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Ansa-PRECARI; DE SIMONE (PRC),DECRETO INUTILE E SBAGLIATO

PRECARI; DE SIMONE (PRC),DECRETO INUTILE E SBAGLIATO ''Inutile'' e ''sbagliato'': cosi' Titti De Simone (Prc) definisce il decreto sugli insegnanti precari varato oggi. Il provvedimento, secondo l'es...

02/04/2004
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ANSA

PRECARI; DE SIMONE (PRC),DECRETO INUTILE E SBAGLIATO
''Inutile'' e ''sbagliato'': cosi' Titti De Simone (Prc) definisce il decreto sugli insegnanti precari varato oggi. Il provvedimento, secondo l'esponente di Rifondazione comunista, ''conferma la scelta politica del Governo di assumere la precarizzazione come elemento strutturale dell'organizzazione scolastica e come asse portante delle politiche neo-liberiste nel campo dell'istruzione''. ''E' un decreto - afferma De Simone - che non riconosce i diritti
acquisiti e non risolve il problema del precariato, anzi, lo consolida e conferma la volonta' di questa maggioranza di ignorare totalmente le richieste dei soggetti direttamente coinvolti dalle scelte legislative che opera. Il disegno di legge approvato dalla commissione Istruzione del Senato , di cui questo decreto recepisce il testo - prosegue la parlamentare - non ha soddisfatto nessuno sin dalla prima stesura e le modifiche introdotte non hanno incontrato sostegno e approvazione da parte dei precari. Con questo decreto - continua - si vuole soltanto sostenere una operazione demagogica (quella di poche immissioni in ruolo annunciate a novembre a fronte di oltre 100 mila posti vacanti) quando in realta' la politica del Governo continua a essere quella dei tagli (di fondi, di personale, di tempo scuola) per la scuola statale, determinandone dequalificazione e svuotamento. A questa politica sulla scuola - conclude De Simone - si stanno pero' opponendo movimenti interni alle scuole e alle universita', nati spontaneamente e in continua crescita, che continuano a chiedere al ministro una inversione di tendenza e che si oppongono al processo di precarizzazione intelletuale e di svilimento dell'istruzione pubblica come forma di imbarbarimento culturale di tutto il Paese''.

PRECARI; GILDA, POCHE NOVITA' NUOVE INGIUSTIZIE
''Immissioni in ruolo ridotte a 15.000 tra docenti e Ata, a fronte degli oltre 100 mila contratti a tempo determinato, appaiono esattamente quello che sono: una mezza misura che lascia inalterato il livello di guardia assunto dalla crescente precarizzazione del lavoro docente in Italia'': e' il giudizio della Gilda secondo la quale sono poche le novita' nel decreto che riscrive le regole per le graduatorie permanenti dei precari.
''Forse - afferma il coordinatore nazionale Alessandro Ameli - si riuscira' a mettere fine alle vertenze infinite che hanno visto su fronti contrapposti sissini (gli insegnanti che hanno frequentato le scuole di specializzazione per l'insegnamento) e precari storici, in una guerra tra poveri che non ha giovato alla nostra scuola e tanto meno a far crescere i livelli di professionalita' e motivazioni nelle giovani (si fa per dire) generazioni di docenti. Il decreto - osserva il sindacalista - non offre soluzioni adeguate a una situazione piuttosto drammatica, nella quale permarranno iniquita' e ingiustizie. Le attese dei precari, sia storici sia sissini, infatti, dovranno fare i conti da un lato con l'ordinanza sugli organici e le tabelle che contraggono i posti, dall'altro con i meccanismi di riduzione e di tagli previsti dalla riforma Moratti. Gli effetti combinati di queste scelte si scaricheranno su tutti i docenti, sui precari in particolare, i quali, nel corso del prossimo anno scolastico non ritroveranno l'incarico ne' nella scuola dell'anno prima ne' in un'altra scuola''. Secondo la Gilda il processo di tagli e riduzioni ''e' destinato a crescere nei prossimi anni e a chiudere qualsiasi prospettiva di lavoro nella scuola per decine di migliaia di aspiranti docenti''. ''Queste scelte, come piu' volte abbiamo dichiarato - conclude Ameli - avranno effetti non tanto sui livelli di disoccupazione intellettuale, quanto piuttosto sulla stessa qualita' del sistema istruzione in Italia: meno docenti uguale classi piu' affollate con diretto abbassamento della qualita' dell'insegnamento e degli apprendimenti''.


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