senato contro il ministro dell'Università e la Ricerca, proprio il vicepresidente del consiglio Francesco Rutelli sarà, oggi, nell'aula di Montecitorio per il primo "question time" della legislatura. All'ordine del giorno la ricerca sulle cellule staminali embrionali con l'interrogazione a risposta immediata presentata dal capogruppo dei centristi dell'Udc e dai colleghi del centrodestra: "Il ministro Mussi ha agito per proprio conto o in accordo con il governo?"