Ansa-DA PRESIDI CGIL-CISL-UIL LETTERA APERTA A COLLEGHI. 'DIRIGENTE SCOLASTICO APPLICA LEGGI NON ESEGUE ORDINI'
DA PRESIDI CGIL-CISL-UIL LETTERA APERTA A COLLEGHI. 'DIRIGENTE SCOLASTICO APPLICA LEGGI NON ESEGUE ORDINI' ROMA, 29 MAR - Da presidi a presidi un'esortazione: applicate le leggi, non eseguite ord...
DA PRESIDI CGIL-CISL-UIL LETTERA APERTA A COLLEGHI. 'DIRIGENTE SCOLASTICO APPLICA LEGGI NON ESEGUE ORDINI'
ROMA, 29 MAR - Da presidi a presidi un'esortazione: applicate le leggi, non eseguite ordini. L'invito e' implicitamente contenuto in una lettera aperta dei dirigenti scolastici di Cgil, Csil e Uil ai loro colleghi di tutta Italia (sindacalizzati e non), in relazione al primo decreto attuativo della riforma Moratti. Una lunga lettera (due cartelle fitte fitte) in cui i firmatari prendono una netta posizione a difesa delle prerogative della scuola dell'autonomia in materia organizzativa e didattica e a difesa dell'autonomia gestionale del dirigente scolastico. Il varo del decreto attuativo - scrivono i dirigenti di Cgil, Cisl e Uil ''apre numerosi problemi di gestione e di organizzazione che metteranno a dura prova la tenuta delle istituzioni scolastiche''. La scuola e la sua dirigenza - accusano gli scriventi - ''vengono concepiti come terminali ultimi esecutori di scelte che fanno capo ad altri soggetti'', ministero, direzioni regionali, enti locali. Il tutto - sostengono - con grave lesione delle prerogative delle scuole dell'autonomia e dell'autonomia gestionale dei dirigenti scolastici sanciti dal contratto di lavoro della categoria. Tanto per fare un esempio si cita l''avvio dell'anticipo nella scuola dell'infanzia che viene ''affidato alla concertazione tra uffici scolastici ed enti locali senza il coinvolgimento delle scuole''. Insomma - fanno notare Cgil, Cisl e Uil - la dirigenza scolastica ha la sua specificita' nella stessa autonomia delle scuole e percio' colpire l'autonomia scolastica significa colpire anche l'autonomia dei dirigenti. Il dirigente scolastico, prima che rispondere agli ordini gerarchici, risponde alle leggi della Repubblica; e risponde anche - si sostiene nella lettera - ai programmi contenuti nel piano dell'offerta formativa elaborato dalla comunita' scolastica. In questo contesto - spiegano - la figura del tutor non puo' essere introdotta per decreto'', perche' la funzione docente e' una materia che rientra nella libera determinazione organizzativa e didattica delle scuole e nei contratti di lavoro del personale. E ancora: il ruolo del dirigente scolastico si interpreta nel rispetto delle leggi e deve tendere a garantire all'utenza: il massimo dell'offerta formativa, confermando quella precedente al decreto perche' sicuramente piu' ricca, la titolarita' delle scuole nell'elaborare l'offerta che non puo' essere a domanda individuale; il massimo dell'organico che - concludono i dirigenti - deve essere stabile e ricco e non depauperato come emerge dalla controriforma''