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Annunciazione-di Arturo Ghinelli

ANNUNCIAZIONE Modena, 16 novembre 2005 Era stato annunciato ripetutamente dai giornali e dalle televisioni per cui tutti i cittadini italiani oggi sono convinti che gli insegnanti e i lavo...

17/11/2005
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ANNUNCIAZIONE
Modena, 16 novembre 2005

Era stato annunciato ripetutamente dai giornali e dalle televisioni per cui tutti i cittadini italiani oggi sono convinti che gli insegnanti e i lavoratori della scuola abbiano già in tasca i soldi del contratto, arretrati compresi visto che si trattava del biennio economico 2003-2005. Ricordo un intervento del presidente della regione Veneto Galan lamentarsi del fatto che i giornali non facessero un elogio del ministro, solo perché di centrodestra, per aver raggiunto un accordo così favorevole ai lavoratori. Come mai allora i lavoratori della scuola venerdì 25 novembre si fermeranno tutta la giornata, mentre le altre categorie faranno solo quattro ore di sciopero? Perché di soldi i lavoratori della scuola non ne hanno visto neanche l'ombra. Il Consiglio dei Ministri non ha neppure avviato la procedura perché si possa arrivare, un giorno, al pagamento.

Pensare che, credendo ai giornali, che davano per certi gli aumenti nello stipendio di dicembre insieme alla tredicesima, avevo considerato che avremmo pagato più tasse;

ma dimenticavo che questo è il governo che toglie le tasse! Infatti questo governo e in particolare la Ministra dell'Istruzione seguono da sempre "la metodologia dell'annunciazione". Vanno in televisione, ne hanno sei a disposizione, annunciano di aver deciso una cosa per la scuola e tutti credono che dal giorno dopo ci sia già. Non si preoccupano di dire se il Parlamento, la Corte dei Conti, insomma tutti gli organismi di controllo del potere esecutivo, hanno già dato il via libera.

Seguendo questo metodo l'11 ottobre scorso la Moratti ha annunciato l'immissione in ruolo di ventimila insegnanti. Contemporaneamente però in Parlamento la maggioranza approvava davvero il DPR che stabilisce le nuove regole per diventare insegnanti: un vero e proprio percorso ad ostacoli al termine del quale uno ha già raggiunto l'età pensionabile. Più che immettere in ruolo, il governo sembra intenzionato a far desistere chi avesse intenzione di entrare nella scuola. Il desiderio inconfessato sarebbe quello di eliminare dalla scuola anche molti di quelli che ci sono già. Ho sentito con le mie orecchie a Bologna, in una riunione indetta dall'USR dell'Emilia, un tecnico riformista dell'INVALSI, dire che il problema vero della scuola italiana sarebbe quello di ridurre i programmi, ma in"Italia non si può fare perché per ogni materia che togli ventimila insegnanti perderebbero il posto e perciò i sindacati non lo permetteranno mai". Insomma se non fosse per CGIL-CISL-UIL, che remano contro, il governo Berlusconi saprebbe come sistemare la scuola pubblica : riducendo drasticamente il numero degli insegnanti.

Ma "gli insegnanti non sono ferri vecchi da buttare" come gli ha ricordato qualcuno.

Io almeno non mi sento tale, neanche dopo trentacinque anni, perciò venerdì sarò in piazza e sarà meglio che con me ci siano anche i ventimila a cui è stato "annunciato" il posto di lavoro, se vogliono avere una qualche possibilità che l'annuncio si avveri, perché è proprio il caso di dire: gli insegnanti sono rock e il governo è lento.

Arturo Ghinelli


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